Lottare per qualcosa.
Estratti di un libro scritto da Gordon B. Hinkley.
Quattro anni fa sono stato sorpreso da un invito inaspettato a New York.
Da una precedente esperienza sapevo che il cibo sarebbe stato al minimo mediocre ma dato che mi era stato chiesto di pranzare con il misterioso presidente della chiesa mormone, accettai con vivo interesse. Stavo cercando da decenni di contrattare qualche importante dirigente della chiesa mormone per parlare al programma televisivo 60 minuti per discutere o di se stesso o della sua Chiesa e regolarmente il mio invito veniva declinato. i miei amici i mormoni si erano prodigati per mettere una buona parola, cercarono di far capire alla gerarchia di Salt Lake City che non avevo intenzione di fare un'investigazione del che tipo di individui guidassero la Chiesa mormone com'erano stati chiamati, chi fossero i mormoni, come avevano praticato la poligamia, che rapporti avevano con i neri e se i dirigenti veramente credevano alla storia di Joseph Smith che pretendeva di essere stato unto dal Signore all'età di 14 anni in una fattoria dello Stato di New York. invece volevamo semplicemente fare le solite domande che facciamo nel nostro programma in maniera di conoscere di più dei dirigenti di questa chiesa.
Certamente in questi casi noi sappiamo che è molto difficile avere un sì come risposta è un po' come aspettarsi un sì da parte del Papa di venire a un'intervista.
Così ero totalmente impreparato quando ricevetti un'invito a pranzo dal presidente Gordon B. Hinkley fui ancora esitante quando seguendo i suoi rimarchi buttò sul tappeto che potevamo fargli tutte le domande che volevamo. Timorosamente, gli facevo notare se poteva avere un'idea di quanto fosse una intervista di 60 minuti per il nostro programma. Il profeta spalancò gli occhi sorpreso e riprese dicendo che non aveva alcun problema a rispondere a tutte le domande che gli sarebbero state poste anche perché non aveva niente da nascondere. Aggiunse, tra l'altro, che quando era stato in missione a Londra aveva dovuto affrontare interviste molto più difficili con gente molto rude. Così tutti i dettagli necessari e gli arrangiamenti furono fatti abbastanza velocemente. Si mise a nostra disposizione anche se avessimo fatta domande per quanto riguarda le infrastrutture a Salt Lake City non fece alcuna obiezione nemmeno se avessimo voluto parlare dei critici che sono dentro e fuori della chiesa. Ci dette tutto il tempo che avevamo bisogno per una prima intervista e quando noi volemmo una seconda intervista per porre domande che non avevano avuto il tempo di fare nella prima intervista egli acconsentì a farlo dopo alcune settimane e non ebbe alcun problema. Devo dire che mantenne tutto quello che promise. Alla fine ne venne fuori un profilo affascinante di un uomo genuino e rimarchevole.
Questa cosa confuse più di uno dei miei amici i mormoni quando lo seppero. Le prime reazioni furono Hinkley va a parlare a 60 minuti. Farà il professorino? Non capisce cosa può accadere in 60 minuti quelle interviste possono lasciare degli strascichi.
Bene ciò che accadde fu che i miei colleghi del interviste ed io imparammo dal tempo che spendemmo con il profeta e con sua moglie, dal suo staff, e da altri mormoni che parlarono con noi, che questo caldo, intellettuale di recente ed ottimistico dirigente della chiesa mormone merita pienamente l'ammirazione universale che ha.
Riconosco che questa mia affermazione che viene da un cinico giornalista di New York possa sembrare falsa, ma devo ammettere che non era stato difficile arrivare a quella conclusione dopo aver parlato non solo con lui ma riguardo di lui con altre persone mormoni molto ben note una di queste è il capo del Madison Square Garden di New York ed era uno di quei miei amici i mormoni che erano stati fra i più preoccupati da ciò che poteva venir fuori dalla mia intervista con presidente Hinkley. Questa persona quando vide programma mi disse: chiamami tutte le volte che hai problemi a trovare un biglietto per una partita che si fa nel mio stadio!
