DITE
LORO
Gesù
continua il suo sermone con temi addizionali di
istruzione. Il suo inteso uditorio in Galilea è ancora "I
suoi discepoli", laddove in Abbondanza sposta la sua
focalizzazione dai 12 verso la moltitudine per il
rimanente del sermone. (vedere JST Matteo 7:1,14,16 3°
Nefi 14:1) Le parole del salvatore in questa sezione sono
ricche di immagini e parabole, un capolavoro di
insegnamento. Nella JST Matteo, indipendentemente da tutte
le altre versioni, ci è data l’intima opportunità di
vedere come il Salvatore conversava in Galilea con i suoi
discepoli ed inoltre come li prepara per le loro missioni
dicendogli come dovevano parlare. Questo è un capolavoro
di una natura diversa, una rivelazione dataci tramite il
profeta Joseph Smith. per molte situazioni, anche di vita
pericolosa, Gesù consiglia i 12, "Ma quando essi vi
metteranno nelle loro mani, non abbiate pensiero di come o
di ciò che direte. Perché non siete voi che parlerete, ma
è lo Spirito del Padre Vostro che parlerà in voi." (KJV
Matteo 10:19-20 confronta JST Luca 12:9-14.) Ma Egli
conosce i loro bisogni e da loro succinti messaggi da
usare in situazioni specifiche missionarie. Questi sono
introdotti in 5 istanze dalla frase "dite loro" e 2 altre
istanze di espressioni simili nella prima sezione di JST
Matteo 7, nessuna delle quali si trova nella KJV Matteo.
Egli inizia col dire loro come insegnare alle persone
riguardo il giudizio.
istruzione. Il suo inteso uditorio in Galilea è ancora "I
suoi discepoli", laddove in Abbondanza sposta la sua
focalizzazione dai 12 verso la moltitudine per il
rimanente del sermone. (vedere JST Matteo 7:1,14,16 3°
Nefi 14:1) Le parole del salvatore in questa sezione sono
ricche di immagini e parabole, un capolavoro di
insegnamento. Nella JST Matteo, indipendentemente da tutte
le altre versioni, ci è data l’intima opportunità di
vedere come il Salvatore conversava in Galilea con i suoi
discepoli ed inoltre come li prepara per le loro missioni
dicendogli come dovevano parlare. Questo è un capolavoro
di una natura diversa, una rivelazione dataci tramite il
profeta Joseph Smith. per molte situazioni, anche di vita
pericolosa, Gesù consiglia i 12, "Ma quando essi vi
metteranno nelle loro mani, non abbiate pensiero di come o
di ciò che direte. Perché non siete voi che parlerete, ma
è lo Spirito del Padre Vostro che parlerà in voi." (KJV
Matteo 10:19-20 confronta JST Luca 12:9-14.) Ma Egli
conosce i loro bisogni e da loro succinti messaggi da
usare in situazioni specifiche missionarie. Questi sono
introdotti in 5 istanze dalla frase "dite loro" e 2 altre
istanze di espressioni simili nella prima sezione di JST
Matteo 7, nessuna delle quali si trova nella KJV Matteo.
Egli inizia col dire loro come insegnare alle persone
riguardo il giudizio.
KJV
MATTEO 7:1-4
Non
giudicate acciocché non siate giudicati; perché
col
giudicio col quale giudicate, sarete giudicati; e con la
misura onde misurate, sarà misurato a Voi. E perché guardi
tu il bruscolo che è nell’occhio del tuo fratello, mentre
non iscorgi la trave che è nell’occhio tuo? Ovvero, come
potrai tu dire al tuo fratello: lascia ch?io ti tragga
dall’occhio il bruscolo, mentre ecco la trave è
nell’occhio tuo?
giudicio col quale giudicate, sarete giudicati; e con la
misura onde misurate, sarà misurato a Voi. E perché guardi
tu il bruscolo che è nell’occhio del tuo fratello, mentre
non iscorgi la trave che è nell’occhio tuo? Ovvero, come
potrai tu dire al tuo fratello: lascia ch?io ti tragga
dall’occhio il bruscolo, mentre ecco la trave è
nell’occhio tuo?
JST
MATTEO 7:1-5
Ora
queste sono le parole che Gesù insegnò ai
suoi
discepoli che loro dovrebbero dire al popolo. Non
giudicate ingiustamente, affinché non siate giudicati, ma
giudicate con un giusto giudizio. Perché con quel giudizio
che voi giudicherete, voi sarete giudicati; e con la
misura con la quale misurerete sarete misurati. Ed ancora,
voi direte loro,Perché è che tu guardi il bruscolo che è
nell’occhio del tuo fratello, mentre non iscorgi la trave
che è nell’occhio tuo? Ovvero, come potrai dire al tuo
fratello, lascia ch’io ti tragga il bruscolo dal tuo
occhio e non puoi vedere la trave che è nel tuo proprio
occhio?
discepoli che loro dovrebbero dire al popolo. Non
giudicate ingiustamente, affinché non siate giudicati, ma
giudicate con un giusto giudizio. Perché con quel giudizio
che voi giudicherete, voi sarete giudicati; e con la
misura con la quale misurerete sarete misurati. Ed ancora,
voi direte loro,Perché è che tu guardi il bruscolo che è
nell’occhio del tuo fratello, mentre non iscorgi la trave
che è nell’occhio tuo? Ovvero, come potrai dire al tuo
fratello, lascia ch’io ti tragga il bruscolo dal tuo
occhio e non puoi vedere la trave che è nel tuo proprio
occhio?
