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Thursday, February 28, 2013

Storia del libro di Abramo


Storia del libro di Abramo
Antichita’ in Kirtland Ohio
Verso la fine del Giugno 1835 un grande vagone con un
misterioso
carico lentamente fini’ il suo viaggio a Kirtland. Il
carico era
arrivato migliaia di miglia lontano dal suo punto di
origine. Michal
H. Chandler, un irlandese immigrato che si era sistemato
in
Pensilvania era il responsabile per l’eccitazione che
risulto’ quando
si registro’ all’Hotel Riggs ed annuncio’ che sarebbe
rimasto in
citta’ per alcuni giorni per far ammirare 4 mummie
egiziane e qualche
antico papiro. Inoltre espresse il desiderio di incontrare
il profeta
mormone Joseph Smith. IL signor Chandler aveva
precedentemente
contattato alcuni linguisti di reputabili accademiche
istituzione
all’est per avere le loro opinioni ed una possibile
interpretazione
per gli scritti dei suoi papiri. Nel 1822 il giovane genio
francese
Jean Francoise Champollion, con l’aiuto della pietra di
Rosetta,
aveva per primo decifrato gli antichi geroglifici in
Francia, ma il
suo dizionario di geroglifici egizi non sarebbe stato
pubblicato in
Europa che fino al 1841, per cui gli accademici americani
che
Chandler aveva consultato nel 1833-35 furono incapaci di
leggere e
tradurre i papiri. Al massimo essi potevano speculare sul
significato
di alcuni di essi e sui quali potevano raggiungere un
consenso..
Il Signor Chandler aveva udito dell’abilita’ di Joseph
Smith nel
tradurre dall’egiziano. Comunque molti degli informatori
apparentemente resero chiaro dell’affermazione del profeta
di aver
tradotto il libro di Mormon dall’egiziano "riformato".
Quando Chandle arivo’ a Kirtland, probabilmente pose due
manifesti
nei posti migliori per promuovere la sua mostra. Uno di
questi era
firmato da dottori che avevano visitato la mostra a
Philadelfia e che
ne raccomandavano la visione. L’altro manifesto che
parlava di undici
mummie era stato corretto in quattro e leggeva.
ANTICHITA’ EGIZIE
Queste mummie, con altre sette, furono prese dalle
catacombe egizie,
vicino dove l’antica, e possiamo dire, quasi che non trova
riscontro
tanto e’ mitica la citta ‘ di Tebe risiedeva. l’ARCHEOLOGO
francese
Antonio Lebolo, con grandi spese e sotto il protettorato
francese,
con il consenso di mehemet Ali’, vicere’ d’Egitto ne e’ lo
scopritore.
Deve essere notato che alcune centinaia di mummie furono
trovate
nella stessa catacomba, ma solo undici erano nello stato
che ne
permetteva la rimozione.. Queste sette furono vendute ad
un
gentiluomo per musei privati e come conseguenza non sono
visibili.
Esse sono state esibite a Philadelfia, Baltimora per
affollate
platee, sebbene all’inizio la mostra sarebbe dovuto durare
2
settimane questa esibizione fu protratta a 5 csettimane.
Di tutti i
resti del mondo antico la mummia e’ il piu’ interessante.
E’ ben noto
infatti che e’ scritto sia nella storia sacra che profana
che gli
uomini venivano imbalsamati e questo fatto ha suscitato
l’interesse
della scienza per millenni. Tutte le altre antichita’ sono
resti
dell’opera dell’uomo, mentre le mummie sono uomini di quel
tempo,
essi sono personaggi, preservati in forma umana per la
meraviglia e
l’attrazione delle persone. Queste mummie rappresentano
parte della
grande storia egizia che e’ durata secoli. Un centinaio di
generazioni sono passate e nuovi imperi sono cominciati da
quando
questa carne era animata, dopo che questi occhi erano
vividi e questa
lingua eloquente ed il loro cuore batteva nel loro petto.
Questi
stranieri illustri della loro antichita’, possono essere
vissuti nel
tempo di Giacobbe, Mose’ o Davide e di certo alcune
migliaia di anni
sono trascorsi da quando questi corpi erano animati dal
soffio della
vita!
La storia riporta il fatto, che le classi piu’ elevate
nascondevano
la loro conoscenza dalle classi meno elevate, in simboli e
caratteri
geroglifici e pochi di loro, su papiri, usati dagli egizi
per
scrivere saranno esibiti con le mummie.
Quando Chandler si registro’ all’albergo richiese che
Gideon Riggs,
il proprietario, mandasse suo figlio John alla casa di
Joseph Smith
per invitarlo con la sua famiglia a frequentare
l’esibizione serale.
Il Profeta fece presente la sua impossibilita’ per un
altro
appuntamento precedente.
John Riggs fu mandato una seconda volta alla cas di Joseph
con una
nota del signor Chandler che richiedeva di poter conferire
con il
profeta. Joseph replico’ che sarebbe andato all’hotel alle
otto del
mattino seguente.
 
Il giovane messaggero era presente quando il profeta vide per la
prima volta il papiro la mattina successiva. Piu’ tardi
disse che " A
Joseph Smith fu permesso di portarsi il papiro a casa e la
mattina
seguente porto’ i fogli che aveva tradotto, che Oliver
Cowdery lesse
e Mister Chandler allora produsse la traduzione del
Professor Charles
Anthon per quanto il professore pote’ tradurre" Il giovane
Riggs, che
anche era presente alla lettura dichiaro’ che la
traduzione del
profeta e del professore coincidevano ma che vi era un
punto che il
professor Anthon non pote’ tradurre che invece il profeta
fu capace
di farlo.
