Popular Posts

Friday, August 17, 2012

Il sangue e le trasfusioni


Il sangue e le trasfusioni
Avendo studiato per un certo periodo con i Testimoni di
Geova non posso fare a meno di analizzare alcune loro
dottrine. Questo non significa che ne voglia parlar
male, assolutamente! Ho molto rispetto del loro ardente
zelo e del loro sincero impegno cristiano. Provo lo
stesso sentimento che Paolo espresse in Romani 10:2.
Quindi andando ad analizzare alcune loro dottrine lo faccio
solo per cercare di dare la mia opinione personale e non
allo scopo di combatterli.
Una delle dottrine principali dei Testimoni di Geova, e’
la dottrina del sangue. Tutto ha origine in Atti 15:19-21,28-29.
Qui vi sono alcune cose interessanti da notare:
1) l’invito e’ rivolto ai gentili che si convertono
al vangelo
2) alla fine dell’ammonimento, si termina con l’esortazione "state
sani"
Discuteremo di questo più avanti.
Da questi versi e dal non mangiare carne con il suo sangue,
nasce la dottrina delle trasfusioni di sangue.
Chiaramente accomunare le trasfusioni di sangue, al mangiare
sangue, sembra una forzatura e quindi cercheremo prima
di analizzare questa dottrina tramite la Bibbia.
Dal capitolo in questione (Atti 15) e’ possibile comprendere
che essendo la chiesa, di conseguenza la dottrina cristiana,
una novità recente, era necessario regolamentare
le nuove dottrine per non entrare in confusione con le
vecchie conosciute da secoli dell’ebraismo. E’ vero che
i gentili non praticavano tali dottrine ma e’ altresì vero
che ne conoscevano gli usi, specie coloro che abitavano
in Palestina o chi aveva a che fare con la loro religione;
così come per i Romani che per poter lasciare
loro la libertà di adorazione dovevano comunque
essere a conoscenza di ciò che praticavano per
non urtarne la suscettibilità. Questo e’ il motivo
principe per cui fu tenuta questa conferenza a Gerusalemme
intorno all’anno 50 d.c. Ovviamente non tutto fu chiarito,
nel senso che fu chiarito ciò che era all’ordine
del giorno.
Sarebbe interessante possedere la lettera menzionata
nei versi 23 e 30, dato che sicuramente avremmo molte
più informazioni e chiarimenti di quel che gli
apostoli avevano deciso in tale conferenza, infatti una
lettera avrebbe dovuto contenere molto più dei
quattro versi citati a grandi linee nel capitolo 15 di
Atti. Sicuramente doveva includere un resoconto preciso
ed esplicativo, lo si può dedurre anche solo leggendo
il versetto 31 che dimostra la reazione dei santi dell’epoca.
Tutto questo era avvenuto perché ad Antiochia
i primi santi stavano avendo un gran successo, ma bisogna
chiarire che prima della conversione di Cornelio, il
Vangelo veniva predicato solo ai Giudei secondo quanto
scritto in Atti 11:19,
FU DOPO QUESTA GRANDE RIVELAZIONE CHE SI COMINCIO’ A
PREDICARLO ANCHE AI GENTILI; possiamo vedere che dal
versetto 20 al 24 cominciò da lì la diffusione
del vangelo ai gentili ed il verso 26 dimostra che fu
là che si tennero adunanze regolari ed i primi
cristiani ebbero questo appellativo.
Atti 10:10-16,28 dimostra come avvenne l’apertura della
predicazione del vangelo ai gentili:tramite una rivelazione
divina.
Atti 11:5-10 e’ la giustificazione che Pietro da ai fratelli
Atti 15:1-2 dimostra che il problema era nato ad Antiochia,
suscitato da fratelli che non avevano le idee ben chiare.
Analizzeremo più tardi la rivelazione che Pietro
ricevette perché e’ simbolicamente connessa con
il fatto del cibo.