"Le
persone" a cui i discepoli diranno queste parole,
sono comandati di dare giudizi retti. A questo punto
iniziale nel loro ministerio, i 12 sono insegnativo di
insegnare "Alle pecore perdute della casa d’Israele" e non
ai Gentili o Samaritani. (vedere KJV Matteo 10:5-6).
Quindi questo messaggio è per gli ebrei, i cui modelli di
giudizio sono le loro guide religiose ed i consigli locali
delle sinagoghe. Proprio prima del tempo del sermone nel
racconto di Matteo, Marco e Luca, Gesù era andato
insegnando nelle Sinagoghe nella Galilea, e si era
confrontato là con coloro che Lo giudicavano colpevole di
rompere la legge di Mosè guarendo nel giorno di sabato
(vedere JSM Matteo 4:22 Marco 3:1-7 Luca 6:6-11).
Riferendosi a tali modelli di giudizio ingiusto, Gesù
parla ai suoi discepoli nel sermone per insegnare al
popolo circa il bruscolo e la trave. Nei versetti
successivi, l’immagine del bruscolo e della trave è data
come un’applicazione esplicita come Gesù dirige
l’attenzione dei suoi discepoli verso i dirigenti
religiosi che sono fra la moltitudine che sta ascoltando.
Egli prima descrive i loro ingiusti giudizi e poi parla ai
discepoli come parlare del bruscolo e della trave a loro.
sono comandati di dare giudizi retti. A questo punto
iniziale nel loro ministerio, i 12 sono insegnativo di
insegnare "Alle pecore perdute della casa d’Israele" e non
ai Gentili o Samaritani. (vedere KJV Matteo 10:5-6).
Quindi questo messaggio è per gli ebrei, i cui modelli di
giudizio sono le loro guide religiose ed i consigli locali
delle sinagoghe. Proprio prima del tempo del sermone nel
racconto di Matteo, Marco e Luca, Gesù era andato
insegnando nelle Sinagoghe nella Galilea, e si era
confrontato là con coloro che Lo giudicavano colpevole di
rompere la legge di Mosè guarendo nel giorno di sabato
(vedere JSM Matteo 4:22 Marco 3:1-7 Luca 6:6-11).
Riferendosi a tali modelli di giudizio ingiusto, Gesù
parla ai suoi discepoli nel sermone per insegnare al
popolo circa il bruscolo e la trave. Nei versetti
successivi, l’immagine del bruscolo e della trave è data
come un’applicazione esplicita come Gesù dirige
l’attenzione dei suoi discepoli verso i dirigenti
religiosi che sono fra la moltitudine che sta ascoltando.
Egli prima descrive i loro ingiusti giudizi e poi parla ai
discepoli come parlare del bruscolo e della trave a loro.
KJV
Matteo 7:5
Ipocrita,
trai prima dall’occhio tuo la trave, e allora
ci vedrai bene per trarre il bruscolo dall’occhio del tuo
fratello.
ci vedrai bene per trarre il bruscolo dall’occhio del tuo
fratello.
JST
MATTEO 7:6-8
E
Gesù disse ai suoi discepoli. Vedete voi gli scribi
ed i farisei ed i sacerdoti ed i leviti? Loro insegnano
nelle loro sinagoghe, ma non osservano la legge, né i
comandamenti e tutti si sono sviati dalla via e sono sotto
il peccato. Andate e dite loro, perché insegnate agli
uomini la legge ed i comandamenti, quando voi stessi siete
i figli della corruzione? Dite loro, voi ipocriti, prima
traete la trave dal vostro occhio e poi vedrete
chiaramente per togliere il bruscolo dall’occhio del tuo
fratello.
ed i farisei ed i sacerdoti ed i leviti? Loro insegnano
nelle loro sinagoghe, ma non osservano la legge, né i
comandamenti e tutti si sono sviati dalla via e sono sotto
il peccato. Andate e dite loro, perché insegnate agli
uomini la legge ed i comandamenti, quando voi stessi siete
i figli della corruzione? Dite loro, voi ipocriti, prima
traete la trave dal vostro occhio e poi vedrete
chiaramente per togliere il bruscolo dall’occhio del tuo
fratello.
Prima
nel sermone Gesù aveva insegnato ai suoi
discepoli ad evitare la religiosità ipocrita. Qui, Egli li
istruisce come affrontare i modelli di tale ingiustizia e
come insegnare al popolo a giudicare rettamente. Il
messaggio susseguente è per tutto il mondo. Gesù
identifica per i suoi discepoli le fondamenta del loro
insegnamento:
discepoli ad evitare la religiosità ipocrita. Qui, Egli li
istruisce come affrontare i modelli di tale ingiustizia e
come insegnare al popolo a giudicare rettamente. Il
messaggio susseguente è per tutto il mondo. Gesù
identifica per i suoi discepoli le fondamenta del loro
insegnamento:
KJV
MATTEO 7
(Non
c’è materiale corrispondente)
JST
MATTEO 7:9
Andate
nel mondo, dicendo a tutti, pentitevi, perché il
Regno dei cieli è venuto vicino a voi.