Quando arrivo’ Chandler a Kirtland?
Vi sono leggere discrepanze nei vari resoconti per
l’esatta data di
arrivo di Chandler a Kirtland.
Oliver Cowdery scrisse che Chandler visito’ Kirtland
l’ultimo di
Giugno od il primo di Luglio, e che il papiro fu
presentato in
quell’occasione a Joseph Smith.
La storia della chiesa dice:""Il 3 di Luglio, Michal H.
Chandler
venne a Kirtland per esibire alcune mummie egizie. Vi
erano 4 figure
umane, insieme con due o piu’ papiri coperti con figure
geroglifiche
ed attrezzi.
Una lettera di W.W. Phelps a sua moglie Sally favorisce la
data di
Oliver Cowdery. Phelps aveva lasciato sua moglie e sei dei
suoi sette
figli in Missouri allo scopo di andare a Kirtland per
lavorare sul
tempio e aveva scritto la seguente lettera a sua moglie.
Kirtland Ohio luglio 19 e 20 1835
Amata Sally,ieri sera abbiamo ricevuto la tua prima
lettera dopo
circa 12 settimane e dodici ore. le nostre lacrime di
gioia
testimoniavano quanto fosse benvenuta. Da queste cose
impariamo il
valore di ognuno nella societa’ nella compagnia
nell’amicizia e
virtu’. Prendendo la lettera sebbene, con tutto il suo
candore ed
informazione ed i nomi contenuti, e’stata dichiarata da
tutti coloro
che l’hanno lettera una bella lettera. Fratello Joseph
rimarco’ che
era facile piangere mentre la lettura scorreva ed era come
leggere la
storia di Giuseppe d’Egitto.
L’ultimo del mese di Giugno 4 mummie egizie sono state
portate qui,
vi sono con esse due rotoli di papiro. ato che nessuno era
in grado
di tradurli furono portati al profeta. Presto egli si rese
conto di
che cosa contenessero e disse :"che i roroli di papiro
contenevano il
registro sacro tenuto da Giuseppe alla corte di Faraone in
Egitto e
gli insegnamenti di Padre Abramo. Dio ha allora ordinato
che queste
mummie e scritti siano portati nella chiesa, ed i sacri
scritti di
cui ho avuto l’opportunita’ di dare un’occhiata nella casa
del
profeta quando mi arrivo’ la tua lettera, cosi’ ho avuto
due cose che
mi consolavano nello stesso giorno. Questi annali cosi’
vecchi,
quando li avremo tradotti e messo in un libro, saranno un
buon
testimone per il libro di Mormon. Non vi e’ niente di
segreto o di
nascosto che non sara’ rivelato e che verra’ ai santi.
In una lettera scritta sei mesi dopo ad un uomo chiamato
William
Frye, Oliver Cowdery spiego’ che Joseph Smith mostro’ a
Chandler, la
mattina che si incontrarono, un numero di caratteri
copiati dalle
tavole d’oro e che vi erano alcuni punti di rassomiglianza
fra i
caratteri Nefiti ed i caratteri sul papiro. Joseph Smith
disse:"
Come fu detto a Mr. Chandler che potevo tradurli, egli mi
porto’
alcuni caratteri ed io gliene diedi l’interpretazione, e
come un
gentiluomo egli mi diede il seguente certificato:
Kirtland 6 Luglio 1835
Questo e’ per rendere noto a tutti coloro che ne siano
desiderosi,
riguardando la conoscenza di Joseph Smith Jun, nel
decifrare gli
antichi caratteri in geroglifico in mio possesso, Che io
ho mostrato,
in molte citta’ eminenti, ai piu’ eruditi; e
dall’informazione che io
potevo ottenere io trovo che quella di Joseph Smith
corrisponde nei
piu’ minimi dettagli.
Michael Chandler
viaggiatore e propretario delle mummie egizie.
Oliver Cowdery nella sua lettera a Frye specifico’ che" Il
certificato fu dato precedentemente all’acquisto delle
antichita’"
Apparentemente Oliver voleva rendere chiaro a coloro che
fossero
inclinati a censurare il certificato di Chandler,
sostenendo che
forse questo certificato fosse fatto in base ad una
promessa di
acquisto degli artifatti, ma proprio perche’ Chandler
credette
nell’abilita’ traduttrice del profeta.
Una luce ulteriore su questa storia e’ fatta da Orson
Pratt, un
membro dei 12 apostoli appena chiamati. Il seguente
sermone fu dato a
Salt Lake City 43 anni dopo mentre anziano Pratt, allora
un membro
anziano dei dodici, stava anche servendo la chiesa come
storico.
Alcuni potrebbero questionare la sua accuratezza essendo
il suo
discorso cosi’ lontano nel tempo ma altri resoconti
attestano la sua
correttezza.
"dopo il ricevimento delle mummie egli (Chandler)
comincio’ a
togliere alcune delle bende antiche, e per suo stupore
trovo’ che sul
petto di una di queste mummie si trovava un registro
scritto su un
antico papiro in caratteri chiari, scritto sia in
inchiostro nero e
rosso, o con colori. Sia le mummie che i papiri furono
esibiti a New
York, Philadelfia e molte altre citta’ dell’est e migliai
di persone
le hanno viste e fra questi molti uomini eruditi e questi
caratteri
furono spesso mostrati loro e molto spesso fu risferito a
Mr> Chandel
di andare da Joe Smith, cosi’ lo chiamavano questi,
perche’ dicevano
che lui pretendeva di aver tradotto un antico libro che
aveva trovato
nelle parti occidentali di new York e che se lui fosse
andato da lui
forse egli avrebbe potuto tradurre il tutto. Molte di
queste
referenze erano fatto allo scopo di ridicolizzare il
profeta, ma
anche se cosi’ fosse mentre Chandler viaggiava attraverso
il paese
visito’ Kirtland dove il profeta risiedeva, portando con
se le mummie
i papiri e le traduzioni che aveva ricevute per quanto
fosse
possibile di alcuni caratteri, che comunque non erano
traduzioni ma
piu’ idee che ssi avevano al riguardo in base alla loro
conoscenza
del linguaggio non essendo questa sufficiente di renderli
abili di
tradurre letteralmente.