I testimoni di Geova non mangiano carne con il sangue
per questo motivo e non accettano trasfusioni di sangue
perché dicono che e’ un’altra maniera di assumere
il sangue. Andiamo dunque ad analizzare le scritture
in questione per cercare di avere una idea più chiara,
tenendo presente che la conferenza di Gerusalemme terminò con
l’ ammonimento "state sani".
Atti 15:28-29
Atti 15:28 Infatti è parso bene allo Spirito Santo
e a noi di non imporvi altro peso all’infuori di queste
cose, che sono necessarie:
Atti 15:29 di astenervi dalle carni sacrificate agli
idoli, dal sangue, dagli animali soffocati, e dalla fornicazione;
da queste cose farete bene a guardarvi.
State sani».
”Astenervi dalle carni sacrificate agli idoli”,
ovviamente questi pagani offrivano sacrifici agli dei
pagani e quindi se avessero continuato a farli non avrebbe
avuto senso; anche la legge del sacrificio, come veniva
insegnata dalla legge, era terminata, così, continuare
a fare dei sacrifici di sangue significava aspettare
ancora un Messia che in realtà era già venuto;
ecco quindi un altro probabile motivo ad astenersi dal
sangue, poiché Cristo lo aveva già versato.
“Astenersi dalla fornicazione” non ha bisogno
di commenti: parla della legge di castità, se
invece pensiamo che astenersi dal sangue e dalle cose
soffocate si riferisca ed e’ probabile, al fatto reale
di non mangiare queste cose, allora questa sarebbe stata
un po’ come la parola di saggezza che abbiamo noi in
questi ultimi giorni, infatti l’esortazione "state
sani" fa propendere per quest’ ultima versione,
e cioè che l’astensione dal sangue e dalle cose
soffocate fosse più un invito igienico che un
comandamento dottrinale. Mangiare il sangue non e’ igienico
e vedere una bocca insanguinata dà l’idea del
vomitevole.
Benché questa scrittura sembra intendere di più la
seconda opinione, non risulta molto chiara, e cercherò di
spiegare il perché di questo. Come ho già fatto
rilevare, purtroppo non possediamo la lettera che fu
inviata ad Antiochia che conteneva sicuramente i particolari
di tutta la conferenza, ma solo 4 miseri versi con direttive
scarne e senza spiegazione dei motivi, anche se a dir
la verità, per due terzi sono facilmente riscontrabili.
Sinceramente se tutto si dovesse risolvere con questi
versetti, non dovremmo dare troppo addosso ai testimoni
di Geova, in quanto la loro tesi di non mangiare carne
con il sangue sarebbe giustificabile, mentre invece il
fatto delle trasfusioni sarebbe comunque sempre una forzatura.
Quali sono allora le scritture che pongono l’idea dei
testimoni di Geova come un probabile fraintendimento?
Atti 10:10-16
Atti 10:10 Ebbe però fame e desiderava prender
cibo. Ma mentre glielo preparavano, fu rapito in estasi.
Atti 10:11 Vide il cielo aperto, e scenderne un oggetto
simile a una gran tovaglia, che, tenuta per i quattro
angoli, veniva calata a terra.
Atti 10:12 In essa c’era ogni sorta di quadrupedi, rettili
della terra e uccelli del cielo.
Atti 10:13 E una voce gli disse: «Alzati, Pietro;
ammazza e mangia».
Atti 10:14 Ma Pietro rispose: «No assolutamente,
Signore, perché io non ho mai mangiato nulla di
impuro e di contaminato».
Atti 10:15 E la voce parlò una seconda volta: «Le
cose che Dio ha purificate, non farle tu impure».
Atti 10:16 Questo avvenne per tre volte; poi d’un tratto
quell’oggetto fu ritirato in cielo.
e il verso 28
Atti 10:28 disse loro: «Voi sapete come non sia
lecito a un giudeo di aver relazioni con uno straniero
o di entrar in casa sua; ma Dio mi ha mostrato che nessun
uomo deve essere ritenuto impuro o contaminato.