Regno dei cieli è venuto vicino a voi.
Giovanni
il Battista insegnò il messaggio del
pentimento e della venuta del Regno (Vedere JST Matteo
3:2). Il messaggio di Gesù era lo stesso (vedere KJV
Matteo 4:17) Ora il Signore parla ai suoi discepoli di
portare questo messaggio al mondo.
pentimento e della venuta del Regno (Vedere JST Matteo
3:2). Il messaggio di Gesù era lo stesso (vedere KJV
Matteo 4:17) Ora il Signore parla ai suoi discepoli di
portare questo messaggio al mondo.
Alcune
cose non erano da essere insegnate, come la JST
Matteo continua:
Matteo continua:
KJV
MATTEO 7:6
Non
date ciò che santo ai cani, né gettate le vostre
perle ai porci, per tema che le schiaccino con le loro
zampe. e rivolti contro di voi non vi sbranino.
perle ai porci, per tema che le schiaccino con le loro
zampe. e rivolti contro di voi non vi sbranino.
JST
MATTEO 7:10-11
Ed i
misteri del Regno li terrete per voi, perché non è
giusto dare ciò che è santo ai cani, e non gettate le
vostre perle ai porci che talora non le pestino con le
loro zampe. Perché il mondo non può ricevere quello che
voi, voi stessi, non siete capaci di sopportare, per cui
non date le vostre perle a loro che talora non le pestino
e per tema che si rivoltino contro a voi e vi sbranino.
giusto dare ciò che è santo ai cani, e non gettate le
vostre perle ai porci che talora non le pestino con le
loro zampe. Perché il mondo non può ricevere quello che
voi, voi stessi, non siete capaci di sopportare, per cui
non date le vostre perle a loro che talora non le pestino
e per tema che si rivoltino contro a voi e vi sbranino.
Dare
cose sacre ai cani e perle ai porci è un
linguaggio figurativo del Signore per significare il dare
i misteri del Regno a coloro che non sono preparati a
riceverli. Dopo spiegando ai 12 nefiti l’essenza del
Vangelo ed il comandamento di pentirsi che era "per tutte
le estremità della terra" (3° Nefi 27:20) Gesù comandò
loro di scrivere le cose che avevano viste ed udite "salvo
quelle che sono proibite." (3°Nefi 27:23). Come ai 12
nefiti, ai discepoli in Galilea erano state insegnate cose
che dovevano tenere solo per loro stessi, non che i
misteri non siano disponibili per gli altri, ma ognuno
deve riceverli quando è pronto. L’aggiunta nella JST
Matteo 7:10-11 unisce l’uso figurativo di Gesù delle perle
nel sermone alla sua successiva parabola sulla perla di
gran prezzo (vedi JST Matteo 13:47). In quella parabola,
il mercante stava "Cercando perle lodevoli". Nessuno
gliele da. Quando per i suoi sforzi e per il suo desiderio
trova la perla di gran prezzo, vende tutto quello che
possiede per ottenerla.
linguaggio figurativo del Signore per significare il dare
i misteri del Regno a coloro che non sono preparati a
riceverli. Dopo spiegando ai 12 nefiti l’essenza del
Vangelo ed il comandamento di pentirsi che era "per tutte
le estremità della terra" (3° Nefi 27:20) Gesù comandò
loro di scrivere le cose che avevano viste ed udite "salvo
quelle che sono proibite." (3°Nefi 27:23). Come ai 12
nefiti, ai discepoli in Galilea erano state insegnate cose
che dovevano tenere solo per loro stessi, non che i
misteri non siano disponibili per gli altri, ma ognuno
deve riceverli quando è pronto. L’aggiunta nella JST
Matteo 7:10-11 unisce l’uso figurativo di Gesù delle perle
nel sermone alla sua successiva parabola sulla perla di
gran prezzo (vedi JST Matteo 13:47). In quella parabola,
il mercante stava "Cercando perle lodevoli". Nessuno
gliele da. Quando per i suoi sforzi e per il suo desiderio
trova la perla di gran prezzo, vende tutto quello che
possiede per ottenerla.
Il
successivo "dite loro" nella JST Matteo dice come
uno può ottenere i misteri del Regno:
uno può ottenere i misteri del Regno:
KJV
MATTEO 7:7-8
Chiedete
e vi sarà dato, cercate e troverete; bussate e
vi sarà aperto, perché chiunque chiede, riceve e chi cerca
trova e sarà aperto a chi bussa.
vi sarà aperto, perché chiunque chiede, riceve e chi cerca
trova e sarà aperto a chi bussa.
JST
MATTEO 7:12-13
Dite
loro, chiedete a Dio; chiedete e vi sarà dato,
cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché
chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e sarà aperto a
chi bussa.
cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché
chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e sarà aperto a
chi bussa.
La
sentenza aggiunta nella JST Matteo 7:12 illustra un
ricorrente tipo di contributo della JST, il legare le
parti successive nella KJV in un’intero. In questo caso, 2
temi che non sembrano andare insieme, di non dare ciò che
è santo ai cani e chiedere, cercare e bussare, sono messi
insieme. I discepoli non devono indiscriminatamente
condividere le cose sacre, ed i loro uditori, se vogliono
queste cose, dovrebbero essere invitati a chiederle a Dio.