I PAPIRI E LE MUMMIE VENGONO ACQUISTATI.
Mentre esibiva le antichita’ in Cleveland, tre mesi
prima che
visitasse i santi a Kirtland, Chandler aveva annunciato in
un
giornale che era interessato nel vendere le quattro
rimanenti mummie
con i relativi documenti antichi. Dopo aver visto gli
artifatti,
Joseph Smith disse a Chandler che non aveva alcun
interesse nelle
mummi, solo nei papiri. Secondo Orson Pratt, Chandler
replico’ che
non avrebbe venduto gli scritti a meno che non vendesse
anche le
mummie, perche’ sarebbe stato come deprivare la curiosita’
della sua
esibizione."
Resoconti variano sia sull’ammontare pagato per gli
artifatti e come
il denaro fu raccolto. N.L. Nelson scrisse nel 1885 che
l’ammontare
pagato fu i circa 2.000 dollari. Dall’altra parte, Josiah
Quincy, un
prominente Bostoniano, riportava che il costo era stato di
6.000
dollari. Quest’ultima stima, che e’ la meno accurata, e’
probabilmente basata su di una storia che sara’ spiegata
in dettagli
successivamente. In una lettera a Joseph Smith datata 1
gennaio 1844,
Joseph Coe, il precedente agente di affari del profeta che
aveva poi
apostatizzato, disse che il costo delle 4 mummie era di
2.400
dollari. La fattura di pagamento che venne nelle mani
della chiesa
nel 1967 conferma che 2.400 dollari e’ la somma corretta.
2.400 dollari era una somma considerevole per i santi
impoveriti a
Kirtland. Nel 1993 quella somma sarebbe stata equiparata a
circa
35.000 dollari. In quel tempo molto famiglie povere si
erano unite
alla chiesa. La costruzione del tempio richiese quasi
tutto il tempo
e le risorse dei santi. Rapporti variano su come fu
possibile
eaccogliere una cosi’ grande somma di danaro per
acquistare le
mummied i papiri. Parley P. Pratt, uno dei 12 scrisse:" Un
avvenimento
di una natura cosi’ straordinaria, lo fu di certo, quando
un numero
di gentiluomini nel vicinato, non connessi con i santi,
uniti
assieme,e , comprarono i papiri e le mummie e ne fecero un
presente a
Mr. Smith.
D’altra parte la chiesa nella sua storia riporta:" che
alcuni dei
santi a Kirtland comprarono le mummie ed i papiri." Nel
1844 nella
sua lettera al profeta, Joseph Coe menziono’ il metodo
usato per
finanziare l’acquisto, che spiega parzialmente come membri
e non
membri potevano essere stati coinvolti.
"Da molto tempo sono stato ansioso di ricevre qualche
comunicazione
in merito al mio interesse nelle mummie. Ma avendo fallito
di
ricevere qualcosa di soddisfacente mi accingo allora a
scambiare
qualche sentimento al riguardo. Permettimi qui di
dettagliare la
storia dell’acquisto eccetera. allo scopo di rinfrescarti
la
memoria. Quando il soggetto dell’acquisto venne fuori io
ero
coinvolto in qualche modo ed ero incapace di sostenere un
fardello
ancor piu’ pesante per ancora piu’ tempo, ma avendo tutta
la
confidenza nell’utilita’ della collezzione, ed essendo
stato
assicurato da te stesso che il fardello sarebbe stato solo
temporaneo; che i profitti che sarebbero venuti fuori
dall’opera
quando tradotta sarebbero stati piu’ che adeguati a tutte
le spese
sostenute che sarebbero state necessarie per l’acquisto.
Quindi mi
sono interessatoa questo affare in relazione all’acquisto
con la
stessa confidenza che io avevo precedentemente fatto negli
affari che
io ho pensato sarebbero risultati per il bene della
chiesa. Prima di
chiudere il contratto con Chandler, ho preso accordi con
S. Andrews
per prendere una terza parte, una terza parte da essere
presa da te e
compagni ed un terzo da me stesso.
Joseph Coe e Simeon Anderson raccolsero 800. dollari,
mentre Joseph
Smith e compagni raccolsero altri 800 dollari.
Possibilmente molti
membri e non membri, sostennero l’acquisto delle mummie e
relativi
papiri contribuendo fondi sotto il nome di Joseph Smith
per
raggiungere la sua quota di 800 dollari.
Non e’ noto quando Joseph comprese che cosa fossero i
contenuti dei
papiri. Se non fu quando Chandler fu in Kirtland, fu
allora noto al
profeta pochi giorni dopo. Una cosa sembra chiara:"La
provvidenza
stava dirigendo il suo servo. Il resoconto di Joseph nella
storia
della chiesa cita:"
Dopo poco questo (fra il 5 Luglio ed il 9) alcuni dei
santi a
Kirtland acquistarono le mummie ed i relativi papiri, una
descrizione
dei quali apparira’ di qui a poco, e con W.W. Phelps ed
Oliver
Cowdery come scrivani, io ho iniziato la traduzione dei
caratteri o
geroglifici, e molto a nostra gioia veniva scoperto che
uno dei
papiri conteneva gli scritti di Abramo ed un’altro gli
scritti di
Giuseppe d’Egitto, eccetera, un piu’ dettagliato resoconto
di cio’
apparire in questo luogo, come io procedo ad esaminarli ed
a
tradurli. Veramente possiamo dire, il Signore sta
cominciando a
rivelare l’abbonza di pace e verita’."