Atti 11:5-10
Atti 11:5 «Io ero nella città di Ioppe in
preghiera e, rapito in estasi, ebbi una visione: un oggetto,
simile a una gran tovaglia, tenuto per i quattro capi,
scendeva giù dal cielo, e giunse fino a me;
Atti 11:6 io, fissandolo con attenzione, lo esaminai
e vidi quadrupedi della terra, fiere, rettili e uccelli
del cielo.
Atti 11:7 Udii anche una voce che mi diceva: "Pietro,
alzati, ammazza e mangia".
Atti 11:8 Ma io dissi: "No assolutamente, Signore;
perché nulla di impuro o contaminato mi è mai
entrato in bocca".
Atti 11:9 Ma la voce ribatté per la seconda volta
dal cielo: "Le cose che Dio ha purificate, non farle
tu impure".
Atti 11:10 E ciò accadde per tre volte, poi ogni
cosa fu ritirata in cielo.
Come vedete questo fatto e’ riportato per ben due volte
come richiesto dalla legge dei due o tre testimoni insegnata
dalla Bibbia. Era un fatto troppo eclatante:"Il
Vangelo che fino ad allora veniva predicato solo agli
ebrei veniva introdotto anche ai gentili.’
E’ interessante notare che Dio usò dei cibi che
venivano considerati immondi dagli ebrei ed è interessante
vedere la riluttanza di Pietro nell’eseguire l’ordine;lui
sapeva che quei cibi erano proibiti e in più vi
era il comandamento di ‘ammazza e mangia’,
come dire ‘non preoccuparti del sangue’.
Tutto lascia intendere che siccome veniva la fine dell’epoca
degli ebrei, anche parte della legge veniva abrogata
e tutti i cibi dichiarati puri.
E’ chiaro comunque che nella frase "ammazza e mangia" può essere
implicito il riferimento a mangiare anche il sangue,
dobbiamo però ammettere che non e’ decisivo per
il semplice motivo che anche qui non e’ spiegato ma solo
lasciato intendere e poi, non va dimenticato per onestà,
che la conferenza di Gerusalemme avvenne dopo e quindi
rimane il fatto che l’ammonimento di astenersi dal sangue,
che possa essere equivoco o no, viene successivamente.
Allora come possiamo districarci in questo inevitabile
ginepraio?
E’ semplice, vediamo come si comportano i Testimoni
di Geova in casi specifici per vedere se la Bibbia supporta
le loro opinioni, anche perché vi sono spiegazioni
dottrinali successive alla conferenza di Gerusalemme
che non lasciano molto spazio a deduzioni ma sono chiare
ed inequivocabili.
Quando inviti a mangiare un testimone di Geova, una delle
prime cose che fa è di chiederti cosa gli servirai
da mangiare e se lui pensa che la cosa contenga del
sangue, ovviamente rifiuta. In questo non vi è niente
di male ognuno e’ libero di agire come meglio crede.
Quando vanno a comprare la carne si informano se la
carne ha perso tutto il suo sangue e così via.
Andiamo allora ad analizzare le cose secondo le direttive
che Paolo ha dato successivamente alla conferenza di
Gerusalemme nelle sue epistole
Romani 14:2-6
Romani 14:2 Uno crede di poter mangiare di tutto, mentre
l’altro che è debole, mangia legumi.
Romani 14:3 Colui che mangia di tutto non disprezzi colui
che non mangia di tutto; e colui che non mangia di tutto
non giudichi colui che mangia di tutto, perché Dio
lo ha accolto.
Romani 14:4 Chi sei tu che giudichi il domestico altrui?
Se sta in piedi o se cade è cosa che riguarda
il suo padrone; ma egli sarà tenuto in piedi,
perché il Signore è potente da farlo stare
in piedi.
Romani 14:5 Uno stima un giorno più di un altro;
l’altro stima tutti i giorni uguali; sia ciascuno pienamente
convinto nella propria mente.