Per questo insegnamento, la JST Matteo restaura il
collegamento dei discepoli che anticipa loro ciò che i
loro ascoltatori diranno loro che Dio non ascolta le loro
richieste:
ricorrente tipo di contributo della JST, il legare le
parti successive nella KJV in un’intero. In questo caso, 2
temi che non sembrano andare insieme, di non dare ciò che
è santo ai cani e chiedere, cercare e bussare, sono messi
insieme. I discepoli non devono indiscriminatamente
condividere le cose sacre, ed i loro uditori, se vogliono
queste cose, dovrebbero essere invitati a chiederle a Dio.
Per questo insegnamento, la JST Matteo restaura il
collegamento dei discepoli che anticipa loro ciò che i
loro ascoltatori diranno loro che Dio non ascolta le loro
richieste:
KJV
MATTEO
(Non
vi è materiale corrispondente)
JST
MATTEO 7:14-15
Ed
allora i suoi discepoli dissero a Lui, "Loro ci
diranno, Noi noi stessi siamo giusti, e non abbiamo
bisogno che alcuno ci insegni. Dio , lo sappiamo, udì Mosè
ed altri dei profeti ma noi non ci ascolterà. E loro
diranno" noi abbiamo la legge ed i profeti per la nostra
salvezza e quello ci basta."
diranno, Noi noi stessi siamo giusti, e non abbiamo
bisogno che alcuno ci insegni. Dio , lo sappiamo, udì Mosè
ed altri dei profeti ma noi non ci ascolterà. E loro
diranno" noi abbiamo la legge ed i profeti per la nostra
salvezza e quello ci basta."
Quelli
che risponderebbero così all’invito di chiedere
provano a se stessi di essere fra i cani ed i porci non
pronti per le cose sacre. La loro auto descrizione, come
la anticipano i discepoli, li identifica come gli stessi
giusti, intoccabili capi degli ebrei, ai quali Gesù si
riferiva tramite il sermone sul monte. Anche per loro ai
discepoli è dato il conciso messaggio inteso per tutto il
mondo " pentitevi, perché il Regno dei cieli è giunto
vicino a voi" (JST Matteo 7:9). Questa volta, comunque,
Gesù da le 2 parti del messaggio in termini piuttosto
diversi. L’insegnamento sulla vicinanza del Regno viene
prima, nella forma di un’intensa lezione circa come il
Padre risponde ai suoi figli che chiedono:
provano a se stessi di essere fra i cani ed i porci non
pronti per le cose sacre. La loro auto descrizione, come
la anticipano i discepoli, li identifica come gli stessi
giusti, intoccabili capi degli ebrei, ai quali Gesù si
riferiva tramite il sermone sul monte. Anche per loro ai
discepoli è dato il conciso messaggio inteso per tutto il
mondo " pentitevi, perché il Regno dei cieli è giunto
vicino a voi" (JST Matteo 7:9). Questa volta, comunque,
Gesù da le 2 parti del messaggio in termini piuttosto
diversi. L’insegnamento sulla vicinanza del Regno viene
prima, nella forma di un’intensa lezione circa come il
Padre risponde ai suoi figli che chiedono:
KJV
MATTEO 7:9-11
E
qual’è l’uomo fra voi, il quale, se il figliolo gli
chiede un pane gli dia una pietra? Oppure se gli chiede un
pesce gli dia un serpente? Se dunque voi che siete
malvagi, sapete dar buoni doni ai vostri figlioli, quanto
più il Padre vostro che è nei cieli darà Egli cose buone a
coloro che gliele domandano!Quindi tutte le cose che voi
vorreste che gli uomini vi dovrebbero fare, fatele anche
voi a loro; perché questa è la legge ed i profeti.
chiede un pane gli dia una pietra? Oppure se gli chiede un
pesce gli dia un serpente? Se dunque voi che siete
malvagi, sapete dar buoni doni ai vostri figlioli, quanto
più il Padre vostro che è nei cieli darà Egli cose buone a
coloro che gliele domandano!Quindi tutte le cose che voi
vorreste che gli uomini vi dovrebbero fare, fatele anche
voi a loro; perché questa è la legge ed i profeti.
JST
MATTEO 7:16-21
Poi
Gesù rispose e disse ai suoi discepoli, allora voi
direte loro:"Quale uomo fra voi avendo un figlio che sta
per andarsene e gli dirà "Padre, apri la tua casa affinché
io possa entrare e stare con te, non risponderà "Vieni
figlio mio, perché ciò che è mio è tuo, ed il tuo è mio? E
qual’é l’uomo che è fra voi, che , se suo figlio chiede
del pane, darà lui una pietra? O se chiede un pesce dia
lui un serpente? Se voi allora, che siete malvagi, sapete
come dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il vostro
Padre che è nel cielo darà buone cose a coloro che gliele
chiedono? Quindi tutte le cose che voi vorreste che gli
uomini vi dovrebbero fare fatele anche voi così a loro;
perché questa è la legge ed i profeti.
direte loro:"Quale uomo fra voi avendo un figlio che sta
per andarsene e gli dirà "Padre, apri la tua casa affinché
io possa entrare e stare con te, non risponderà "Vieni
figlio mio, perché ciò che è mio è tuo, ed il tuo è mio? E
qual’é l’uomo che è fra voi, che , se suo figlio chiede
del pane, darà lui una pietra? O se chiede un pesce dia
lui un serpente? Se voi allora, che siete malvagi, sapete
come dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il vostro
Padre che è nel cielo darà buone cose a coloro che gliele
chiedono? Quindi tutte le cose che voi vorreste che gli
uomini vi dovrebbero fare fatele anche voi così a loro;
perché questa è la legge ed i profeti.
Il
Regno è vicino a tutti, ed il Padre perfetto
risponde alle necessità dei suoi figli quando loro
chiedono. Gesù inoltre insegna che i doni che il Padre da
vengono "Tramite lo Spirito santo, a coloro che chiedono a
Lui" (JST luca 11:14). Giacomo aggiunge che "Da a tutti
gli uomini liberalmente e senza rinfacciare" "Ma" dice
"Chiegga con fede, senza dubitare" (Giacomo 1:5-6). Solo
con i versetti aggiunti nella JST Matteo noi apprendiamo
che la Regola d’oro, come è data nel sermone di Galilea
(JST Matteo 7:21) è parte delle parole che i discepoli
diranno ai dirigenti ebraici, che hanno affermato:" Noi
abbiamo la legge per la nostra salvezza, e quella ci
basta." (JST Matteo 7:15). Precedentemente, Gesù
raggiungeva l’apice della sezione sulle leggi per la
perfezione col comandare ai suoi discepoli di essere
perfetti proprio come il loro Padre che è nel cielo
(vedere JST Matteo 5:50). Vista nel suo completo contesto,
la regola d’oro è un secondo apice che segue direttamente
dal primo. I discepoli dichiareranno ai dirigenti ebraici
che è l’essenza della legge e dei profeti di riconoscere e
seguire l’esempio del Padre perfetto.
risponde alle necessità dei suoi figli quando loro
chiedono. Gesù inoltre insegna che i doni che il Padre da
vengono "Tramite lo Spirito santo, a coloro che chiedono a
Lui" (JST luca 11:14). Giacomo aggiunge che "Da a tutti
gli uomini liberalmente e senza rinfacciare" "Ma" dice
"Chiegga con fede, senza dubitare" (Giacomo 1:5-6). Solo
con i versetti aggiunti nella JST Matteo noi apprendiamo
che la Regola d’oro, come è data nel sermone di Galilea
(JST Matteo 7:21) è parte delle parole che i discepoli
diranno ai dirigenti ebraici, che hanno affermato:" Noi
abbiamo la legge per la nostra salvezza, e quella ci
basta." (JST Matteo 7:15). Precedentemente, Gesù
raggiungeva l’apice della sezione sulle leggi per la
perfezione col comandare ai suoi discepoli di essere
perfetti proprio come il loro Padre che è nel cielo
(vedere JST Matteo 5:50). Vista nel suo completo contesto,
la regola d’oro è un secondo apice che segue direttamente
dal primo. I discepoli dichiareranno ai dirigenti ebraici
che è l’essenza della legge e dei profeti di riconoscere e
seguire l’esempio del Padre perfetto.
Se i
dirigenti ebraici chiederanno, potranno ottenere
proprio i misteri del Regno. Ma loro non vogliono
chiedere. Gesù quindi parla ai discepoli di presentare
l’altra parte del messaggio fondamentale.; la JST aggiunge
che loro devono pentirsi ed entrare nella strada stretta.
L’uditorio del sermone sia in abbondanza che in Galilea
era familiare con i principali cancelli d’entrata alle
mura cintate delle città. Dove le masse giornalmente
entravano ed uscivano per la via principale. Il
pentimento, insegna Gesù, non è come un cancello od un
portone. E’ un portone stretto, quasi nascosto trovato
solo da coloro che stanno cercando di lasciare il viale
battuto allo scopo di trovare la vita eterna. Guidati da
ampie aggiunte rivelate nella JST, noi vediamo come i temi
di istruzione a questo punto vicino alla fine del sermone
divengono per i discepoli in Galilea una guida per il loro
messaggio missionario. A loro è spiegata la sua semplice
base. Loro furono istruiti su ciò che dovevano insegnare
al mondo e ciò che inviterebbe i loro ascoltatori a
cercare da loro stessi. Loro furono insegnati come
avvertire le persone contro i loro detrattori e come
parlare ai detrattori stessi.
proprio i misteri del Regno. Ma loro non vogliono
chiedere. Gesù quindi parla ai discepoli di presentare
l’altra parte del messaggio fondamentale.; la JST aggiunge
che loro devono pentirsi ed entrare nella strada stretta.
L’uditorio del sermone sia in abbondanza che in Galilea
era familiare con i principali cancelli d’entrata alle
mura cintate delle città. Dove le masse giornalmente
entravano ed uscivano per la via principale. Il
pentimento, insegna Gesù, non è come un cancello od un
portone. E’ un portone stretto, quasi nascosto trovato
solo da coloro che stanno cercando di lasciare il viale
battuto allo scopo di trovare la vita eterna. Guidati da
ampie aggiunte rivelate nella JST, noi vediamo come i temi
di istruzione a questo punto vicino alla fine del sermone
divengono per i discepoli in Galilea una guida per il loro
messaggio missionario. A loro è spiegata la sua semplice
base. Loro furono istruiti su ciò che dovevano insegnare
al mondo e ciò che inviterebbe i loro ascoltatori a
cercare da loro stessi. Loro furono insegnati come
avvertire le persone contro i loro detrattori e come
parlare ai detrattori stessi.
