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Thursday, February 28, 2013

Storia del libro di Abramo parte seconda



Il seguito della storia del libro di Abramo
Avvenimenti che seguirono la morte
di Lebolo.
Durante la notte del 18-19 Febbraio 1830, Antonio
Lebolo mori’ all’eta’ di
49 anni nella sua casa di castellamonte. Nel suo
testamento era richiesto
che le seguenti persone avrebbero dovuto fare un
inventario dei suoi
possedimenti: suo cugino Giovanni Meuta, suo fratello
Giuseppe, il notaio
Giacomo Buffa ed il suo amico Francesco Bertola.
Sicuramente le undici mummie da cui ci pervenne il
libro di Abramo dovevano
esservi elencate.
Per completare questo inventario occorsero nove giorni.
Il problema e’ che queste mummie non erano in questo
inventario e nemmeno
menzionate nel suo testamento e questo e’ increddibile
se si pensa al valore
monetario che queste dovevano avere. Nessun erede
irlandese e’ menzionato
nel testamento, gli unici eredi erano Anna Maria
ed i loro 4 figli.
La famiglia Morozzo che ha vissuto nella casa di
Antonio Lebolo per molti
anni, e che non e’ cambiata molto ( si potra’ vedere
la foto quando questa
storia verra’ messa sul sito, o mio o di Pinotto
non fa differenza) a parte
l’acuqa corrente e l’eletricita’.
Dan Jorgensen, uno dei primi presidenti di missione
in Italia fece un
intervista al signor Morozzo che ricordava che quando
giocava da bambino
nell’attico della casa "un attico pieno di scatole
contenenti vecchie
lettere e cose simili" vide molte lettere scritte
in lingua straniera
affrancate con francobolli stranieri, purtroppo come
spesso accade come il
tempo passava coloro che entravano come inquilini
o proprietari della casa
pensaraono bene di disfarsi di questa inutile e vecchia
corrispondenza.
A questo punto e’ necessario spiegare come si e’
venuti in possesso del
testamento del Lebolo.
Donl Peterson, purtroppo deceduto da vari anni oramai,
autore di questa
ricerca, nell’autunno del 1984 venne in Italia per
questo scopo e benche’
alcuni suoi predecessori in questo campo furono incapaci
di trovare questo
testamento ebbe la fortuna di, ma lasciamo posto
alle sue parole.
"
Una domenica di Ottobre sono andato in chiesa, la
nostra SUG a Torino, dove
ho incontrato una sorella che poteva aiutarmi come
interprete nelle mie
ricerche nelle varie biblioteche o musei o archivi.
Patrizia Pianea, una
convertita alla chiesa da circa un anno. Lei era
molto valida nell’inglese,
Francese e chiaramente in italiano. Come discutevamo
il mio progetto, un
piccolo bambino di circa 2 anni seguito attentamento
dallo sguardo di sua
madre entro’ nella nostra stanza dove io e Patrizia
discutevamo. La madre
del bimbo, Jerrilyn Comollo era originaria dell’Arizona.
Lei udi’che stavo
citando il nome di Lebolo a Patrizia e disse che
suo marito, Adriano, aveva
una volta cercato invano per documenti relativi a
Lebolo. Inutile dire che
ero interessatissimo ad incontrare Adriano, un sommo
consigliere di
distretto che avrebbe parlato durante la sacramentale
di quel giorno.
Alla conclusione della sacramentale fummo invitati
per una cena durante la
settimana a casa di questa famiglia. Durante quella
cena Adriano disse che
aveva visto un documento ufficiale con la firma di
Antonio Lebolo
nell’archivio di stato di Torino. I sarei dovuto
volare in Egitto in un paio
di giorni cosi’ chiesi ad Adriano di mandarmi una
fotocopia. Anche gli
chiesi se avrebbe controllato altri documenti emessi
dallo stesso notaio per
vedere se Lebolo avesse utilizzato lo stesso notaio
per altre faccende
legali ed enfatizzai l’importanza di questo fatto
proprio per vedere se vi
fosse la possibilita’ di localizzare il testamento
di Lebolo.
Al Cairo, una settimana dopo, ricevetti una telefonata
alle 4 del mattino da
mia moglie, Mary Lou. I comollo le avevano telefonato
alla mia casa in Orem,
Utah per annunciarle che avevano trovato il testamento
di lebolo con
l’inventario connesso ed un altro documento che citava
le undici mummie.
Anche se avevo speranza di trovare in Egitto altro
materiale interessante
relativo a Lebolo, devo dire che questo ebbe la precedenza
assoluta, cosi’
cancellai i miei impegni in Egitto e tornai in Italia.
Spendemmo la
successiva settimana negli archivi di stato di Torino,
fotografando il
testamento e l’inventario e cercando per ulteriore
informazione. Un
documento che attrasse la nostra attenzione in una
nuova direzione era il
docuemnto legale che citava le undici mummie. Era
stato preparato da Giacomo
Buffa, il notaio che aveva redatto il testamento
e che aveva aiutato
nell’inventario. questo documento, datato 30 Luglio
1831 legge com
Giovanni Metua amministratore dei beni dei figli
di Antonio Lebolo elenca i
beni del defunto.
11 mummie consegnate al signor Albano Oblassa affinche’
possa venderle.
Gustavo Bourlet debitore di 1800 Fiorini e di seguito
vengono elencati altri
debitori del Lebolo che io non menziono perche’ ininfluenti
ai fini del
nostro tema.
Questo documento toglie ogni dubbio sul fatto se
Lebolo possedesse altre
mummie oltre alle suddette 11.
Prima di continuare la nostra ricerca del viaggio
che le memmie possono aver
fatto per arrivare negli States lo scrittore focalizza
la sua attenzione su
di una breve nota della famiglia Lebolo che sembra
appropriata per
completare la storia. Il 10 Ottobre 1831, piu’ di
un anno e mezzo dopo la
morte di Lebolo, la sua vedova, Anna Maria, ritorno’
a Castellamonte in
compagnia di Giuseppe Brogliatti per cercare di riprendere
alcune cose
personali che erano rimaste cola’. Secondo un documento
legale, lei viveva a
Torino, circa 50 chilometri distante. I suoi figli
non vivevano con lei ma
risiedevano ancora a Castellamonte. il documento
dichiara:
Antonio Lebolo ha dato l’usufrutto di tutti i suoi
beni, della sua casa e
della sue proprieta’ persoanli a sua moglie Anna
ed a tutti i suoi eredi che
sono: Pietro, Giuseppe, Tommaso e Giovanni, tutti
fratelli e tutti i suoi
figli. Se per caso, sua moglie Anna non potesse o
non volesse vivere con
loro egli ha provveduto per lei una somma di denaro
(240 lire) per anno per
il suo cibo e vestiario senza che possa richiedere
di piu’. Dato che Anna,
la vedova di Lebolo, non vuole vivere con i suoi
figli ed ha gia’ una nuova
residenza a Torino, dopo aver fatto conoscere la
sua decisione a Giovanni
Meuta, avvocato e tutore degli eredi di Lebolo, lei
chiede allo stesso
tutore di darle qualche propieta’ personale, da essere
determinata e
sistematicamente pagare la somma dovuta.
Viene elencato i beni personali che furono dati ad
Anna, poi le viene
spiegato che vi erano anche dei creditori oltre che
debitori e quindi alcune
incertezze finanziarie e quindi venne arrangiato
per lei un pagamento ogni 4
mesi e dato che lei era una illetterata firmo’ il
documento con una croce.
Alcuni hanno pensato che lei vivesse in un convento
cattolico a Torino, come
aveva fatto a Venezia, dato che non si e’ mai saputo
dove vivesse. I
conventi non erano richiesti di fornire il nome di
coloro che vi risiedevano
ma solo il numero.
I figli di Lebolo morirono relativamente giovani.
SONO QUESTE MUMMIE LE MUMMIE GIUSTE?
Lo scrittore ritorno’ negli USA verso la fine di
Novembre 1984 con le
fotocopie del Testamento, l’inventario e la documentazione
legale per Pietro
di controllare le 11 mummie a TRieste che erano state
affidate ad Albano
Oblasser e furono vendute in favore dei 4 figli di
Lebolo. Una traccia
mancava nella stgoria. Come potevamo sapere che queste
mummie erano le 11
che Michael Chandler ricevette, quelle con gli scritti
di Abramo e Giuseppe?
ai primi di Marzo del 1985, frustrato da questo pezzo
mancante di evidenza,
scrissi ai Comollo, Adriano riporta cio’ che accadde:
Agli inizi di Marzo del 1985, ricevemmo una lettera
dal Professor Peterson
"
…….Dobbiamo trovare……." Queste parole
mi colpirono come fossero un
ordine divino, cosi’; mi rimisi al lavoro.
all’inizio Jerri ed io facemmo congetture che ogni
altra novita’ poteva
essere trovata solo a Trieste. Comunque per non lasciare
niente di intentato
decidemmo di dare un ultimo sguardo negli archivi
di Torino. Dopo aver
pregato mi sentii ispirato di cercare fra i notai
di Torino e non fra quelli
di Ivrea e la trovai la connessione che connetteva
l’Italia con l"America.
Questa e’ stata una esperienza meravigliosa che ci
ha fatto sentire in
qualche maniera connessi con Joseph Smith e ci ha
fatti sentire piu’ vicini
a lui.
Il documento trovato che prova che le 11 mummie
che Albano Oblasser era
autorizzato a vendere erano davvero le mummie inviate
a New York, era un
documento emesso da Clemente Cleonzo a Torino il
5 Ottobre 1833 in favore di
Pietro Lebolo che dichiara:
"
Nell’anno del Signore 1833, Ottobre 5, a Torino,
nel mio ufficio al terzo
piano della casa di Sant’Albano, numero 18 della
via Tomaso, davanti a me,
Notai reale Clemente Cleonzo. Alla presenza del Signor
Antonio Bruno di Bra
e del Signor Vincenzo Cuire di Vigone, anche lui
vivente in questa capitale,
testimoni richiesti e che s adattano, noti a me e
dal mio cliente Pietro
Lebolo.
Qui davanti a me riuniti ed in presenza dei testimoni
citati, il Signor
Pietro Lebolo del fu Antonio, nato a Castellammonte
e vivente in questa
capitale (Torino) che agisce in suo proprio favore
ed agisce nella sua
capacita’ come notaio generale con l’abilita’ di
designare altri speciali
poteri dell’avvocato per Giuseppe, Giovanni e Tommaso,
fratelli di Lebolo
dipendenti dal loro tutore il Signor Meuta Giovanni……….
Pietro Lebolo ha chiamato e chiama come suo procuratore
speciale Francesco
Bertola, figlio di Francesco anche nato a Castellamonte,
Piemonte e
residente a Filadelfia, professore di medicina veterinaria……….quindi
egli riceve l’autorita per richiedere le 11 mummie
ed altrri oggetti antichi
localizzati in varie scatole appartenenti al deceduto
che le aveva mandate
ad Albano Oblasser di Trieste. Albano Oblasser le
mando’ a New York alla
casa di mister M’Led…. Il signor Bertola ha l’autorita’
per venderle a
chiunque pensi che possa adempire alle condizioni,
pagare l’ammontare al
procuratore che decidera’ ed egli le mandera’ a chi
di covere ed in caso di
disputa egli proteggera’ gli interessi dei signori
costituenti e si
prenderea’ carico e cura di tutti i problemi che
potrebbero sorgere per
ottenere una veloce liquidazione di tali oggetti.
In altre parole egli
dovra’ fare qualunque cosa i costituenti farebbero
se avessero avuto le
facalta’ d farlo da soli.Il Signor Bertola fara’
ogni cosa sotto la CUM
LIBERA UT ALTER EGO stipulazione con la promessa
di ratificare ogni cosa
fara’ come e’ scritta e fara’ un resoconto delle
sue azioni.Di questa
richiesta ho ricevuto pubblica testimonianza ed ho
letto e pronunciato il
presente atto e pronunciato il contenuto del presente
attoper la chiara
comprensione delle parti coinvolte e dei testimoni
designati."
IL veteriniario che aveva lasciato castellamonte
e si era trasferito a
Filadelfia Pensilvenia era Francesco Bertola Jn.,
suo padre il vecchio
Francesco Bertola era l’uomo a cui Lebolo si era
riferito nel suo testamento
come "mio amico" ed acui aveva chiesto
di assisterlo nell’inventario dei
suoi beni personali. Il giovane Francesco fu autorizzato
legalmente ad
organizzare la spedizione ed a ricevere i soldi della
vendita delle mummie.
E’ probabile che Albano Oblassar avesse ancora le
mummie immagazzinate a
Trieste quando Pietro Lebolo le controllo’ nell’estate
del 1831. Perche’
furono inviate a New York invece che a Roma, Vienna,
Londra Parigi non e’
noto, possibilmente perche’ le mummie erano una vera
novita’ negli states e
probabilmente potevano fornire un piu’ lauto guadagno.
Vi sono ancora alcuni problemi insoluti come per
il fatto che la famiglianon
ricevesse la ricevuta della vendita dopo che Michael
Chandler le ebbe in suo
possesso almeno 6 mesi prima che i Lebolo mandassero
la lettera di
autorizzazionedi Francesco Bertola per seguire il
tutto.
Come accadde che Michael Chandler, un emeigrante
irlandese, entro’ nella
storia come erede di lebolo quando tutti i possedimenti
di lebolo erano
della moglie e dei filgi?
Come si puo’ riconciliare la storia di Chandler che
egli eredito’ le undici
mummie con documenti legali che chiaramente dichiarano
che le due compagnie
marittime di New York erano autorizzate a vendere
le mummie per conto dei
Lebolo per il prezzo piu’ alto e nessun erede e’
menzionato?
Come si spiega che Bertola non fu informato di nessun
nipote irlandese dalla
famiglia di Lebolo, ma solo di contattare i mercanti
marittimi di New York
per acquisire i fondi della vendita delle mummie?
Insomma la storia raccontata da Chandler non collima
con i documenti
ufficiali ritrovati, che siano stati fatti dei falsi
e che chandler abbia
fatto una truffa ai danni dei Lebolo?
Le 11 mummie furono spedite da Trieste a New York
tramite le ditte marittime
Maitland & Kennedy e Mc Leod & Gillespie,
importanti ditte che facevano
spedizioni internazionali. Queste compagnie erano
commissionate da Pietro
Lebolo attraverso La Oblasser shipping company per
vendere le antichita’ e
poi mandare il tutto agli eredi di Lebolo. Sfortunatamente
alcuni importanti
dettagli mancano in questa parte della storia. Se
i mercanti avessero
offerto le antichita’ per il miglior prezzo possibile,
loro avrebbero
probabilmente pubblicizzato la loro asta tramite
i giornali in New York, ma
nessuna notizia e’ stata ritrovata sul loro arrivo
e nemmeno che vi sia
stata una certa pubblicita’ di alcuna asta per la
loro vendita.
I giornali sono stati controllati dal 1830 al 1833,
dato che non e’ noto
quando le mummie pervennero a New York. Pietro Lebolo
insiste’ che Oblasser
spedisse le mummie alle compagnie marittime di New
York in un tentativo di
venderle dopo il 30 Luglio 1831 o magari Oblasser
le aveva spedite
precedentemente? Se loro fossero state spedite prima
del 30 Luglio 1831 e se
la liste delle compagnie nei giornali e’ accurata
e la nostra ricerca e’
stata ben fatta allora si puo’ dire che coloro che
ricevettero le mummie non
fecere alcun campagna pubblicitaria. Lo scrittore
ha fatto una ricerca che
indicava che Oblasser aveva lavorato precedentemente
con le 4 compagnie
summenzionate ma non e’ stata trovata alcuna evidenza
della spedizione delle
mummie. Allora egli scrisse agli archivi nazionali
di Washington in
relazione alla spedizione delle mummie da Trieste
a New York e ricevette la
seguente replica datata Giugno 20 1988.
"
Abbiamo fatto una attenta ricerca dei dispacci dal
consolato US a Trieste
1831-1833 e della corrispondenza Miscellanea ricevuta
dal console durante
questo periodo. Non e’ stata trovata alcuna spedizione
delle mummie egizie
da Trieste a New York in quegli anni. E’ possibile
che nessuna menzione
fosse fatta delle mummie perche’ coloro che le spedivano
potevano essere
timorosi di alcune leggi o regole che potevano proibire
l’importazione di
resti umani negli Stati Uniti."
Lo scrittore aveva scritto precedentemente agli archivi
nazionali per altre
ricerche e gli era stato comunicato che la "Maggior
parte dei registri del
dipartimento del Tesoro erano stati distrutti da
un fuoco nel 1833"
Michael Chandler aveva le 11 mummie in suo possesso
a Filadelfia e le
mostrava al pubblico il 3 Aprile 1833. Per fare arrivare
le mummie da New
York a Filadelfia e per pagare le tasse ed i costi
di spedizione potrebbe
aver richiesto meno di una settimana e dopo una nave
avrebbe potuto portare
le mummie in un giorno da New York a Filadelfia.
In piu’ per permettere
sufficiente tempo per la spedizione e per gli affari
portuali avrebbe anche
richiesto da una a tre settimane per avere un posto
a disposizione in
Filadelfia per la loro esposizione ed anche per fare
tutti gli arrangiamenti
necessari per la loro pubblicita’ prima della loro
esposizione. Questa certo
e’ congettura ma sembra logico pensare che le mummie
siano arrivatea New
York non piu’ tardi del Marzo 1833.
Alcuni genealogisti e stroici hanno provato di risolvere
se Lebolo e
Chandler fossero parenti ma senza successo. La genealogia
di lebolo e’ stata
tracciata per alcune generazioni prima della sua
nascita, dato che la sua
famiglia era primariamente incentrata a Castellamonte.
I genealogisti non
sono stati capaci di localizzare Chandler od anche
sua moglie in nessun
registro irlandese. Sappiamo solo che la coppia si
dichiarava irlandese in
alcuni documenti legali e nei registri del censimento
degli stati Uniti.
Allora questa ricerca e’ ferma fino a quando non
sara’ possibile
rintracciare le radici dei Chandler per poter affermare
o negare qualsiasi
grado di parentela con i Lebolo. Vi erano alcuni
Leboli che vivevano in
Inghilterra alla meta’ dell’ottocento, uno incluso
che si chiamava Antonio,
ma i registri sono insufficienti per correlare le
famiglie.
Appoggiandoci ad un registro pubblico dell’Ohio,
lo scrittore aveva trovato
che Michael Chandler era nato in IRlanda circa il
1797. Sua moglie Frances
F. Ludlow, anche di discendenza irlandese, era nata
circa il 1798. Loro si
erano sposati in Irlanda e gli erano nati 4 figli
fra il 1820 ed 1827, altri
7 nacquero loro in Pensilvania o Ohio.
Come Chandler venne dapprima alla conoscenza delle
mummie di Lebolo e’
sconosciuto.
Il racconto che abbiamo dal Messenger and advocate
dice:
"
Nell’aprire le bare, egli scopri’ che in connessione
fra due dei corpi vi
era qualcosa arrotolato con lo stesso tipo di lino,
saturato con lo stesso
bitume, che, quando esaminato, provava di essere
due rotoli di papiro,
precedentemente menzionati. Io posso aggiungere che
due o tre altri piccoli
pezzi di papiro, con calcoli astronomici, epitaffi
ect erano trovati con
altri delle mummie. Quando Mister Chandler scopri
che vi era qualcosa con
le mummie, egli suppose o spero’ che potessro essere
diamoanti oq ualcosa
altro di grande valore e quando vide cosa erano rimase
dispiaciuto.Gli fu
detto immediatamente, mentre era ancora nella Custom
House, che non vi era
alcun uomo in quella citta’ che poteva tradurre i
suoi papiri ma gli fu
detto dalla stessa persona che poteva riferirsi a
Joseph Smith che gli fu
detto possedeva qualche tipo di potere o dono per
il quale aveva
precedentemente tradotto caratteri simili. Fratello
Smith era allora uno
sconosciuto per Chandler, ne’ sapeva niente del libro
di mormon. Da New York
Chandelr prese la sua collezione e la porto’ a Filadelfia
dove la esibi’
dietro compenso.
Mentre Chandelr era a Filadelfia le provo tutte per
vedere se poteva trovare
qualcuno per tradurre i papiri ma gli fu impossibile.
Di nuovo gli fu detto
di Joseph Smith. da Filadelfia si trasferi’a Harrisburg
ed in altri posti ad
est delle montagne e gli fu detto frequentemente
di nuovo di fratello Smith
per la sua eventuale traduzione. Va oltre il mio
scopo di seguire le altre
traversie di mr. Chandler prima di arrivare qui l’ultimo
di Giugno quando
gli fu presentato Joseph Smith a cui fece vedere
is uoi papiri.
Chandel o sua moglie avevano forti legami con uno
o piu’ delle compagnie
marittime di new York o con qualche altro contatto,
siano questi
colelgamenti di sangue o stretta amicizia. Qualcuno
che acquisto’ le mummie
doveva esser disponibile di pagare il dazio e le
spese di spedizione e di
aiutare Chandler a lasciare il suo lavoroed andare
in giro per la nazione
per fare vedere le mummie ed i papiri per trarne
un profitto. Attraverso la
vendita occasionale di una mummia Chandler sperava
di fare dei soldi ed
anche ripagare coloro che lo avevano aiutato ad appropriasi
delle mummie.
Piu’ ecidenza sara’ portata nel capitolo 13 per sostenere
questa tesi.
Michael Chandler disse ai leaders della chiesa a
Kirtland che le undici
mummie erano state ritrovate da Lebolo in una tomba
sepolcrale a Tebe, che
Pietro Lebolo le aveva portate a Trieste per affidarle
ad Oblasser, il
padrone della compagnia marittima. Chandler aveva
un documento originale che
conferma che la spedizione era di 11 mummie. Con
il passare del tempo
comunque queste mummie diminuirono, apparentemente
5 delle originali mummie
furono vendute nella zona di Filadelfia e Baltimora
nel primo giro di
esibizioni, altre furono vendute successivamente
e poi le 4 rimanenti furono
vendute ai santi a Kirtland ai primi di Luglio del
1835. In tutte le vendite
veniv asserito che il Chandler era un nipote di Lebolo.
Francesco Bertola in America.
Prima ho citato una lettera, scritta in favore della
famiglia Lebolo, nella
quale Pietro Lebolo dava incarico a Francesco Bertola
Jr. che si era
trasferito da Castellamonte a Filadelfia, di scoprire
il perche’ le
compagnie mercantili di New York, che avevano ricevuto
le mummie, non
avevano mai mandato alla famiglia Lebolo i soldi
della loro vendita.
Ai primi dell’Aprile del 1833 sembra logico pensare
che arrangiamenti
finanziari fossero gia’ stati conclusi fra le parti.
In un tentativo di
apprendere di piu’ riguardo la vendita lo scrittore
ha cercato di tracciare
le attivita’ del Bertola.
Non vi e’ alcuna presenza del Bertola nella directori
della citta di
Filadelfia negli anni che vanno dal 1833 al 1837.
Il nome piu’ vicino e’
Frank Bertola, che vi e’ elencato come fornaio. Questo
potrebbe essere il
nome inglesizzato di Francesco Bertola ma la diversa
occupazione non e’ di
aiuto.
Uno scambio di lettere fra il console della Sardegna
a New York e la
Sardegna che poi era il regno di Italia dell’epoca
getta un po’ di luce
sulla storia. La provincia di Ivrea (vicino a Castellamonte)
mando’ una
breve richiesta al console a New York il 1 Febbraio
1837, che fu ricevuta
l’11 Febbraio 1837. Riferendosi a Francesco Bertola,
maestro di cavalli, il
messaggio riportava "Lui ha lasciato New York
qualche tempo fa per andare a
Buffalo. Desideriamo di sentire da lui dato che non
ha mai scritto alla sua
famiglia che abita a Castellamonte da quasi un anno.
Nella lettera di risposta datata 28 Giugno 1837 a
sua "eccellenza" in
Sardegna il console di New York spiego’ "Il
signor Francesco Bertola lascio
Filadelfia verso l’inizio del Novembre 1836 ed ha
stabilito la sua residenza
in questa citta. Ma il passato Marzo egli ha trovato
l’opportunita’ di dare
lezioni nella lingua italiana in una pensione vicino
a New York ed egli
disse ai suoi amici che voleva andare cola’. Comunque
egli non volle dire
mai il suo indirizzo. Sara’ mio dovere di fare delle
ricerche al riguardo e
poi vi informero’ di conseguenza.
In una lettera finale datata 23 Dicembre 1837, il
console di New York dette
il seguente aggiornamento sulla materia."Il
signor Francesco Bertola, il cui
caso e’ stato registrato come numero 26 il Giugno
28, secondo il registro
ministeriale 8 il passato Febbraio 11 ora vive a
Bloomingdale, un villaggio
distante tre miglia da questa citta’. Egli da lezioni
di scienze fisiche in
un piccolo college. Egli percepisce un salario di
circa 300 dollari piu’
l’affitto.
I Lebolo non continuarono piu’ a richiedere il pagamento
della vendita delle
mummie dopo il 1833 questo dovrebbe significare che
il pagamento fu
effettuato poco dopo che Francesco Bertola ebbe i
poteri di avvocato per
portare a conclusione tutto. Dato che la corrispondenza
cesso’, a meno che
non fosse stato ingaggiato un nuovo notaio, Bertola
probabilmente non ebbe
alcun affare nella vendita delle mummie o se lo ebbe
fu solo per scoprire
che la transazione era stata effettuata.
Quando Bertola dise ai rappresentanti del consolato
che non voleva che i
suoi amici sapessero il suo indirizzo "in nessun
modo", uno si potrebbe
domandare il perche’ di tanta segretezza. Sia che
lo abbia fatto per
tagliare ogni comunicazione con le sue radici Piemontesi
o per i suoi amici
americani comunque lo scrittore pensa che questa
segretezza non abbia nulla
a che fare con la vendita delle mummie. Di Francesco
Bertola Jr non si sa
piu’ niente. anche il fatto che Francesco Bertola
Sn, il padre, il
confidente di Antonio Lebolo, che aveva fatto l’inventario
dopo la sua
morte, e che mori’ il 27 Dicembre 1842 a Castellamonte
non lo abbia
menzionato nel suo testamento lascia molti interrogativi.
Poco dopo l’acquisto da parte dei santi a Kirtland
delle mummie e dei
papiri, la prima settimana di Luglio 1835, Joseph
Smith, assistito dagli
scrivani W.W. Phelps ed Oliver Cowdery "cominciarono
la traduzione di alcuni
dei caratteri dei geroglifici". Il profeta scrisse "molta
gioa avemmo nello
scoprire che uno dei rotoli conteneva gli scritti
di Abramo ed un altro gli
scritti di Giuseppe di Egitto eccetera, un piu’ dettagliato
resoconto di
cio’ verra’ pubblicato appena io procvedero’ ad esaminarli.
Veramente
possiamo dire che il Signore sta cominciando a rivelare
abbondanza di pace e
verita’.
I papiri egizi presero molto del tempo del profeta
durante il Luglio
sccessivo. La sua storia dichiara:"Il rimanente
di questo mese, sono stato
continuamente preso nel tradurre un alfabeto per
il libro di Abramo ed a
preparare una grammatica della lingua egizia come
praticata dagli antichi.
Pressanti materie della chiesa, incusa una visita
di tre settimane per
visitare il Michigan, lo prevenirono dal lavorare
sui papiri per i
successivi due mesi. La successiva entrata nel suo
diario riguardante la
traduzione legge:" 1 Ottobre, questo pomeriggio
ho lavorato sull’alfabeto
egizio, in compagnia dei fratelli Oliver Cowdery
e W.W. Phelps e durante
questa ricerca, i principi dell’astronomia come compresi
da padre Abramo e
dagli antichi ci furono resi chiari alla nostra comprensione,
i particolari
di cio’ appariranno successivamente."
Quanto il Signore rivelo’ a questi fratelli e’, di
certo,sconosciuto (ma in
una pagina del mio sito vi sono dei disegni che vi
si riferiscono), ma noi
possiamo cercare di trarre delle conclusioni con
delle congetture da questa
entrata nel suo diario.
Dal testo del libro di Abramo vediamo che i principi
di astronomia come
conosciuti da Abramo ed alcuni dei suoi predecesori
e’ allusa nei capitoli
tre e cinque. Joseph ed i suoi scrivani stavano per
essere introdotti ad una
nuova "grammatica egizia". Sembra che nuove
parole e significati stavano per
essere rivelati che non si trovavano negli scritti
egizi del libro di
Mormon, queste parole erano Kolob, Shinehah, Kokob,
OLea, Kokaubeam,
Oliblish, Enish go on dosh, Kae e vanrash, Kliflosises
e Hah ko kau beam.
Il profeta scrisse durante questo studio che 2 profeti,
Matusalemme ed
Abramo, erano stati invitati dal Signore a vedere
le cose relative al
sistema planetario che ad altri profeti non era stato
concesso. Una entrata
nell’alfabeto egizio e grammatica sotto "Kolob
nel primo grado" legge:"
Significa che la prima grande stella fissa governante
che e’ la piu’ lontana
che sia mai stata scoperta da i Padri era nota a
Matusalemme ed anche da
Abramo"
Nel testo del libro di Abramo, Abramo riporto’ che "I
registri dei padri,
proprio dei Patriarchi" erano venuti in suo
possesso. Quindi egli aveva "Una
conoscenza dell’inizio della creazione, ed anche
dei pianeti e delle stelle
come erano note ai padri." e che egli avrebbe
scritto riguardo alcune di
queste cose "per il beneficio della mia posterita’
che verra’ dopo di me."
Abramo 1:31
La fonte della profonda conoscenza di Abramo sull’astronomia
non era solo
basata ai registri che aveva ereditato dai precedenti
profeti. In Abramo
3:1-2 egli spiega.
1 E IO, Abrahamo, avevo l’Urim e Thummim che il Signore
mio Dio mi aveva
dato in Ur dei Caldei;
2 E vidi le stelle, che erano grandissime, e che
una di esse era la più
vicina al trono di Dio; e ve n’erano molte di grandi
che erano vicine ad
essa.
(Perla di Gran Prezzo | Abrahamo 3:1 – 2)
La conoscenza di Abramo della infinita creazione
di Dio fu allargata ancor
di piu’ quando il grande Creatore del cielo e della
terra Steso gli apparve
e gli mostro’ personalmente e gli spiego’ alcune
cose della sua opera Abramo
3:11 5 :21
La visione del 1 Ottobre 1835 ebbe una grande influenza
su Joseph Smith e
sulla sua comprensione. Come Abramo, che disse che
avrebbe condiviso alcune
delle verita’ che egli conosceva della creazione
Abramo 1:31, Joseph Smith
riferi’ a questi scritti egizi 7 anni dopo come insegnava
ai santi a Nauvoo
"
La sapienza degli egizi e la loro conoscenza dell’astronomia
fu senza
dubbio insegnata loro da Abramo e Giuseppe, come
i loro papiri testimoniano,
come loro la avevano ricevuta dal Signore." Joseph
non condivise tutti i
particolari che aveva appreso dalla lettura dei papiri
che riguardavano il
sistema planetario.
Una domanda rimane: Joseph Smith fu il primo profeta
di questa dispensazione
e preordinato per restaurare tutte le cose Atti 3:19-21.
Ebbe anche lui una
visione come Abramo sui principi dell’astronomia?
Il 3 Ottobre 1835, la maggior parte dei 12 apostoli
era a casa di Joseph
Smith quando lui "esibi’ loro gli antichi registri
e dette spiegazioni".
"
Questo giorno" il profeta aggiunse "e’
trascorso con le benedizioni del
Signore." il suo scrivano del momento W.W. Phelps
un dotato poeta e
scrittore fu talmente infiammato da queste nuove
verita’ che avevano
allargato il suo intendimento sul sitema planetario
e sulla natura dell’uomo
e scrisse un poderoso poema
If you could Hie to Kolob"
If you could hie to Kolob
In the twinkling of an eye
and then continue onward
with that same speed to fly
Do you think that you could ever,
through all eternity,
Find out the generation,
Where Gods began to be?
Or see the grand beginning,
Where space did not extend?
Or view the last creation,
Where Gods and matter end?
Methinks the Spirit whispers,
"
No man has found "pure space",
Nor seen the outside curtains,
Where nothing has a place".
The works of God continue,
and worlds and lives abound;
Improvement and progression
have one eternal round.
There is no end to matter;
There is no end to space;
There is no end to spirit;
There is no end to race.
There is no end to virtue;
There is no end to might;
There is no end to wisdom;
There is no end to light.
There is no end to union;
tehre is no end to youth;
There is no end to priesthood;
There is no end to truth.
There is no end to glory;
there is no end to love;
there is no end to being;
there is no death above.
Il pomeriggio del 7 Ottobre 1835 il profeta Joseph
Smith "ricomincio’ a
tradurre gli antichi annli". La prossima entrata
nel suo diario che si
riferisce ai papiri e’ del 29 Ottobre 1835, quando
assunse Warren Parrish a
servirgli come suo segretario. In una rivelazione
datagli tramite il profeta
il Signore dichiaro’ a Parrish "Fino a quanto
continuerai ad ascoltare la
mia voce, sarai benedetto con saggezza e con una
mente pronta, anche sopra
ai tuoi compagni, tu vedrai grandi cose venir fuori
per il beneficio del
mio popolo, vedrai molti dei miei antichi annali
e comprenderai cose
nascoste e sarai rivestito con la conoscenza di lingue
sconosciute e se tu
lo desidererai e lo cercherai dalla mia mano, sarai
privilegiato con lo
scrivere molta della mia parola, come scrivano mio
per il beneficio del mio
popolo."
Joseph riporto’ nel suo diario dei molti giorni spesi
in traduzione
quell’autunno ed inverno ed a volte scrivevano anche
se erano afflitti da
influenze e si benedicevano a vicenda ed erano guariti.
3 fratelli, William E. Lellin, Brygham Young e Jared
Carter, chiamati dal
profeta il 16 Dicembre "Ho esibito loro e spiegato
gli annali egizi" scrisse
il profeta "ed ho loro spiegato molte cose concernenti
le cose di Dio date
agli antichi e la formazione del sistema planetario."
Tutti questi avvenimenti avvennero entro i primi
sei mesi in cui il profeta
venne in possesso degli annali egizi. Altri problemi
lo distrassero alla
traduzione per piu’ di 6 anni.
La cura delle mummie e dei pariti fu affidata il
17 Febbraio 1836 a Joseph
Coe, che fece arrangiamenti per affittare una stanza
all’albergo di John
Johnson dove potevano essere esibiti per una piccola
somma affinche’ la
gente potesse vederne i benefici derivati da loro."
Il profeta comunque lo ammoni’ di maneggiare ed averne
estrema cura
specialmente per i manoscritti.
Per l’Agosto 1836 i papiri furono messi nel tempio
di Kirtland, dove la
stanza occidentale nella parte superiore era designata
dal profeta come
stanza adibita per la traduzione. Circa 15 mesi dopo,
il 2 Novembre 1837,
"
la chiesa di Kirtland voto’ per sanzionare l’ordinazione
di fratello
Phineas Richards e Reuben Hedlock, dalla presidenza,
per procurare alla
chiesa mezi di traduzione e stampa degli annali presi
dalle catacombe di
Egitto, allora nel tempio." Joseph Smith a quel
tempo era a Far West
Missouri per affari della chiesa. Questa e’ la ultima
entrata nella "storia
della chiesa riguardante gli scritti di Abramo e
Giuseppe mentre la chiesa
aveva il suo centro a Kirtland.
Alcune reazioni ai papiri
molti santi del tempo di Joseph Smith scrisserro
nei loro diari ed lettere
cio’ che appresero al riguardo e qquali furono i
loro sentimenti e reazioni.
W.W. Phelps, scrivendo a sua moglie:"Joseph
Smith ha dichiarato che i papiri
contenevano gli annali tenuti da Giuseppe alla corte
di Egitto e gli
insegnamenti di padre Abramo. Dio ha voluto che queste
mummie ed i papiri
giungessero fino alla chiesa…..questi annali saranno
un buon testimone per
il libro di Mormon, non vi e’ niente di segreto che
non sara’ rivelato e lo
sara’ per i santi."
Benjamin Johnson scrisse nella storia della sua vita:"E
quando gli scritti
di Abramo su papiro, che accompagnavano le mummie
sembravano davvero
meravigliosi e tutti fummo felici quando il profeta
ci dise che li avrebbe
tradotti"
John Withmer, uno degli 8 testimoni scrisse nel suo
diario:"Joseph il
veggente vide gli annali e per rivelazione di Gesu’
Cristo pote’ tradurli e
cosi’ abbiamo adesso u racconto dei primi padri.
Molto dei quali furono
scriti da Giuseppe d’Egitto e quando tutto sara’
statato tradotto sar’a una
cosa meravigliosa e di grande valore per i santi."
Che cosa contenevano gli annali dei papiri?
Entro tre mesi dopo che i papiri erano stati acquistati,
Joseph aveva
tradotto, od al minimo era consapevole del contenuto
dei capitoli 3 4 e 5
del libro di Abramo, che conteneveano informazioni
sul sistema planetario. I
primi due capitoli contenevano un resoconto della
vita di Abramo in Ur ed in
Haran e l’inizio del suo viaggio da Haran in Egitto.
Questo e’ cio’ che
abbiamo oggi nella perla di Gran prezzo.
Ma il libro di Abramo conteneva molto di piu’ di
quanto possediamo oggi
nella perla di gran Prezzo. ed il libro di Giuseppe
non fu mai pubblicato.
Oliver Cowdery scrisse riguardo i papiri nel 1835
in una lettera a William
Frye. In questa lettera, che fu stampata nel Messenger
adn Advocate nel
dicembre 1835, abbiamo l’impressione di Oliver su
qualcosa che non e’ mai
stata pubblicata sia del libro di Abramo che di quello
di Giuseppe:" Il
linguaggio degli annali e’ scritto in maniera comprensibile
e molti dei
geroglifici sono molto pungenti; L’evidenza e’ chiara
che questi sono stati
scritti da persone a cui la storia della creazione
era stata rivelata, come
la caduta dell’uomo e piu’ o meno la corretta nozione
della divinita’. La
rappresentazione della divinita’ tre ma in unita’
come se fossero uno, e’
curiosamente disegnata per dare semplicemente anche
se con grande forza la
veduta degli scrittori su questo grande personaggio
esaltato. Il serpente,
che viene rappresentanto come passeggiante, o formato
in u modo che poteva
camminare che stava di fronte ad una figura femminile,
e’ per me, una delle
piu’ grandi rappresentazioni che ho mai visto su
carta, e questo dovrebbe
bastare per convncere la mente razionale della correttezza
e divina
autorita’ delle sacre scritture e specialmente quella
parte che e’ sempre
stata assalita dalla comunita’ degli infedeli, come
se fosse una finzione,
una novella. La colonna di Enoch, come menzionata
da Giuseppe Flavio, e’
sopra lo stesso papiro. E’ vero, la nostra presente
versione della Bibbia
non menziona questo fatto, sebbene essa parli della
rettitudine di Abele e
la santita’ di Enoch, uno ucciso perche’ la sua offerta
era stata
accettevole al Signore e l’altro preso nelle regioni
dell’eternita’ senza
essere confinato agli stertti limiti della tomba,
o provando la morte, ma
Giuseppe Flavio dice che i discendenti di Seth erano
virtuosi e che
possedevano una grande conoscenza dei corpi celesti
e che, in conseguenza
della profezia di Adamo, che il mondo dovrebbe essere
distrutto una prima
volta dall’acqua ed una seconda volta dal fuoco,
Enoch scrisse una storia od
un resoconto dello stesso e pose in due colonne una
di mattoni e l’altra di
pietra e che le stesse erano presenti al tempo di
Giuseppe Flavio.
la parte finale dello stesso papiro, (gli annali
di Giuseppe) presenta una
rappresentazione del giudizio. si vede il Salvatore
seduto sul Suo trono,
incoronato mentre tiene lo scettro di giustizia e
potere e davanti a Lui
sono assemblate le 12 tribu’ di Israele, le nazioni,
le lingue di tutta la
terra, i regni del mondo su cui Satana e’ rappresentanto
come regnante.
Michele l’arcangelo, detiene le chiavi dell’abisso
senza fondo ed allo
stesso tempo il diavolo che e’ raffigurato come incatenato
viene buttato
nell’abisso senza fondo. Ma riguardo a questa ultima
scena io posso solo
darvi una piccola "ombra" di tutto il quadro.
Sono certo che questa visione
non puo’ essere veduta senza che la mente sia riempita
di stupore a meno che
la mente non sia propio lontana dal Signore, ed io
sinceramete spero che la
mia non sia mai cosi’ lontana e ne’ che sia lontana
dai principi razionali
della dottrina del Salvatore, tanto da essere ottenebrata,
infatti senza
questa la mia fine sarebbe la stessa. Potrei comunicare
la mia comunicazione
con grande lunghezza opra le differenti figure e
caratteri rappresentati sui
papiri ma non ho dubbio che il mio soggetto e’ divenuto
sufficientemente
prolisso per la vostra pazienza: quindi smetto per
il presente. Quando la
traduzione di questi preziosi documenti sara’ completata,
non lo so, ne
posso dare neanche una probabile idea di quanto grande
possano essere i
volumi che ne verranno fuori, ma giudicando dalla
loro lunghezza e dalla
struttura del linguaggio uno potrebbe ragionevolmente
pensare di vedere un
sufficiente sviluppo molto riguardante gli avvenimenti
dei potenti profeti
di Dio e degli atti di Dio verso i figlioli degli
uomini quando questi
videro la sua Faccia. Sia poco o molto, e’ difficile
da dirsi al momento ma
comunque sara’ di valore inestimabile per le nostre
scritture moderne,
adempiendo in un certo grado le parole del profeta:"Perche’
la terra sara’
ripiena della conoscenza dell’Eterno come le acque
coprono il mare.
Da questo rapport del contenuto non pubbliccato abbiamo
alcuni temi
dottrinali che emergono.
1) La divinita’ 3 persone unite come se fossero una.
2) La creazione.
3) L’influenza di satana nel giardino.
4) la caduta dell’uomo.
5) la colonna di Enoch (sepcialmente il sistema planetario)
6) i virtuosi discendenti di Sem.
7) atti potenti degli uomini di Dio.
8) Giudizio finale sotto il Cristo.
9) Michele l’arcangelo che detiene le chiavi del
pozzo senza fondo.
10) il diavolo al giudizio finale confinato nell’abiso
senza fondo.
i rotoli egizi e la cerimonia del tempio
Il Facsimile numero 2 nel libro di Abramo, insieme
alla spiegazione di
Oliver Cowdery dei contenuti del libro di Giuseppe,
sembrano di avere
rilevanza riguardo alla cerimonia del tempio, riguardo
la quale l’anziano
James E. Talmage scrisse quanto segue:"L’endowment
del tempio, come
amministrato nei templi moderni, contiene istruzioni
relative al significato
ede alla sequenza delle passate dispensazioni e l’importanza
del presente
come la piu’ grandiosa era nella storia umana. Questo
corso di istruzione
include una recita dei piu’ prominenti avventimenti
del periodo creativo, la
condizione dei nostri primi genitori nel giardino
di Eden, la loro
disubbidienza e conseguente espulsione dal giardino,
la loro condizione nel
mondo solitario e triste quando condannati a vivere
dalle fatiche del loro
sudore, il piano di redenzione tramite il quale la
loro trasgressione puo’
essere espiata, la restaurazione del Vangelo con
tutti i suoi antichi poteri
e privilegi, l’assoluta ed indispensabile condizione
della purezza personale
e devozione alla rettitudine nella nostra vita presente
ed una stretta
aderenza con i requisiti del Vangelo.
Come sara’ mostrato, i templi eretti dai santi degli
ultimi giorni
provvedono il dare di queste istruzioni in stanze
separate, ognuna devota ad
una parte particolare del corso, e con questa provvisione
e’ possibile avere
alcune classi sotto istruzione allo stesso tempo.
Le ordinanze
dell’endowment richiedono certe obbligazioni da parte
dell’individuo, tali
come alleanze e la promessa di osservare la legge
della stretta virtu’ e
castita’, di essere caritatevole, benevolento, tollerante
e puro; di donare
sia talenti che mezzi materiali per diffondere la
verita’ e sollevare la
stima in se stessa della razza umana, di mantenere
la devozione per la causa
della verita’ e di cercare in ogni modo di contribuire
alla grande
preparazione affinche’ la terra possa essere preparata
a ricevere il suo Re,
il Signore Gesu’ Cristo. Col prendere ogni alleanza
ed assumendo ogni
obbligazione una promessa di benedizione e’ pronunciata,
chiaramente
contingente alla fedele osservanza delle condizioni.
Anche le piu’ piccole parti dei riti del tempio sono
santificanti ed
elevanti spiritualmente. In ogni dettaglio la cerimonia
dell’endowment
contribuisce in alleanze sulla moralita’ della vita,
patriottismo verso la
propria patria e la consacrazione della persona verso
alti ideali, devozione
alla verita’ e fedelta’ verso Iddio. Le benedizioni
della casa del Signore
non sono ristrette verso una classe privilegiata,
ogni membro della chiesa
puo’ avere accesso al tempio con il diritto di partecipare
alle ordinanze di
esso, se si mantiene degno e vive una vita in armonia
con le leggi della
chiesa.
Gli scritti di Abramo e di Giuseppe furono acquistati
dalla chiesa nel
Luglio 1835 e l’endwment parziale fu dato ai fratelli
dal profeta Joseph
Smith nel Gennaio del 1836, pura coincidenza?
L’anziano Bruce R. Mc. Conkie riferendosi alle ordinanze
del tempio
scrisse:" Esse furono date nei tempi moderni
al profeta Joseph Smith per
rivelazione, molte cose connesse con queste furono
tradotte dal profeta dai
papiri da cui oggi abbiamo il libro di Abramo.

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