Romani 14:6 Chi ha riguardo al giorno, lo fa per il Signore;
e chi mangia di tutto, lo fa per il Signore, poiché ringrazia
Dio; e chi non mangia di tutto fa così per il
Signore, e ringrazia Dio.
E’ interessante quando dice che chi mangia legumi, e’
debole, probabilmente Paolo si riferiva alla sua testimonianza,
in quanto non era riuscito a liberarsi da certi fardelli
e non riusciva a mangiare di tutto, ad ogni modo, Paolo
lo scusa comunque, infatti non e’ per un cibo che l’uomo
verrà giudicato.
Romani 14:13-17
Romani 14:13 Smettiamo dunque di giudicarci gli uni gli
altri; decidetevi piuttosto a non porre inciampo sulla
via del fratello, né a essere per lui un’occasione
di caduta.
Romani 14:14 Io so e sono persuaso nel Signore Gesù che
nulla è impuro in sé stesso; però se
uno pensa che una cosa è impura, per lui è impura.
Romani 14:15 Ora, se a motivo di un cibo tuo fratello è turbato,
tu non cammini più secondo amore. Non perdere,
con il tuo cibo, colui per il quale Cristo è morto!
Romani 14:16 Ciò che è bene per voi non
sia dunque oggetto di biasimo;
Romani 14:17 perché il regno di Dio non consiste
in vivanda né in bevanda, ma è giustizia,
pace e gioia nello Spirito Santo.
Romani 14:20-23
Romani 14:20 Non distruggere, per un cibo, l’opera di
Dio. Certo, tutte le cose sono pure; ma è male
quando uno mangia dando occasione di peccato.
Romani 14:21 È bene non mangiar carne, né bere
vino, né far nulla che possa essere occasione
di caduta al fratello.
Romani 14:22 Tu, la fede che hai, serbala per te stesso,
davanti a Dio. Beato colui che non condanna sé stesso
in quello che approva.
Romani 14:23 Ma chi ha dei dubbi riguardo a ciò che
mangia è condannato, perché la sua condotta
non è dettata dalla fede; e tutto quello che non
viene da fede è peccato.
Il ragionamento di Paolo a questo punto non può più essere
posto in discussione, lui era a conoscenza della decisione
presa alla conferenza di Gerusalemme pochi anni prima
e conosceva il contenuto della lettera inviata ad Antiochia,
pertanto il suo insegnamento doveva essere conseguente.
Ma Paolo va ancora più avanti in 1 Corinzi 8:1,7-13
1 Corinzi 8:1 Quanto alle carni sacrificate agli idoli,
sappiamo che tutti abbiamo conoscenza. La conoscenza
gonfia, ma l’amore edifica.
1 Corinzi 8:7 Ma non in tutti è la conoscenza;
anzi, alcuni, abituati finora all’idolo, mangiano di
quella carne come se fosse una cosa sacrificata a un
idolo; e la loro coscienza, essendo debole, ne è contaminata.
1 Corinzi 8:8 Ora non è un cibo che ci farà graditi
a Dio; se non mangiamo, non abbiamo nulla di meno; e
se mangiamo non abbiamo nulla di più.
1Corinzi 8:9 Ma badate che questo vostro diritto non
diventi un inciampo per i deboli.
1 Corinzi 8:10 Perché se qualcuno vede te, che
hai conoscenza, seduto a tavola in un tempio dedicato
agli idoli, la sua coscienza, se egli è debole,
non sarà tentata di mangiar carni sacrificate
agli idoli?
1 Corinzi 8:11 Così, per la tua conoscenza, è danneggiato
il debole, il fratello per il quale Cristo è morto.
1 Corinzi 8:12 Ora, peccando in tal modo contro i fratelli,
ferendo la loro coscienza che è debole, voi peccate
contro Cristo.
1 Corinzi 8:13 Perciò, se un cibo scandalizza
mio fratello, non mangerò mai più carne,
per non scandalizzare mio fratello.
Ed è ancora piu’ chiaro in 1 Corinzi 10:23-31,
probabilmente i Corinzi come i Romani avevano questo
problema.