ABRAMO E GIUSEPPE IN EGITTO.
 
Nuove intuizioni attraverso Joseph Smith.
Il racconto biblico e’ silente e non parla di nessun libro
lasciato
da Abramo e Giuseppe. Fortunatamente, una considereveole
informazione
si trova in altre autentiche fonti relative alle loro
opere
letterarie. Queste fonti includono gli scritti che
pervennero in
possesso di Joseph Smith a Kirtland, Ohio, nel 1835.
Il sottotitolo del libro di Abramo come appare nella Perla
di Gran
prezzo dichiara che e’:"Una traduzione di qualche antico
registro,
che e’ pervenuto nelle nostre mani dalle catacombe
d’Egitto: gli
scritti di Abramo mentre era in Egitto, chiamato il libro
di Abramo,
scritto di suo proprio pugno su papiro."
In questo libro di scrittura antico, che fu tradotto dal
profeta
Joseph Smith, Abramo riporta che gli antichi annali che
delineavano
la cronologia dei patriarchi, cominciando con Adamo erano
in suo
possesso. Egli anche dichiarava:" Mi sforzero’ di scrivere
alcune di
queste cose su questi annali, per il profitto della mia
posterita’
che verra’ dopo di me." Abramo 1:28,31
Da notare che Abramo scrisse il suo resoconto dopo che il
suo nome
era stato cambiato da Abramo in Abrahamo quando aveva 99
anni, dopo
che aveva lasciato l’Egitto per tornare a Canaan. Vedi
Genesi 17:1-8
A quel tempo egli stava spiegando cose egizie alla sua
famiglia a
Canaan, che erano generalmente non familiari con i customi
degli
egiziani ( vedi il facsimile 1 figura 12 e facsimile 2
figure 1, 4 e 5
Il Signore ha comandato ai suoi profeti fin dai giorni di
Adamo di
registrare gli eventi piu’ importanti. Giuseppe il figlio
di Giacobbe
non manco’ in questo. Le tavole di bronzo, che Nefi prese
a Laban
furono usate per illuminare la nazione Nefita dalle
dottrine e
profezie come riportate dai profeti di Dio della tribu’ di
Giuseppe.
Le grandi tavole, prima compilate da Nefi e poi
continuamente tenute
dai nefiti, un resto della tribu’ di Giuseppe, erano una
continuazione delle tavole di bronzo.
Chi scrisse inizialmente su queste non e’ noto al momento,
ma e’
chiaro che esse contenevano molte delle profezie di
Giuseppe. Uno si
potrebbe chiedere se Giuseppe stesso fosse l’iniziatore di
questo
testo sacro.. Nefi, figlio di Lehi scrisse:"Ed ora io,
Nefi, parlero’
delle profezie menzionate da mio padre, che concernono
Giuseppe, che
fu condoto in Egitto. Poiche’ in verita’ egli profetizzo’
in merito a
tutta la sua stirpe. E le profezie ch’egli scrisse, non ve
ne sono
molte che siano piu’ grandi. E profetizzo’ su di noi e le
nostre
future generazioni; e cio’ e’ SCRTTO SULLE TAVOLE DI
BRONZO."
Queste tavole introducono 4 profeti della tribu’ di
Giuseppe che non
sono menzionati nella Bibbia: Zenos, Zenock, Neum e Ezias.
(vedere
Helaman 8:20 1 Nefi 19:10 3 Nefi 10:15-17.
Abramo e Giuseppe erano uomini di fede. Loro erano profeti
e
scrittori e tenevano i loro annali. Non solo erano profeti
e custodi
di annali ma furono anche prolifici scrittori di cose
sacre di cui
furono testimoni.
Oliver Cowdery, parlando degli scritti di Abramo e
Giuseppe che
Joseph Smith aveva acquisito, dichiaro’:"Quando la
traduzione di
questi preziosi documenti sara’ completata, quando non lo
so; nemmeno
posso darvi una probabile idea di quanto grandi possano
essere i
volumi che ne verranno fuori, ma a giudicare dalla loro
entita’ e
dalla compressione del loro linguaggio (geroglifico) uno
si potrebbe
ragionevolmente aspettare di vedere una significativa
informazione su
questi potenti uomini di Dio e dei loro affari tra i figli
degli
uomini.
Un visitatore a Kirtland che vide le mummie ed i papiri,
una persona
che non era membro della chiesa scrisse:"Loro dicono che
le mummie
sono egizie, ma che i papiri sono di Abramo e
Giuseppe…….. e per
contenere questi scritti ci vorra’ un volume piu’ grande
della Bibbia
stessa.
Questo e’ solo un’idea di quanto lunghi potessero essere
entrambi i
papiri se tradotti, comunque i primi leaders della chiesa
pensavano
che gli scritti dei due patriarchi fossero di una
lunghezza
considerevole.
 
Gli antichi egizi credevano fortemente nella natura
eerna dell’uomo.
Molti comprendevano la futilita e la temporanea natura
della vita che
precede la vita eterna o stato eterno dell’uomo. I morti
venivano
imbalsamati proprio con questa idea in testa Anche
Giacobbe (Israele)
padre di Giuseppe fu imbalsamato, secondo le scritture
leggi Genesi
50:2-3
Circa un migliaio di anni dopo Erodoto, il rinomato
storico greco del
quinto secolo avanti Cristo, visito’ l’Egitto e descrisse
il processo
di imbalsamazione:"
La maniera di imbalsamare, secondo il processo piu’
perfetto e’ il
seguente:"Essi prendono prima un pezzo di ferro lavorato
ad arte e
con esso tolgono il cervello e poi puliscono ad arte il
cranio vuoto
con droghe, poi fanno un taglio con una affilata pietra
etiopica
lungo la pancia e tolgono tutto il contenuto dell’addome,
che poi
puliscono, lavano con vino di palma ed ancora
frequentemente con
infusi aromatici. Dopo tutto questo riempiono la cavita’
con la mirra
piu’ pura, con la cassia ed ogni altra sorta di spezie
eccetto
l’incenso e ricuciono l’apertura. poi il corpo e lasciato
da parte
per 7 giorni interamente coperto. Dopo questo periodo che
non deve
essere superato, il corpo e’ lavato e fasciato dalla testa
ai piede
con le bende di lino fine e quando il tutto e’ finito il
corpo viene
restituito ai parenti che lo rinchiudono in una bara di
legno che
loro hanno preparato per quello scopo, questa bara ha la
forma di un
uomo. Di solito questa specie di bara viene appoggiata
contro la
parete della camera sepolcrale.
Erodoto spiegava che vi era anche un secondo ordine di
sepoltura che
costava di meno ed i anche un tezo metodo che era il meno
caro, ma in
tutte e tre di questi metodi il corpo doveva rimanere 7
giorni
perche’ il processo fosse perfetto.
Di solito queste mummie avevano con se i loro preziosi o
documenti
che erano ritenuti importanti durante la loro vita.
Addirittura
questi documenti avevano anche la funzione, diprovvedere
al deceduto
le risposte necessarie per consentire loro di accedere con
successo
ai portali celesti sorvegliati da esseri angelici. Se la
persona
deceduta fosse stata un profeta di Dio sarebbe stato
appropriato che
tali documenti sarebbero stati sepolti con lui.
 
L’uomo che aveva trovato le mummie egiziane ed i papiri
che poi
furonom venduti ai santi degli ultimi giorni si chiamava
Antonio
Lebolo. La sua vita e’ parte integrale dell’intero
episodio e ci
aiutera’ meglio a capirla. Giovanni Pietro antonio Lebolo,
figlio di
Pietro e Marianna Meuta, nacque a Castellamonte in
Piemonete il 22
Gennaio 1781. Nel suo linguaggio nativo, Antonio era
conosciuto come
Giovanni Pietro Antonio Lebolo. Suo padre, Pietro era un
leader nella
comunita’e venditore di provviste, egli era un discendente
di una
delle piu’ vecchie famiglie di Castellamonte. Queste
informazioni si
possono trovare nel libro di A. Bertolotti "Passeggiate
nel Canavese
O.C. 1871 e nel libro di Michelangelo Giorda "La storia
civile
religiosa ed economica di Castellamonte Canavese (Ivrea
Italia 1953.
Il sud dell’Europa era in tumulto politicamente durante la
gioventu’
di Antonio Lebolo. Dopo essere stato governato dal re
della Sardegna
il Piemonte era stato preso dall"Austria. Poi Napoleone
Buonaparte
dalla vicina Francia invase la zona nell’Aprile del 1796 e
lal
libero’ dagli austriaci. Nel mezzo di questa irrequietezza
politica
Antonio si sposo’ con Maria Pollino Marchetto nel 1797.
Lui aveva
sedici anni e la moglie 21. Napoleone non aveva alcuna
intenzione di
rendere il piemonte al re ed incorporo’ il Piemnonte nella
Francia. I
piemontesi ebbero due scelte o di opporsi o cooperare,
Antonio scelse
di cooperare e nel 1799 all’eta’ di 18 anni si arruolo’
come soldato
sotto la bandiera francese. L’anno successivo fu promosso
come
brigadiere. Il 22 Marzo 1801 Lebolo fu ferito durante la
ribellione
di Sant’Agostino, non si sa la natura e la durata della
ferita, ma
solo che fu sufficientemente seria e che fu messo fuori
servizio.
Sembra che dopo cio’ Antonio sia stato a lavorare nella
polizia. I
registri che riguardano la sua vita familiare sono molto
scarni
eccetto che egli ebbe un figlio, Pietro Giovanni Enrico
che nacque il
17 Luglio 1800 ma che mori’ dopo soli 17 giorni. Dieci
anni dopo la
coppia ebbe un altro figlio che fu chiamato Michele Pietro
Antonio.
Cio’ che fece tra il 1802 ed il 1808 e tra il 1811 ed il
1814 e’
ignoto. Lui fu in Castellamonte fra il Marzo 1808 ed il
Dicembre del
1810, infatti vi sono molti documenti che lui firmo’ in
quel periodo.
Documenti che si trovano tutt’ora negli archivi torinesi.
Un autore
Stanley Mayes, si riferisce a lui come " un gendarme di
Milano". il
che potrebbe spiegare la sua assenza da Castellamonte in
quel
periodo, sebbene questa dichiarazione non sia confermata
in nessun
registro della polizia milanese.
ALTRE CONQUISTE DI NAPOLEONE.
Napoleone non era contento delle conquiste fin li’
ottenute e cosi’
si rivolse verso l’Africa e piu’ precisamente verso
l’Egitto. Mentre
L’Europa stava per entrare nel periodo del risveglio
politico ed
industriale, l’Egitto languiva ancora nel suo passato.
L’unica
minaccia per le ambizioni di Napoleone era l’Inghilterra.
Lui sapeva
che se avesse conquistato L’Egitto avrebbe potuto mettere
a
repentaglio le lucrative vie inglesi che portavano alle
Indie.
Inoltre i francesi si ricordavano che solo 50 anni prima
gli inglesi
li avevano buttati fuori dalle indie. Con una forza di
38.000 uomini,
insieme con i loro animali, la flotta di napoleone
composta da 328
navi attraverso’ il Mediterraneo ed approdo’ alla baia di
Abukir
vicino ad Alessandria di Egitto il 1 Luglio 1798. Gli
invasori si
erano portati dietro, scienziati ed abili artigiani che
Napoleone
voleva documentassero i loro scavi in quell’antico paese
pieno di
misteri. Fra questi vi erano circa 167 professionisti
dell’epoca,
come medici, chimici, mineralogi, artisti, cartografi,
zzoologi,
geografi, epserti in polevere da sparo e matematici.
Questi studiosi rimasero tre anni soltanto ma il loro
impatto si
sente tutt’ora. Nel Luglio 1799 una roccia di basalto con
iscrizioni
in tre lingue differenti fu scoperta, la famosa pietra di
Rosetta.
All’inizio solo l’iscrizione Greca fu tradotta le altre
erano
incomprensibili, ma fu convenuto che tutte e tre gli
scritti
contenessero la stessa informazione, e quindi poteva
provvedere una
chiave per le lingue sconosciute. Questo fu prorpio il
caso.
Quando l’esercito Francese attraverso una curva del Nilo e
si trovo’
di fronte l’antico tempio di Luxore Karnak, accadde una
cosa strana.
Il 27 Gennaio 1799 la divisione francese si fermo’
spontaneamente e
tributo’ un fragoroso applauso. Un tenente riporto’ che"
senza che
nessun ordine fosse dato gli uomini si misero in
formazione
disciplinata e presentarono le armi dietro
l’accompagnamento dei
tamburi e della banda. La grandezza del momento era
sentita
spontaneamente ed un intera armata pago’ uno spontaneo
tributo
all’antichiata’. Il superbo sito era Karnak e l’antica
Tebe l’area
dalla quale sarebbero venuti fuori pochi anni dopo gli
scritti di
Abramo e Giuseppe.
 
Dopo la sconfitta dei Francesi e conseguente esilio di
Buonaparte
all’Elba, i Savoia ripresero il loro dominio su Nizza, il
Piemonte e
la repubblica di Genova. Coloro che erano stati fedeli a
Napoleone
divennero famosi come i "Buonapartisti" e Lebolo che era
uno di
questi decise che l’Egitto sarebbe stata la sua nuova
frontiera
lontana dai problemi europei. Tra l’altro egli aveva un
amico
influente in Egitto, Bernardino Drovetti che era stato
console
generale in Egitto fra il 1803 ed il 1814. Drovetti era
nato a
Barbania, una citta’ alpina in Piemonte solo a 7 od 8
miglia dalla
citta’ natale di Lebolo. Questi aveva servito come
colonnello
nell’esercito francese in Piemonte, dove anche Lebolo
aveva servito e
successivamente aveva anche servito sotto il generale
Giovacchino
Murat, cognato di Napoleone, nella campagna d’Egitto. In
questa
campagna il Drovetti era stato ferito gravemente ed una
sua mano era
stata mutilata. Sul suo rilascio, ricevette una medaglia
per
l’eroismo dimostrato proprio da Napoleone che lo assegno’
come
diplomatico rappresentativo in Egitto.
Quando i reali francesi ripresero il potere nel 1814
Drovetti si
trovo’ nella stessa posizione di Lebolo e quindi anche lui
prese la
decisione di rimanere in Egitto dove negli anni aveva
costruito una
stretta amicizia con Mohamed Ali, il Pascia’ d’Egitto.
Quindi Lebolo
insieme con il Drovetti si misero in affari in scavi
archeologici.
Antonio Lebolo lavoro’ per Bernardino Drovetti nella parte
alta
dell’Egitto begli anni fra il 1817 ed il 1821 o 1822.
 
Il terreno per la sepoltura sulla riva ovest del Nilo a
Tebe e’
diviso in tre sezioni, la valle dei Re, la valle delle
regine e la
valle dei nobili. Le tombe piu’ splendide appartengono ai
re, i
ricchi Faraoni che non risparmiarono niente per prepararsi
per
l’eternita’. Scavatori come Bernardo Drovetti erano
interessati a
scavare nella valle dei Re, dove i piu’ ricchi tesori del
passato
sarebbero stati logicamente piu’ facili da essere trovati.
In teoria
gli spogliatori di tombe non hanno alcun interesse nelle
tombe dei
piu’ poveri. Dato che Lebolo era solo un aiutatnte di
Drovetti a tebe
cio’ che avrebbero trovato avrebbe dovuto appartenere a
Drovetti. Ma
Drovetti quando perse la sua posizione come console
generale nel 1815
non aveva i soldi per poter pagare e cosi’ lascio’ parte
del bottino
come salario a Lebolo. Sembra che a Lebolo fu permesso di
scavare
personalmente nella valle dei nobili, il sito di sepoltura
di uomini
prominenti come scribi, artigiani, amministratori ed
astronomi, che
erano al servizio di Faraone. Le loro tombe erano adornate
con
murali, effetti personali ed anche con una certa
ricchezza, ma certo
non paragonabile con le tombe dei re e delle regine. Dato
che Lebolo
soprintendeva molti scavi archeologici e dirigeva il
lavoro di
centinaia di lavoratori su di un periodo di alcuni anni,
e’
impossibile, con i fatti disponibili determinare dove le
mummie
furono trovate, parlo di quelle spedite negli Usa. Molti
santi degli
ultimi giorni che visitano l’Egitto si fermano di solito
alla tomba
33 nella valle dei nobili, supponendo che questo sia il
sito dove
Lebolo trovo’ gli scritti di Abramo. E’ importante capire
perche’ e
come questa tomba sia stata scelta e vedere se tale
conclusione e’
possibile.
Oliwer Cowdery, lo scrivano del profeta disse la storia di
Michael H.
Chandler come segue:
" I registri furono ottenuti da una delle catacombe in
Egitto, vicino
ad un posto dove una volta stava la rinnovata citta’ di
tebe, dal
celebre viaggiatore francese Lebolo nell’anno 1831. Questi
si era
procurato la licenza da Mehemet Ali’, allora vicere’
d’Egitt, sotto
la protezione del cavalier Drovetti, console francese,
nell’anno 1828
ed aveva 433 uomini per 4 mesi e due giorni, egiziani o
soldati
turchi che ricevevano 6 centisime per giorno. Egli entro’
nelle
catacombe il 7 Giugno 1831 e ottenne 11 mummie. Vi erano
centinaia di
mummie nella stessa catacomba, circa un centinaio
imbalsamato secondo
il primo ordine e poste nelle nicchie e due o trecento
secondo il
secondo e terzo ordine che giacevano al suolo. queste
ultime erano
cosi’ rovinate che non potevano essere rimosse e solo 11
del primo
ordine trovate nelle nicchie.
 
Nel libro "who was who in Egyptology" un indice
biografico di persone
influenti in Egitto, Warren R. Dawson menziona che Lebolo
stava
scavando in una tomba a Tebe nel rione di Gurneth. Il
Dottor Ross T.
Christensen un professore di antropologia ed archjeologia
a Brigham
Young university mette in relazione questa dichiarazione
con la
dichiarazione di Oliver Cowdery dicendo che la tomba 33
era la
possibile tomba dalla quale erano usciti gli scritti di
Abramo. Il
Dottor Christensen da la sua spiegazione per questa
ipotesi.’
Da cio’ che mi ricordo, io stavo facendo delle ricerche
nel 1960 o
1961 per un foglio che dovevo presentare al tredicesimo
simposio
annuale di archeologia delle scritture. Nel mio lavoro
incrociai un
libro intitolato "Topografia bibliografica degli antichi
testi
geroglifici egizi" i volumi erano di due donne inglesi,
entrambe
altamente riconosciute, che si chiamavano Bertha Porter e
Rosalind
L.B. Moss. Loro avevano ricevuto l’informazione su questa
materia da
Duemichem un eminente egittolo del diciannovesimo secolo.
Il primo
volume, intitolato la necropoli di Tebe, era un archivio
pieno di
informazioni. Il libro aveva i piani di base di cio’ che
noi
chiamiamo le tombe private dei nobili. Dall’informazione
data da
Dawson, che la scoperta di Lebolo era una tomba
sotterranea, una
sotto la superficie del suolo e che aveva alcune mummie
tolemaiche
dentro., io pensavo che la mummia in cui Lebolo trovo’ le
mummie
sarebbe stata una mummia privata, non una mummia di un
Faraone e
sarebbe presentata dai suoi autori. Cosi’ di tutte quelle
presentate,
io scelsi semplicemente la tomba piu’ grande da studiare.
Era la
tomba di Petamenopet, un nobiluomo della trentaseisima
dinastia o
Sait dinastia e chiamata dagli egiziani di oggi tomba 33.
Notai anche
che sembrava avere molte nichhie in essa e cio’ tornava
con il
racconto di Oliver Cowdery. Contai le nicchie e sembrava
che vi fosse
posto sufficiente per contenere le 100 mummie imbalsamate
che Oliver
disse che sarebbero state in quelle nicchie. Allora
comincia a
paragonare il suolo con quello delle altre e mi sembro’
che questa
poteva essere la tomba che Lebolo aveva scoperto. Era
proprio a
Gurmeth, era proprio nella zona delle tombe sotterranee e
sembrava di
essere l’unica con una "grande cavita’ grande abbastanza
da contenere
un totale di tre o quattocento mummie le quali due o
trecento
dovevano essere del secondo e terzo ordine. Anche la
presenza delle
nicchie dalle parte era sufficientemente grande da poter
contenere
100 mummie del primo ordine. La tomba 33 sembrava di
essere l’unica
che potesse adattarsi alla descrizione. Un grande numero
delle tombe
sotterranee non aveva affatto nicchie e quelle che le
avevano non
avevao lo spazio sufficiente per contenere il numero di
mummie che
avrebbero dovuto secondo le descrizioni che abbiamo.
Quindi fu per un
processo di eliminazione che io conclusi che l’ipotesi
migliore se
non l’unica era la tomba sotterranea 33.
Comunque lo scrittore del libro che sto traducendo non e’
molto
d’accordo con le conclusioni del Dottor Christensen per
una serie di
motivi che cozzano con la sua ricostruzione. I motivi sono
che dopo
piu’ di cento anni e tanti scavi fatti nella zona possono
aver
alterato le tombe, infatti gli scavatori alla ricerca di
tesori non
hanno badato a fare attenzioni alle pareti delle tombe. Le
nicchie
menzionate non possono essere considerate tali secondo lo
scrittore
ed inoltre dato che il lavoro del Dr. Christensen era
basato su di un
racconto di Chandler poteva essere basato su erronee
informazioni
infatti in quel racconto si chiama Sebolo il Lebolo e
viene dato
l’anno dello scavo nel 1831 quando il Lebolo era gia’
morto nel 1830
a Piedimonte. Lebolo non aveva la licenza nel 1828 da
memet Ali’
perche’ a quel tempo risiedeva a Castellamonte di
piedimonte. Quindi
chi scrisse il resoconto che Chandler diede alla chiesa in
Kirtland?
A causa di questi errori e’ chiaro che questa spiegazione
non fu data
dal Lebolo ma da un parento od amico dopo la sua morte o
forse anche
dall’agente che fece la spedizione. Vi potrebbero anche
essere stati
degli errori nella traduzione del documento in inglese.
 
Pochi anni fa un mio collega di BYU il Dottor S. Kent
Brown, stava
sedendo vicino al Dottor Lazlo Kakosy, unn rinomato
egittologo di
Budapest. Entrambi erano in viaggio per una convention sul
Copto in
Polonia. Durante la loro conversazione, il Dottor Kakosky
chiese al
Dottor Brown se il nome Antoni Lebolo gli ricordava
qualcosa. Il nome
di lelo, disse, era inciso su di un passaggio della tomba
32 nella
valle dei nobili, dove Kakosky e la sua truppa scavano
scavando per
conto del governo ungherese. Il Dottor Brown gli disse che
io stavo
facendo ricerche al proposito da diversi anni e quindi mi
mise in
contatto con lui fin dal 1986. Questa che cito e’ una
dichiarazione
che il Dottor Kakosky mi fece.
Molti oggetti preziosi furono rimossi dalla tomba circa il
1818-1820
quando era visitata da Antonio Lebolo, un avventuriero
italiano che
agiva per conto di qualcun altro nella ricerca di
antichita’. Egli
menzionava una tomba in Gurma dalla quale aveva preso
molte mummie e
sarcofaghi. Vi sono serie indicazioni che questa tomba
fosse la tomba
di DJEHUTIMES. Noi possiamo addurre le seguenti evidenze
per
sostenere questa idea.
1 Non vi e’ alcuin dubbio che Lebolo avesse visitato la
tomba 32 dato
che incise il suo nome nel tunnel
2 Egli parla di una tomba con quelle caratteristiche e
molti dei
mattoni portano inciso il nome DJEHUTIMES
3 Vi sono due coperchi di sarcofaghi di granito nel museo
egizio di
Torino. Uno di questi porta il nome di OVERSEER (di Amun)
DJEHUTIMES.
Lo stile e’ quello della diciannovesima dinastia; il
sarcofago
trovato nella tomba 32 porta lo stesso nome e titolo.
Nessuna traccia
del coperchio e’ stata trovata nella camera di sepoltura
dalla nostra
troupe.
L’altro oggetto che si trova a Torino e’ la parte
superiore di un
coperchio di granito del sarcofago appartanente ad una
donna. Questo
mostra lo stesso stile e le stesse cose come quello di
DJEHUTIMES.
Cio’ e’ ancora di piu’ confermato dalla presenza dei
frammenti della
mancante parte inferiore nella tomba. Un controllo della
misura di
questi frammenti rimane ancora da essere fatta; se questi
combaceranno allorasara’ verificato che la parte integra
era stata
portata via, probabilmente da lebolo, mentre i frammenti
mentre i
frammenti giacenti qua e la’ nel sito sono rimasti cola’.
4 Un coperchio di una pietra di sarcofago Ptolemaico, di
nuovo a
Torino, fu fatta per lo scriba SHEP-MENU, figlio di
NES-MENU. Noi
sappiamo i nomi di entrambi dalla tomba 32, dove questi
erano scritti
sulle bende che avvolgevano le mummie, cosi’ che questo e’
un’alto
oggetto trovato nella tom,ba di DJEHUTIMES nel secolo
scorso.
5 I migliori documentati ritrovamenti di Lebolo sono i
sarcofaghi e
le mummie della famiglia SOTER, ora dispersi in diversi
musei
(Berlino, Brithish Museum, Leiden, LOuvre, Torino). Questa
era una
famiglia nobile a Tebe del secondo secolo dopo Cristo,
probabilmente
di origine greca, i membri della quale avevano adottato i
riti e le
credenze funerarie degli egizi. Alcuni di loro aveno nomi
Greci,
altri egizi. Questo ritrovamento divenne famoso per le
rappresentazioni dello zodiaco sui sarcofaghi.
Durante un nostro scavo una mummia del periodo Romano e’
stata
scoperta che mostra delle somiglianze con quelle della
famiglia
Soter. In questo caso non vi e’ alcun dubbio che era stato
Lebolo che
prese i ritrovamenti dalla tomba. Come per l’origine dei
tre coperchi
del sarcofago di pietra non vi e’ alcuna informazione
negli archivi
del museo di torino. Comunque, il loro arrivo a Torino
rende
probabile che anche questi furono portati da Lebolo.
Quindi uno
rimane con l’impressione che agli inizi del secolo scorso
dopo che
furono portate via sarcofaghi e mummie i primi predatori
di
antichita’ stessero cercando primariamente per oggetti di
metallo.
I primi archeologi od esploratori e turisti lasciarono le
loro
incisioni nelle tombe, sulle pareti e su tutti i posti
possibili ed
immaginabili per immortalizzare la loro presenza sul
luogo. Gli
scavatori facevano proprie le loro tombe incidendo i loro
nomi sulle
pareti od altri ovvi posti. Il nome di Lebolo e’ stato
trovato solo
nella tombra sotterranea 32. Il Dottor Kakosky dichiara
che alcune
centinaia di mummie potevano essere dislocate cola’ in
questa vasta
area tombale. Potrebbe essere la tomba sotterranea 32 il
sito dove i
sacri scritti di Abramo furono rimossi? E’ una
possibilita’, ma e’
solo uno dei diversi siti in cui Lebolo scavo. Il suo nome
potrebbe
essere ritrovato in futuro anche da qualche altra parte da
qualche
altro studioso interessato in questa ricerca.

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