ASCOLTARE
E FARE
Ora
Gesù conclude il sermone con 3 ammonimenti
sull’ascoltare e fare. Questa parte finale, sebbene simile
in tutte e 5 le versioni, è arricchita da una maggiore
comprensione dell’importanza di fare la volontà del
Signore, che pervade la JST ed il libro di Mormon. Primo,
i discepoli in Galilea e la moltitudine in Abbondanza
furono avvertiti contro i falsi profeti che vengono a loro
come lupi in vesti di pecore. L’intento di questa
espressione è chiara quando noi ricordiamo i ripetuti
riferimenti di Gesù ai suoi messaggeri come pecore, e
proprio come "pecore in mezzo ai lupi." (KJV Matteo 10:16)
Loro devono essere "Servitori avveduti, ed innocui come
colombi." (JST Matteo 10:14) Quando i malvagi ingannatori
vengono, pretendendo l’appartenenza alla chiesa, loro
possono essere giudicati dai loro frutti, cioè, per ciò
che fanno (vedere KJV Matteo 7:16-20; KJV Luca 6:43-45; 3°
Nefi 14:16-20). Secondo, Gesù avverte che il giorno sta
per arrivare quando Egli sarà il giudice di tutti.
sull’ascoltare e fare. Questa parte finale, sebbene simile
in tutte e 5 le versioni, è arricchita da una maggiore
comprensione dell’importanza di fare la volontà del
Signore, che pervade la JST ed il libro di Mormon. Primo,
i discepoli in Galilea e la moltitudine in Abbondanza
furono avvertiti contro i falsi profeti che vengono a loro
come lupi in vesti di pecore. L’intento di questa
espressione è chiara quando noi ricordiamo i ripetuti
riferimenti di Gesù ai suoi messaggeri come pecore, e
proprio come "pecore in mezzo ai lupi." (KJV Matteo 10:16)
Loro devono essere "Servitori avveduti, ed innocui come
colombi." (JST Matteo 10:14) Quando i malvagi ingannatori
vengono, pretendendo l’appartenenza alla chiesa, loro
possono essere giudicati dai loro frutti, cioè, per ciò
che fanno (vedere KJV Matteo 7:16-20; KJV Luca 6:43-45; 3°
Nefi 14:16-20). Secondo, Gesù avverte che il giorno sta
per arrivare quando Egli sarà il giudice di tutti.
KJV
MATTEO 7:21
Non
chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel
Regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è
nei cieli.
Regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è
nei cieli.
JST
MATTEO 7:30-31
In
verità Io vi dico, non è che chiunque che mi
dirà,
Signore, Signore, che entrerà nel regno dei cieli, ma
colui che fa la volontà del Padre mio che è in cielo.
Perché viene presto il giorno che gli uomini saranno
davanti a me per il giudizio, per essere giudicati secondo
le loro opere.
Signore, Signore, che entrerà nel regno dei cieli, ma
colui che fa la volontà del Padre mio che è in cielo.
Perché viene presto il giorno che gli uomini saranno
davanti a me per il giudizio, per essere giudicati secondo
le loro opere.
L’enfasi
di Gesù sul fare la volontà del Padre,
rafforzata dall’unico versetto nella JST Matteo, richiama
la sua dichiarazione allo stesso inizio delle sue parole
ai 12 in Abbondanza: "Io ho sofferto la volontà del Padre
in tutte le cose dal principio." (3° Nefi 11:11) Ora Egli
richiede che coloro che avrebbero il cancello del regno
dei cieli aperto quando bussano, anche devono fare la
volontà del suo Padre. Paragonando la versione in Luca,
noi notiamo che la volontà del Padre è spiegata con le
parole del Figlio:" E perché mi chiamate Signore, Signore
e non fate le cose che dico?" (KJV Luca 6:46) Coloro che
odono semplicemente, o odono e pretendono di fare, non
entreranno nel Regno. "Quindi, quando una volta il Signore
del Regno è risorto, ed ha chiuso la porta del regno,
allora voi rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta
dicendo, Signore, Signore, aprici. Ma il Signore
risponderà e vi dirà, non vi riceverò perché non sapete da
dove siete." (JST Luca 13:25) Le scuse per non fare la
volontà del Padre e del Figlio saranno presentate: " Molti
mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo
noi profetizzato nel tuo nome, e nel tuo nome cacciato
demoni, e nel tuo nome fatto molte opere potenti?" (3°
Nefi 14:22 confronta KJV Matteo 7:22 e JST Matteo 7:32)"
Noi abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza, e tu hai
insegnato nelle nostre strade." (Luca 13:26). Notate la
risposta del salvatore nel sermone:
rafforzata dall’unico versetto nella JST Matteo, richiama
la sua dichiarazione allo stesso inizio delle sue parole
ai 12 in Abbondanza: "Io ho sofferto la volontà del Padre
in tutte le cose dal principio." (3° Nefi 11:11) Ora Egli
richiede che coloro che avrebbero il cancello del regno
dei cieli aperto quando bussano, anche devono fare la
volontà del suo Padre. Paragonando la versione in Luca,
noi notiamo che la volontà del Padre è spiegata con le
parole del Figlio:" E perché mi chiamate Signore, Signore
e non fate le cose che dico?" (KJV Luca 6:46) Coloro che
odono semplicemente, o odono e pretendono di fare, non
entreranno nel Regno. "Quindi, quando una volta il Signore
del Regno è risorto, ed ha chiuso la porta del regno,
allora voi rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta
dicendo, Signore, Signore, aprici. Ma il Signore
risponderà e vi dirà, non vi riceverò perché non sapete da
dove siete." (JST Luca 13:25) Le scuse per non fare la
volontà del Padre e del Figlio saranno presentate: " Molti
mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo
noi profetizzato nel tuo nome, e nel tuo nome cacciato
demoni, e nel tuo nome fatto molte opere potenti?" (3°
Nefi 14:22 confronta KJV Matteo 7:22 e JST Matteo 7:32)"
Noi abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza, e tu hai
insegnato nelle nostre strade." (Luca 13:26). Notate la
risposta del salvatore nel sermone:
KJV
MATTEO 7:23
Ed
allora risponderò loro, Io non vi conobbi mai,
dipartitevi da me, voi operatori di iniquità.
dipartitevi da me, voi operatori di iniquità.
JST
MATTEO 7:33
Ed
allora Io dirò, Voi non mi avete mai conosciuto;
dipartitevi da me voi tutti operatori di iniquità.
dipartitevi da me voi tutti operatori di iniquità.
L’anziano
Bruce R. Mc. Conkie ha scritto:
Due
risposte di uguale significato sono registrate su
questa questione; entrambe sono risposte che saranno date
a quei santi che non hanno perseverato fino alla fine, che
non hanno osservato i comandamenti e che non si sono
spinti innanzi con una costanza in Cristo dopo il
battesimo….."Io non vi conobbi mai, e voi non mi avete
mai conosciuto! La vostra appartenenza alla chiesa era
limitata; voi non siete i perfetti membri del mio Regno. I
vostri cuori non erano incentrati su di me tanto da
perseverare fino alla fine; e cos’ì per un tempo ed una
stagione voi foste fedeli; voi anche operaste miracoli nel
mio nome; ma alla fine sarà come se Io non vi abbia mai
conosciuti."
questa questione; entrambe sono risposte che saranno date
a quei santi che non hanno perseverato fino alla fine, che
non hanno osservato i comandamenti e che non si sono
spinti innanzi con una costanza in Cristo dopo il
battesimo….."Io non vi conobbi mai, e voi non mi avete
mai conosciuto! La vostra appartenenza alla chiesa era
limitata; voi non siete i perfetti membri del mio Regno. I
vostri cuori non erano incentrati su di me tanto da
perseverare fino alla fine; e cos’ì per un tempo ed una
stagione voi foste fedeli; voi anche operaste miracoli nel
mio nome; ma alla fine sarà come se Io non vi abbia mai
conosciuti."
Il
salvatore termina con una terza ammonizione- una
parabola sull’udire e sul fare, e come riporta Luca, di
venire a Cristo. Il concetto di venire a Lui unisce
insieme le beatitudini all’inizio del sermone nella JST
matteo ed in 3° Nefi. Ora diviene parte della parabola
finale, che è qui citata dalla JST di Luca:
parabola sull’udire e sul fare, e come riporta Luca, di
venire a Cristo. Il concetto di venire a Lui unisce
insieme le beatitudini all’inizio del sermone nella JST
matteo ed in 3° Nefi. Ora diviene parte della parabola
finale, che è qui citata dalla JST di Luca:
"Chiunque
viene a me, ed ascolta le mie parole e le
pratica, gli mostrerò a chi somiglia. Egli è come un’uomo
che costruisce una casa, e scavato in profondità pone le
fondamenta sulla roccia, e quando viene la fiumana e batte
violentemente su quella casa, non la può scuotere perché è
fondata sulla roccia. Ma colui che ascolta e non pratica,
è come un’uomo che senza una fondamenta costruisce una
casa sulla terra; contro cui la fiumana sbatte
violentemente ed immediatamente questa si abbatte; e la
ruina di quella casa era grande. (JST Luca 6:47-49)
pratica, gli mostrerò a chi somiglia. Egli è come un’uomo
che costruisce una casa, e scavato in profondità pone le
fondamenta sulla roccia, e quando viene la fiumana e batte
violentemente su quella casa, non la può scuotere perché è
fondata sulla roccia. Ma colui che ascolta e non pratica,
è come un’uomo che senza una fondamenta costruisce una
casa sulla terra; contro cui la fiumana sbatte
violentemente ed immediatamente questa si abbatte; e la
ruina di quella casa era grande. (JST Luca 6:47-49)
SOMMARIO.
Sarebbe
difficile di esagerare il significato del
sermone di gesù sul monte. Con questo sermone, il
salvatore istruì il primo quorum del sacerdozio
organizzato nel meridiano dei tempi. Loro furono comandati
di portare a tutto il mondo l’invito di venire a Cristo,
di ricevere le ordinanze di salvezza, e di cercare la
perfezione. Con questo sermone, il salvatore insegnò come
la legge religiosa che aveva guidato la casa d’Israele per
più di un millennio stava per essere adempiuta e superata.
Il Signore risorto deliberatamente ripetè il sermone al
secondo quorum dei 12 ed ad una moltitudine di giusti in
Abbondanza, dove la predizione della sua venuta era attesa
da 600 anni dopo l’arrivo dei loro antenati nel nuovo
mondo. Per questi testimoni, il sermone fu anche una
chiamata al servizio missionario ed un comandamento per
stabilire la legge più alta, che avrebbe permesso 2 secoli
di pace e giustizia fra di loro. Se compreso propriamente,
il sermone ha un’importanza rilevante per la nostra
dispensazione. Nuovi apostoli e testimoni missionari
stanno di nuovo accettando l’invito di venire a Cristo e
di portarlo ad un mondo pieno di peccato ed ipocrisia. Noi
siamo stati comandati di radunare Israele dalla sua lunga
dispersione e di stabilire l’alleanza fra di loro. Durante
il suo ministero fra i Nefiti, il Salvatore dette loro un
segno che il raduno finale di Israele avrebbe inizio
"Quando queste cose, che Io vi dichiaro….saranno rese
note ai gentili…." (3°Nefi 21:2, confrontare 3° Nefi
29:1) Il sermone di Abbondanza contiene i principi
fondamentali di "queste cose".Il Salvatore
specificatamente comandò che il sermone e gli insegnamenti
che lo accompagnarono fossero scritti, come un rapporto da
dare ai Gentili per il raduno di Israele negli ultimi
giorni. (vedere 3° Nefi 16:4-7 23:4). Tramite le
rivelazioni di dio al profeta Joseph Smith, il segno è
apparso. Gli insegnamenti di cui Gesù parlò sono ora
disponibili a tutti nel libro di Mormon. In più, Dio ha
preparato scritture bibliche per operare insieme al libro
di Mormon in questa dispensazione. La JST rende chiaro il
significato e l’intento del sermone come fu dapprima dato
in Galilea, facendo dei 2 sermoni dati, uno nella mano del
Signore. Noi ancora dobbiamo accettare la sfida del
Signore di essere facitori della parola. Se noi studiamo
ed applichiamo gli insegnamenti del sermone, come sono
rivelati in questa dispensazione, noi ancora possiamo
ereditare la promessa che "Chi ricorda queste mie parole e
le pratica Io lo eleverò all’ultimo giorno" (3° Nefi 15:1)
sermone di gesù sul monte. Con questo sermone, il
salvatore istruì il primo quorum del sacerdozio
organizzato nel meridiano dei tempi. Loro furono comandati
di portare a tutto il mondo l’invito di venire a Cristo,
di ricevere le ordinanze di salvezza, e di cercare la
perfezione. Con questo sermone, il salvatore insegnò come
la legge religiosa che aveva guidato la casa d’Israele per
più di un millennio stava per essere adempiuta e superata.
Il Signore risorto deliberatamente ripetè il sermone al
secondo quorum dei 12 ed ad una moltitudine di giusti in
Abbondanza, dove la predizione della sua venuta era attesa
da 600 anni dopo l’arrivo dei loro antenati nel nuovo
mondo. Per questi testimoni, il sermone fu anche una
chiamata al servizio missionario ed un comandamento per
stabilire la legge più alta, che avrebbe permesso 2 secoli
di pace e giustizia fra di loro. Se compreso propriamente,
il sermone ha un’importanza rilevante per la nostra
dispensazione. Nuovi apostoli e testimoni missionari
stanno di nuovo accettando l’invito di venire a Cristo e
di portarlo ad un mondo pieno di peccato ed ipocrisia. Noi
siamo stati comandati di radunare Israele dalla sua lunga
dispersione e di stabilire l’alleanza fra di loro. Durante
il suo ministero fra i Nefiti, il Salvatore dette loro un
segno che il raduno finale di Israele avrebbe inizio
"Quando queste cose, che Io vi dichiaro….saranno rese
note ai gentili…." (3°Nefi 21:2, confrontare 3° Nefi
29:1) Il sermone di Abbondanza contiene i principi
fondamentali di "queste cose".Il Salvatore
specificatamente comandò che il sermone e gli insegnamenti
che lo accompagnarono fossero scritti, come un rapporto da
dare ai Gentili per il raduno di Israele negli ultimi
giorni. (vedere 3° Nefi 16:4-7 23:4). Tramite le
rivelazioni di dio al profeta Joseph Smith, il segno è
apparso. Gli insegnamenti di cui Gesù parlò sono ora
disponibili a tutti nel libro di Mormon. In più, Dio ha
preparato scritture bibliche per operare insieme al libro
di Mormon in questa dispensazione. La JST rende chiaro il
significato e l’intento del sermone come fu dapprima dato
in Galilea, facendo dei 2 sermoni dati, uno nella mano del
Signore. Noi ancora dobbiamo accettare la sfida del
Signore di essere facitori della parola. Se noi studiamo
ed applichiamo gli insegnamenti del sermone, come sono
rivelati in questa dispensazione, noi ancora possiamo
ereditare la promessa che "Chi ricorda queste mie parole e
le pratica Io lo eleverò all’ultimo giorno" (3° Nefi 15:1)
ROBERT
A. CLOWARD è direttore dell’istituto di
religione dei santi degli ultimi giorni dell’università
del Tennessee.
religione dei santi degli ultimi giorni dell’università
del Tennessee.
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