Per concludere dato che anch'io sono un vecchietto di 81 anni vorrei citare l'ultimo scambio di battute fra me e il profeta io gli chiesi: c'è qualcuno che dice che a capo della chiesa mormone un vecchio e che anche tutti gli altri dirigenti sono vecchi forse voi siete un gerontocrazia?
il profeta rispose: non è meraviglioso avere un uomo maturo alla guida? Un uomo che non è sballottato da ogni vento di dottrina?
Io ripresi: assolutamente specie se come lei non fa il saputello.
Grazie per il complimento disse il profeta
lui non è un saputello. Come ho letto questo libro troverete una mente agile, che guiderà del materiale che dovrete ruminare e vi persuaderà l'importanza di vecchi valori che si chiamano, virtù ed integrità.
La secolarizzazione dell'America.
Se noi continueremo ad avere la libertà che venne dall'ispirazione dell'altissimo ai nostri padri fondatori, noi dobbiamo ritornare a Dio che né il vero autore.
Io sono un uomo di Chiesa. Riconosco subito quindi che la mia prospettiva è un riflesso di ciò che ho imparato durante gli anni e che le virtù ed i principi in cui credo non è solo il risultato, ora che sono vicino a novant'anni.
Il 20º secolo era agli inizi quando nacqui in una famiglia che temeva Dio. Nel 1910 un maschio che nasceva negli Stati uniti poteva aspettarsi di vivere sui 50 anni ed io sono felice di dire che ho battuto questa meta già di molto. Infatti mi sento giovane con un amore per la vita e le sue sfide ed i suoi piaceri. La mia vita è stata ricca perché è stata riempita con problemi da risolvere e amicizie da assaporare. Ho lottato con dilemma grandi e piccoli. Ho conosciuto qualcosa dello scoraggiamento ed in poche occasioni, ho provato l'ebbrezza del successo. Ho un grande senso di gratitudine per le meravigliose e grandiose benedizioni dell'altissimo.
Come risultato della buona salute e lunga vita e grandi opportunità che sono venute dalle responsabilità dell'appartenenza alla Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni, che ho il privilegio di rappresentare, ho attraversato tutto il mondo per la maggior parte dei miei novant'anni. Ho visitato più di 150 paesi molti dei quali dozzine di volte. Ho camminato sulla grande muraglia cinese, sono stato nel Vietnam durante la sua stagione di intenso conflitto e visto di prima mano gli orrori della guerra, sentito le pallottole fischiare vicino al mio albergo durante una visita a Seoul, pianto con i sopravvissuti di un terribile
ammaraggio nel sud del Pacifico, cercato le vittime durante un terremoto e visto tornadi che avevano devastato l'Onduras ed il Nicaragua.
Tali esperienze mi hanno portato in tutti i mari. Le viste del mondo sono state gloriose al miei occhi. Mi sono meravigliato della simmetria del vulcano Fujiama in Giappone è stupito della trascendente bellezza delle grandi montagne della Svizzera, Francia ed Italia. Ho ammirato le pampas in Argentina i picchi della Bolivia e camminato nelle più grandi e belle città d'Europa. Ho conosciuto la bellezza della Nuova Zelanda l'espansione dell'Australia le montagne delle Ande la fauna esotica dell'amazzonia e le montagne e le pianure di ogni nazione nel sud America. Io amo le persone di tutto il mondo. Amo la vista e di profumi e le grandi varietà delle culture con i loro costumi abitudini e musica; occhi scuri od occhi chiari, capelli neri o capelli biondi e l'incredibile varietà di creatività in ogni cosa dall' architettura al cibo. Credo che questo mondo sia la creazione di Geova e io mi delizio nelle sue diversità. Ma anche se amo tutte le persone di posti del mondo io ritorno dopo ogni viaggio con un grande amore per il mio paese. Molte volte, come volavo sul Atlantico o sul Pacifico, nel tornare a casa le parole di uno scrittore mi tornavano alla mente. Queste dicevano.
" È bello vedere il mondo ed andare su e giù e qua e là fra i palazzi famosi e le città rinomate, per ammirare i castelli e le statue dei re, ma ora credo che ne ho abbastanza di queste cose antiquate. Così tornò a casa di nuovo, e casa per me è l'America! Il mio cuore si volge sempre a casa è là dove io appartengo, nel paese della mia gioventù e libertà oltre gli oceani dove l'aria è piena di luce e la bandiera è piena di stelle. Io amo l'America!"
Io amo l'America per la sua grande forza, i prodotti delle sue fattorie, e la scienza dei suoi laboratori. L'amo per la grande capacità intellettuale del suo popolo, per i loro cuori generosi e le mani che aiutano tutti. Amo la tremenda eredità spirituale dell'America e le sue forze. È unica fra le nazioni della terra, per la sua scoperta, per la sua nascita come nazione, per l'amalgama delle razze e culture che sono venute alle sue spiagge, per la consistenza e forza del suo governo.
Amo l'America per la tremenda generalità dei suoi scienziati, i suoi ricercatori, i suoi laboratori, le sue università, e per le decine di migliaia di laboratori che sono devoti all'aumento della salute umana, conforto e sostegno della vita, per le migliorate comunicazioni e trasporto. Queste grandi attività hanno benedetto tutto il mondo. Gli standard di vita del suo popolo sono stati invidiati dall'intera terra. Le sue fattorie hanno prodotto in abbondanza tanto che il resto del mondo ne è rimasto meravigliato. L'operosità che ha sostenuto la sua industria è stata invidiata ed è stata presa per modello da tutte le nazioni.
Mia moglie ed io visitammo Gerusalemme molto tempo fa prima della guerra del 1967. Allora era una città divisa. A quel tempo avemmo il servizio di una guida araba, e durante il nostro giro ci fermammo su di un punto elevato dove potevamo vedere d'altra parte Gerusalemme. Con le lacrime agli occhi questo puntava alla città dalla quale era stato mandato via e poi disse con profonda emozione: voi appartenete alla più grande nazione sulla faccia della terra. La vostra è l'unica nazione che è stata vittoriosa in guerra e non ha mai richiesto nessun territorio come prezzo di conquista. Il vostro popolo ha dato milioni anche miliardi ha i popoli della terra e non ha mai chiesto niente in ritorno. Invece anche quando siete usciti come conquistatori avete versato altri milioni per aiutare coloro che sono stati vostri nemici in sanguinosi conflitti. Non avevo mai pensato in questa prospettiva prima. In nessuna istanza durante le vita neanche nella prima guerra mondiale o nella seconda né nella guerra di Corea o la guerra del Golfo mai la nostra nazione ha preso qualche territorio per se stessa come un prezzo di conquista. Al contrario: sono di un treno in un'isola giapponese vicino a Tokio ho passato miglia e miglia su di una moderna strada ferrata costruita con i soldi degli Stati uniti dopo la devastazione del Giappone. Ora i giapponesi sono i più forti competitori sul mercato degli americani. Non solo non li abbiamo preso il territorio alla fine della seconda guerra mondiale ma li abbiamo provveduto lo slancio necessario che li ha portati ad avere la loro superiorità in molti affari nostri confronti. Davvero non c'è una storia come questa in tutta la storia. In un'altra occasione, ho accompagnato un senatore degli Stati Uniti a bombey, in India, e la contammo 14 navi nel porto e tutte aspettavano di scaricare il loro carico di grano. Rimanemmo là per un'ora come tonnellata dopo tonnellata di grano dei campi di tutta l'America veniva scaricata. Quel grano avrebbe sfamato milioni di persone di quel paese. Quando ritornammo all'ufficio dell'ambasciatore, lui fece un conto con la sua macchina calcolatrice. Più tardi mi disse che la consegna del grano americano all'India quell'anno ammontava a tutto il grano cresciuto negli Stati uniti dal colorado in poi. Il nostro è un paese generoso che è stato pronto a rispondere quando gli altri erano nel bisogno. Io specialmente amo l'America per la sua grande forza spirituale. È un paese pieno di chiese e sinagoghe, i templi e tabernacoli, di pulpiti ed altari. Noi abbiamo sui nostri soldi di carta e di ferro un motto nazionale. Dice semplicemente: noi crediamo in Dio! Io credo che questa sia la fondamenta sulla quale questa nazione fu stabilita: una inequivocabile fiducia nel potere dell'altissimo che ci guida e ci difende.
SEGUE
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