1 Corinzi 10:23 Ogni cosa è lecita, ma non ogni
cosa è utile; ogni cosa è lecita, ma non
ogni cosa edifica.
1 Corinzi 10:24 Nessuno cerchi il proprio vantaggio,
ma ciascuno cerchi quello degli altri.
1 Corinzi 10:25 Mangiate di tutto quello che si vende
al mercato, senza fare inchieste per motivo di coscienza;
1 Corinzi 10:26 perché al Signore appartiene la
terra e tutto quello che essa contiene.
1 Corinzi 10:27 Se qualcuno dei non credenti v’invita,
e voi volete andarci, mangiate di tutto quello che vi è posto
davanti, senza fare inchieste per motivo di coscienza.
1 Corinzi 10:28 Ma se qualcuno vi dice: «Questa è carne
di sacrifici», non ne mangiate per riguardo a colui
che vi ha avvertito e per riguardo alla coscienza;
1 Corinzi 10:29 alla coscienza, dico, non tua, ma di
quell’altro; infatti, perché sarebbe giudicata
la mia libertà dalla coscienza altrui?
1 Corinzi 10:30 Se io mangio di una cosa con rendimento
di grazie, perché sarei biasimato per quello di
cui io rendo grazie?
1 Corinzi 10:31 Sia dunque che mangiate, sia che beviate,
sia che facciate qualche altra cosa, fate tutto alla
gloria di Dio.
Qui Paolo spiega che si e’ liberi ma si deve essere
liberi con saggezza, nel senso che a volte si deve non
scandalizzare il nostro prossimo e quindi talvolta in
questi casi la saggezza dovrebbe essere anteposta alla
propria libertà per non offendere un fratello.
Tutto questo mi sembra molto chiaro, ma non per questo
pretendo che i testimoni di Geova cambino le loro dottrine,
dico solo che almeno potrebbero prendere in considerazione
il consiglio di Paolo e non far sentire gli altri degli
infedeli, purtroppo per loro Paolo ha scritto queste
cose dopo la conferenza di Gerusalemme proprio per chiarire
meglio il punto ivi discusso e se queste sono le sue
direttive dovrebbero essere prese in considerazione.
Per le trasfusioni di sangue, e’ di logica tutto conseguente,
se si può mangiare di tutto senza far inchiesta
per motivo di coscienza, che senso ha, fare dell’ astenersi
dal sangue, che chiaramente si riferiva all’antica legge
ebraica, una norma di un qualcosa che a quell’epoca era
letteralmente sconosciuta?
E guardando simbolicamente, se Cristo ha donato il Suo
sangue per darci la vita non e’ pure bello il gesto di
una persona che da il suo sangue per salvare un’altra
vita? Quante persone sono vissute grazie a questa terapia?
Anche se questa regola fosse stata data come una parola
di saggezza, come sembrerebbe dall’invito "State
sani", chi e’ che nel deserto per sopravvivere non
berrebbe del vino anche se obbedisce alla parola di saggezza
dei Mormoni, non sarebbe stupido osservare la parola
di saggezza che serve a vivere meglio, per avere la morte?
La parola di saggezza e’ data con lo scopo di essere
sani e vivere più a lungo, ma se per osservarla
muori, perde il suo senso e finalità. Anche noi
abbiamo una parola di saggezza ma dire che questa e’
una regola che porta a perdizione e’ troppo banale e
semplicistico per un semplice motivo: Dio giudicherà l’uomo
e nessun’altro. E’ più probabile che Dio
perdoni una persona che ha fatto del bene e vissuto una
vita cristiana al meglio delle sue possibilità anche
se magari ha avuto delle debolezze con la parola di saggezza,
e magari condanni chi l’ha osservata e sia stato terribile
con il suo prossimo; questa comunque e’ solo un’idea
e come ho detto prima e’ compito di Dio e di nessun’altro
giudicare l’umanità.
Sicuramente i nostri metri sono ben diversi.http://www.youtube.com/user/docbible/videos

No comments: