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Friday, August 17, 2012

Piccolo commentario biblico


Piccolo commentario biblico.
La Bibbia e’ un libro completamente
diverso da tutti gli altri e mi spiego. Di solito un libro
ha un soggetto ben specifico, oppure uno scopo ben
preciso, puo’ essere un libro di storia, di legge, di
poesia e cosi’ via, raramente un libro contiene piu’di un
soggetto o piu’ di uno scopo. La Bibbia e’ un libro di
legge, nessuno lo puo’ negare in quanto quasi tutte le
leggi che esistono nel mondo hanno la loro radice nella
legge di Mose’. La Bibbia e’ un libro di storia, molti
storici lo hanno consultato e lo consultano tutt’ora con
il preciso scopo di individuare le antiche civilta’. In
Giobbe ed Ecclesiaste e’ sicuramente un libro di
filosofia. Sicuramente nei salmi vi e’ una sublime poesia.
Nei profeti non manca certo la profezia. Nelle epistole e’
spiegata la dottrina ed in rivelazione e Daniele diviene
un patrimonio di rivelazione che e’ ancora tutta da
scoprire.
Cosi’ abbiamo un libro diverso dagli altri. Inoltre i due
diversi testamenti sono interconnessi. Il Nuovo testamento
e’ contenuto nel vecchio: nelle profezie.
Il vecchio testamento e’ contenuto nel Nuovo:
nell’adempimento delle sue promesse.
La genesi, il libro di ogni inizio.
L’inizio del mondo Genesi 1:1-25
l’inizio della razza umana Genesi 1:26
l’inizio del peccato Genesi 3:1-7
l’inizio della promessa della redenzione Genesi 3:8-24
l’inizio della vita familiare Genesi 4:1-15
L’inizio della civilta’ umana Genesi 4:16-29
L’inizio delle nazioni del mondo Genesi 10, 11
L’inizio della razza ebraica Genesi 12-50
8 diversi inizi come il numero otto suggerisce e come la
parola Genesi conferma.
Vi sono sette (completo) nomi e significati in Genesi
Abele, connesso con i sacrifici
Enoch che cammina con Dio
Noe’ ed il battesimo tramite il diluvio
Abramo e la fede
Isacco che scava pozzi
Giacobbe che con la scala a tre piani incontra Dio dopo
aver lottato con Lui.
Giuseppe fedele fino alla fine.
Praticamente i sacrifici di Abele rappresentano la fede
nell’avvento del Messia. Enoch che cammina con Dio e
l’uomo che cerca la Sua confidenza tramite la preghiera.
Il diluvio ovvero il battesimo e la nuova rinascita con
una nuova generazione, quella di Noe’
Dopo il battesimo e’ necessaria la fedelta di Abramo.
Lo scavo dei pozzi rappresenta la necessita’ di
approfondire o scavare la conoscenza
Dopo di cio’ avviene la visione del piano e di Dio che
Giacobbe ebbe.
Giuseppe e’ l’esempio di colui che persevera fino alla
fine. In pratica questo e’ il messaggio insito in Genesi.
Noe’ avverti’ il genere umano dell’imminente catastrofe
per 120 anni.
Dette loro un perfetto tempo di pentimento ( la somma e’
tre) i numeri multipli sono un enfasi del numero di base
ed anche perche’ a volte il tempo, che e’ importante solo
per l’uomo, necessita’ di un periodo di tempo piu’ lungo
allora un multiplo esplica la stessa funzione e
proprieta’. In questo conteso e’ interessante notare che
piovve quaranta giorni e quaranta notti, dato che quaranta
e’ il numero che rappresenta la maturita’ di qualcosa, il
diluvio fu un esempio che il giudizio di Dio sull’umanita’
duro’ fino a che questa maturita’ fu completa. Dall’arca
uscirono otto persone. l’otto rappresenta un nuovo inizio
oppure un nuovo ciclo.
Esodo e’ il libro che si contrappone alla Genesi come il
Nuovo Testamento si contrappone al Vecchio e vado a
spiegarmi. La Genesi spiega la caduta dell’uomo, Esodo e’
il libro che spiega come l’uomo viene incatenato
dall’avversario e poi redento dal potere di Dio tramite un
profeta.
E’ interessante notare che l’inizio di Esodo ci dica che
l’organizzazione simbolica della chiesa sia giunta a
completamento.
Abramo rappresenta Dio padre quale patriarca della
famiglia ebraica. Isacco e Giacobbe rappresentano il
Figlio ubbidiente e sottomesso, Isacco e Giacobbe lo
Spirito Santo. A Giacobbe fu cambiato il nome in Israele
che significa che l’uomo lotta con Dio, tramite la
preghiera, e solo tramite lo Spirito Santo e’ possibile
comprendere appieno le risposte di Dio. Giacobbe genero’
12 figli che non solo rappresentano le dodici tribu’ ma
anche i dodici apostoli. Esodo 1:5 ci dice che i
discendenti di Giacobbe ammontavano a settanta, che
rappresentano il corpo missionario. La chiesa non solo era
completa ma anche pronta a lavorare, infatti senza i
settanta non potrebbe essserci il lavoro missionario che
e’ la forza motrice dell’espansione della chiesa. A questo
punto la scrittura ci dice nel verso sette che completa
(sette) il concetto che i figli di israele divenirono
numerosi e potenti. Ma il verso otto (nuovo ciclo) ci dice
che un nuovo re che non conosceva Giuseppe sorse. Come
sempre accade Satana cerca di distruggere la chiesa. Gli
egiziano sono famosi per aver sempre tenuto dei buoni
registri quindi la frase che questo nuovo re non fosse a
conoscenza di Giuseppe e’ un po’ strana, ma forse se
ricordiamo che la parola conoscere in ebraico significava
anche "conoscere" la propria moglie od "amare" abbiamo la
sensazione che Giuseppe fosse noto al nuovo Re ma non
"amato" da lui. Il problema e’ insito nella maniera in cui
il popolo di Dio si riunisce e si distingue. Infatti gli
ebrei non si mescolavano con gli egizi, non si integrarono
con loro, non persero la loro identita’ nazionale. Questo
fece si che Satana mise in cuore a questo nuovo re delle
paure che non avrebbero dovuto esistere e che generarono
odio ed oppressione. In questo caso la prova non venne
perche’ gli Israeliti mancarono in qualcosa, come nel caso
di Giobbe vennero provati da Satana per provare a Dio la
debolezza dei suoi figli. E’ interesasnte notare che
Mose’, un puro levita, in quanto sia il padre che la madre
erano ambedue della stessa tribu’, fosse il designato
redentore del popolo. Il potere che genera la salvezza e’
il sacerdozio. ed il sacerdozio che amministra le cose
temporali e’ il sacerdozio levitico, la salvezza che Mose’
porto era una salvezza, o meglio un riscatto temporale e
genero’ un sacerdozio temporale. La salvezza che Cristo
porto’ fu una salvezza o meglio un riscatto spirituale e
questo era di pertinenza del sacerdozio che Melchisedec
deteneva. Abramo, il padre dei fedeli pago’ la decima e
prese il sacramento con Melchisedec per dimostrare che
tutti i fedeli devono ossequiare e riverire il Santo
Sacerdozio dell’ordine del Figlol di Dio. Melchisedec a
somiglianza di Gesu’, fu un principe di pace e Re di
Gerusalemme.
Mose’ e’ un esempio perfetto di come l’uomo puo’ acquisire
le varie maturita’ nella vita. Egli ebbe tre ( perfetto)
cicli nella sua vita tutti di quaranta anni (maturita’)
Nei primi quaranta egli penso’ di essere "qualcuno"
nei secondi quaranta forse penso di essere "nessuno"
negli ultimi quaranta scopri’ cio’ che Dio puo’ fare di un
"nessuno" vedi Ebrei 11:23-29
E’ interessante notare che nel libro di Genesi Dio diede a
Noe’ le leggi di base per tutta l’umanita’ futura. Genesi
9:2-7
mentre in Esodo 20-24 Dio da delle leggi specifiche al suo
popolo, perche’ sono il suo tesoro particolare. Sembra
evidente da molti particolari che il primo set di tavole
contenesse il vangelo che e’ la buona notizia, ma che
l’errato comportamento degli Israeliti fece si che una
legge piu’ bassa venisse data. Per approfondire questo
punto potreste leggere "Vangelo".
Il Levitico o libro dell’espiazione.
La genesi spiega la caduta dell’umanita.
Esodo il riscatto del popolo di Dio tramite la sua
potenza.
Levitico come il popolo di Dio dovrebbe adorare.
Il libro del Levitico dimostra anche l’amore che Dio nutre
per il suo popolo, anche in senso temporale. Le leggi e
prescrizioni di igiene e salute dimostrano che Dio si
prende cura di noi non solo sotto l’aspetto spirituale ma
anche fisico.
Levitico e’ anche il libro delle feste tutte in serie di
sette.
Ogni sette giorni un sabato.
Ogni sette anni un anno sabatico.
ogni 49 anni 7 per sette seguiva un Giubileo
Pentecoste era sette settimane dopo la Pasqua
Nel settimo mese vi era la festa delle trombe, del
tabernacolo e dell’espiazione.
La pentecoste durava sette giorni come la Pasqua.
Numeri.
Il libro dei fallimenti.
Gli ebrei erano ad undici giorni dal paese promesso ma non
dimostrarono fede in Dio e cosi’ dovettero vagabondare per
quaranta anni nel deserto, questo per dare il tempo di far
passare una intera generazione che non meritava una si
grande benedizione. Anche Mose’ arrivo’ vicino al paese
promesso ma anch’egli non pote’ entrarvi a causa di un suo
errore. Questo e’ un grande monito per ognuno di noi.
Infatti se il Signore e’ stato inflessibile con Mose’ che
amava cosi’ tanto non sara’ forse lo stesso con noi se
commetteremo errori simili? Non sto parlando di salvezza,
Mose’ ovviamente desiderava entrare in Palestina ma Dio
glielo nego’ nonostante il suo servizio per dimostrare a
tutti noi che le benedizioni si devono meritare. Dio non
fa regali, Egli concede benedizioni ai meritevoli.
Deuteronomio, ovvero la ripetizione della legge.
Non vi devono essere scuse per il popolo di Dio. Come un
secondo testimone che e’ richiesto proprio dalla legge,
questo libro serve per andare in profondita’ e spiegare in
dettagli la legge di Dio. Non a caso questo libro e’ la
fonte delle risposte di gesu’ alla tentazione di Satana.
E’ il libro di Dio sull’ubbidienza.
Il capitolo 28 e’ un capitolo profetico in cui Dio fa
vedere cosa Israele puo’ ottenere tramite l’obbedienza
oppure la disobbidienza. I versi 47-49 parlano
dell’invasione romana sotto Tito. I versi 63-67 descrivono
i giudei di oggi e nel verso 64 e’ profetizzata la loro
dispersione, che ovviamente non e’ avvenuta a caso ma
dovuta solo alla loro reiezione del Messia. In questo
libro vi e’ il passaggio delle consegne tra Mose’ e
Giosue’ che non a caso ha ottanta anni, due volte
quaranta, che significa maturita, ottanta e’ un multiplo
di otto che significa un nuovo ciclo che e’ proprio quello
che sta per cominciare con Giose’ ed il numero due che e’
infatti la seconda dispensazione o generazione di quel
periodo.
I giudici.
E’ interessante far rilevare che il periodo dei giudici
copre 350 anni La somma da otto che fa intendere un nuovo
ciclo di cose, infatti dopo cio’ avviene che vi saranno i
re, voluti dal popolo.
In questo libro sono descritte sette apostasie, sette
conseguenti servitu a sette nazioni pagane e sette
riscatti. Come sempre i numeri sono rimarchevoli, 3 cicli
di sette. Niente avviene per caso, tutto sembra
programmato per dare un aspetto anche simbolico di cio’
che avviene ed il lettore puo’ trovare nuovi stimoli di
sete per approfondire meglio l’argomento.
In Samuele abbiamo l’inizio della dinastia dei re. Abbiamo
Saul e Davide. Mi sno sempre chiesto come mai Dio avesse
scelto Saul come re, poi penso di aver capito il perche’.
In Saul vi sono molte cose interessanti da rlevare. Il
popolo voleva un re nonostante Dio non fosse concorde. Dio
rispetta il libero arbitrio e cosi’ lo concede. Saul
all’inizio ha i requisiti morali richiesti e soprattutto
ha i requisiti che il popolo richiedeva. Egli era alto,
bello di presenza e cosi’ via, credo che Dio abbia dato
loro il re che desideravano. Piu’ tardi in saul il popolo
scoprira’ tutti i difetti che un Re puo’ avere per creare
malcontenti od occasioni di peccato. Poi abbiamo la scelta
di Davide. Egli era la scelta di Dio e nella sua scelta
Samuele spiega come Dio sceglie. Egli era un pastore e
questo ci fa capire anche simbolicamente che i dirigenti
debbono essere dei buoni pastori. In Davide vi e’ la
perfezione di questa chiamata, anche oggi Davide e’
riconosciuto come il re principale di Israele ed il Cristo
da Lui discende. IL fallimento finale di davide altri non
e’ che la dimostrazione che anche i grandi quando lasciano
la mano di Dio, come nel caso degli anni finali di Davide,
non hanno scampo. Non importa quanto grandi siano stati,
se lo sono stati, non era perche’ loro erano grandi, ma
perche’ Dio li aveva resi tali. Anche questo e’ un grande
monito per ognuno di noi. Non importa quanti grandi opere
siano state fatte nel suo nome, importa di perseverare
fino alla fine, importa di essere dipendenti da Lui non un
certo periodo, ma sempre. I nostri successi o fallimenti
non dipendono da noi ma sono la conseguenza dell’aiuto o
del mancato aiuto che abbiamo ricercato.Io posso ogni cosa
in Colui che mi fortifica, spiego’ il saggio Paolo. Mosia
invece disse
Vi dico che se voi serviste Colui che vi ha creati dal
principio, che vi preserva di giorno in giorno,
PRESTANDOVI l’alito perche’ voi possiate vivere, muovervi
ed agire di vostra volonta’, e sostenendovi da un momento
all’altro, io dico che se voi lo serviste con tutta la
vostra anima, pure non sareste che dei servitori inutili.
Ed ecco, tutto cio’ ch’Egli vi richiede e’ di attenervi ai
suoi comandamenti; ed Egli vi ha promesso che prospererete
su questa terra; ed Egli non varia mai da quanto ha detto;
dunque, se voi osserverete i suoi comandamenti, Egli vi
benedira’ e vi fara’ prosperare. Mosia 2:21-22
Ezechiele era il fedele predicatore agli ebrei in esilio
in Babilonia. La cosa interessante e’ che egli profetizzo’
che il loro paese, la loro citta’, il loro tempio
sarebbero stati restaurati loro. Ma dato che egli
profetizzo’ anche per gli ultimi giorni il suo messaggio
era ed e’ rivolto anche agli ebrei esuli degli ultimi
giorni. Non solo egli profetizza la costruzione di un
tempio anche per gli ultimi giorni e ne da le misure e le
modalita’ come ricevute direttamente dal Signore. E’ anche
il profeta che piu’ di ogni altro, con assoluta chiarezza
e dovizia di particolari, predice la fuoriscita di una
storia scritta dal suo popolo in esilio, per cui gli ebrei
troveranno consolazione e spiegazione di tutto cio’ che e’
loro accaduto durante i secoli. Troviamo poco di questo
libro nei vangeli o nelle epistole, infatti essendo un
libro apolittico si trovano molte analogie in Rivelazione.
Come Giovanni Ezechiele vide attraverso i secoli il
destino non solo di Israele ma del mondo intero e se
sembra incomprensibile e’ solo perche’ e’ costretto a
spiegare avvenimenti e soprattutto cose di cui non
possiede i giusti termini e pertanto descrive avvenimenti
e cose moderne con le parole a sua disposizione. Egli era
contemporaneo di geremia che profetizo’ agli ebrei in
Gerusalemme e contemporaneo di Daniele che profetizzava,
come lui a babilonia alla corte del re. La differenza e’
che Daniele fu deportato in Babilonia nel 606 a.c. mentre
Ezechiele otto o nove anni dopo. Per questo amo pensare
che egli conoscesse personalmente Lehi e che ne abbia non
solo profetizzato la sua partenza ma che forse l’abbia
vista personalmente. E’ chiaro che queste sono
supposizioni ma comunque Lehi parti’ prima che egli fosse
deportato in Babilonia, quindi la possibilita’ esiste.
Daniele un condensato di conoscenza, saggezza e probita’.
Contemporaneo di Ezechiele, non solo il suo libro e’ pieno
di conoscenza nascosta o rivelata ma e’ anche un grande
esempio di saggezza e probita’ dello scrittore. Un esempio
per qualunque seguace di Dio. Ezechiele che era suo
contemporaneo fu spinto dallo spirito a paragonarlo a Noe’
e Giobbe Ezechiele 14:14 e Dio stesso dichiaro’ in Daniele
10:11,19 che egli era grandemente amato.
Dio lo onoro’ nelle sue richieste o preghiere, tanto erano
cariche di potere. Dio mando’ una speciale ambasciata di
angeli dal suo trono con le eccitanti parole: Sono venuto
per le tue parole Daniele 10:12. Dio esibi’ il suo potere
tramite di lui ma egli mai ne rivendico’ la proprieta’.
Daniele fu come Giuseppe d’Egitto, una candela di Dio che
brillava nelle corti pagane. Fu rispettato ed ascoltato da
tutti i sovrani che via via si succedettero e non vi e’
dubbio che Ciro sia stato grandemente influenzato da lui.
Probabilmente Daniele gli avra’ mostrato la profezia che
Isaia aveva scritto un secolo prima e che lo riguardava e
questo lo aiuto a prendere la decisione di emettere il
decreto per la ricostruzione del tempio a Gerusalemme.
Daniele scandisce i tempi dell’umana storia prima e poi da
con assoluta precisione il tempo della venuta del Messia.
Poi profetizza che in 2300 anni il santuario sarebbe stato
purificato e quindi profetizza la fine dell’apostasia e
poi da anche dei tempi indicativi sulla seconda venuta del
Messia nel suo capitolo di chiusura.
I Vangeli
E’ interessante notare che abbiamo quattro diversi
Vangeli.
Quattro e’ il numero che arppresenta la terra. Abbiamo
quattro stagioni, quattro punti cardinali, nella parabola
del seminatore, il nostro Signore divide il campo in
quattro diversi tipi di terreno e poi dichiara che il
campo e’ il mondo.. Come mai il Signore ha voluto quattro
evangeli? semplice per indirizzarli non solo ai quattro
venti della terra ma anche per soddisfare tutte le
necessita’ intellettuali e sprituali di ognuno di noi e
vediamo come. Abbiamo tre Vangeli sinottici, che significa
che sono paralleli che in pratica discutono delle stesse
cose, ma cosa importante cercano di toccare la mentalita’
di diverse persone. Abbiamo un Vengelo definito
spirituale, quello di Giovanni che ha un’altra specifica
missione, i primi tre parlano del Cristo in azione,
Giovanni lo descrive nella meditazione e nella sua
comunione con Dio. Vediamo a chi erano diretti questi tre
Vangeli sinottici. I Vangeli ci dicono quando e come Gesu’
venne. Le epistole perche’ e perche’ cosa venne.
Nel Vecchio Testamento viene preparata la venuta del
Messia.
Nei quattro vangeli Cristo viene, muore per il mondo e
fonda la sua chiesa. Negli atti e nelle epistole sono
rivelati i modi in cui Gesu’ fu ricevuto ed applicato
nelle vite individuali.
Nel Libro di Rivelazione viene spiegato tutto il piano
divino.
Torniamo al fatto a chi fossero diretti i Vangeli.
Matteo presenta Gesu’ come Re. E’ scritto primariamente
per i Giudei. Egli e’ il figlio di davide. La sua regale
genealogia e’ data nel capitolo primo. Nei capitoli 5-7
abbiamo la sua costituzione come Re data alle persone che
lo vorranno onorare come tale.
Marco lo dipinge come un servo. Questo Vangelo e’ scritto
per i Romani. Non vi e’ alcuna genealogia, ai romani non
interessa la sua discendenza e poi chi sarebbe interessato
alla genealogia di un servo? Molti piu’ miracoli sono
descritti nel libro di Marco, piu’ di ogni altro Evangelo.
Ai romani non interessavano le parole , solo i fatti.
Luca dinge il Cristo come l’uomo perfetto. Scritto per i
Greci, la sua genealogia qui va indietro fino ad Adamo non
fino ad Abramo come Matteo fa, questo per fare capire ai
greci che essi come pure i romani sono parte della
famiglia umana e come tali eredi delle promesse pure.
Giovanni e’ molto piu’ preoccupati di tutti gli altri nel
presentare il Cristo come figlio di Dio e quindi come Dio
stesso. Il Vangelo di Giovanni e’ per tutti coloro che
credono ed e’ scritto per condurre gli uomini a Cristo
Giovanni 20:31. Tutto nel suo Vangelo e’ teso a dimostrare
ed illustrare la sua divina relazione con Dio.
Matteo e’ interessato con la venuta del promesso
Salvatore.
Marco e’ interessato con la vita di un poderoso Salvatore.
Luca e’ interessato nel mostrare la grazia del perfetto
Salvatore.
Giovanni e’ interessato con il possesso di un Salvatore
personale.
Vi sono quattro vangeli come abbiamo appena visto perche’
sono necessari per dare ad ognuno di noi, secondo la
nostra cultura e retroterra un motivo in piu’ per
comprendere il salvatore. Ognuno degli scrittori aveva
qualcosa di speciale da descrivere riguardo la missione
del Messia.
Fermiamoci un attimo a riflettere. Tutti i Vangeli sono
collegati alla promessa del messia del Vecchio Testamento.
Non si possono spiegare i vangeli senza prendere in
considerazioni le profezie del vecchio testamento. I
profeti hanno dato un ritratto del Cristo completo. Loro
hanno parlato della sua autorita’, della sua missione,
della sua nascita, delle sue sofferenze, della sua morte
della sua resurrezione ed infine della sua Gloria.
Consideriamo i nomi ed i titoli che gli sono stati via via
affidati dai profeti.
E’ chiamato re.
Salmo 72, Isaia 9:6-7 32:1 Geremia 23:5 Zaccaria 9:9 14:9.
Questi passaggi, fra molti altri, parlano dell’ufficio
reale del Cristo.
Egli e’ chiamato il Servo di Dio Isaia 42:1-7 52:13-13 e
capitolo 53
Egli e’ chiamato uomo, il figlio dell’uomo Genesi 3:15
22:18 Isaia 7:14-16
Egli e’ chiamato Dio Isaia 9:6 40:3-5 47:4 Geremia 23:6
Questo e’ uno dei motivi per cui i Vangeli danno enfasi ad
ognuna di queste affermazioni.
Cristo doveva essere presentato ai vari popoli secondo la
loro cultura. Paolo spiego’ questo concetto dicendo che
con i greci si faceva greco e cosi’ via. Al tempo di
Cristo vi erano quattro diversi tipi di persone e che
possono benissimo essere riscontrati anche nei nostri
giorni. Prendiamo i Giudei per primi. Essi erano ben
introdotti nelle scritture e nelle profezie.
Matteo diresse il suo Vangelo proprio per loro. E’
interesante notare che Giovanni scrisse il suo vangelo
molto tempo dopo i primi e sicuramente volle colmare
l’ultima lacuna che era rimasta quella di un vangelo
spirituale che toccasse lanima di ognuno di noi in maniera
diversa. Tre e’ il numero perfetto e quindi i tre Vangeli
sinottici sono perfetti sotto questo aspetto per
l’umanita’ ma essendo quattro il numero che raprpesenta la
terra ed il fatto che l’uomo e’ anche fatto di spirito,
Giovanni scrisse il suo Vangelo per completare il quadro e
sopperire l’unico Vangelo di natura divina in quanto il
numero uno rappresenta Dio od il divino. Insomma possiamo
girala come vogliamo ma quattro dovevano essere i Vangeli
per rappresentare tutta la terra.
Tornando a Matteo, egli cerco’ di impressionare i Giudei.
Dimostro’ loro che Cristo era uno di loro, che aveva
diritto al trono e che tutte le profezie del vecchio
tetsamento erano dirette verso di lui. Matteo cita’ le
profezie del Vecchio testamento per provare tutto cio’ la
sua frase preferita e’ : e questo adempiva…oppure come
fu detto dal profeta tale…..
Abbiamo questo tipo di persone oggi che cercano
l’adempimento delle profezie per comprendere.
Dopo i Giudei venivano i Romani, i padroni del mondo di
quell’epoca. Marco scrisse per loro. I romani non sapevano
quasi niente delle scritture del vecchio testamento. Non
erano interessati nella profezia. Ma loro erano molto
interessati nella’apparizione di questo grande leader in
Palestina.. Gesu’ aveva affermato molto di piu’ di una
semplice autorita’ terrena ed aveva mostrto poteri, con i
suoi miracoli, che andavano al di la della loro umana
comprensione. Loro volevano saperne di piu’ di questo capo
carismatico, che tipo di persona fosse, che cosa disse e
cio’ che aveva fatto. Il Vangelo di marco era perfetto per
i romani che non amavano re stranieri, ma servitori utili.
Matteo presentava il Cristo in una maniera che poteva
solleticare la loro curiosita’ senza offenderne l’orgoglio
di padroni del mondo. Ai romani piaceva la schiettezza e
la brevita’ e Marco diede loro un Vangelo secco ed agile,
milletrecentosettacinque volte uso’ la parola "e" per
essere conciso. Il suo vangelo e’ pieno di fatti, non
parole. Chiaramente e’ il vangelo del Ministerio di
Cristo.
I romani del tempo di Cristo erano gli americani del
nostri tempo, uomini d’affari, questi non sono interessati
nella genealogia di un Re, ma di cosa un Dio puo’ loro
dare e che puo’ soddisfare le loro necessita. Marco e’ il
Vangelo per gli uomini pratici del suo e del nostro tempo.
I greci. Ecco Luca in azione. Egli era un dottore greco e
chi meglio di lui? Lui sapeva che i suoi connazionali
amavano la bellezzza, la poesia e la cultura. Loro vivenao
in un mondo di ampie vedute. Il Vangelo di Luca ci parla
della nascita e dell’infanzia di gesu’. Abbiamo il saluto
di Elisabetta a Maria, un cantico delizioso Luca 1:42-45.
Abbiamo per mezzo di lui il cantico di maria Luca 1:46-55.
Anche Zaccaria ha il suo cantico Luca 1:68-79. Questa
prosa e poesia avrebbe sicuramente attratto gli orecchi
dei greci essi amavano le arti e Luca scriveva un Vangelo
proprio a loro misura. Alla nascita del Salvatore un coro
di angeli risuono’ Luca 2:13-14. Se oggi fosse scritto un
Vangelo per gli americani Dio avrebbe dovuto suscitare un
maestro in musicals, per gli ebrei questo direttore era
Luca, uno di loro.
Per tutti gli uomini. Giovanni fu scelto per questo scopo.
Chiavi di comprensione per i vangeli
Matteo inizia con la genealogia di gesu’ Cristo, figlio di
davide e di Abramo. Cio’ che preme a matteo e’ di
dimostrare agli ebrei questi due fatti basilari: la
discendenza da Abramo e la sua posizione regale, tramite
Davide. Matteo presenta Gesu’ come Re per questo da la sua
genealogia, un re e’ scelto per discendenza non per scelta
popolare. Marco non da alcuna genealogia, essendo nel suo
Vangelo Gesu’ presentato come un servo non vi e’ alcun
interesse nella genealogia di un servo. Luca da la
genealogia di Gesu’, ma non fino ad Abramo, bensi’ fino ad
Adamo perche’ e’ presentato come "l’Uomo ideale".
Giovanni non da alcuna genealogia, infatti l’intento di
Giovanni e’ quello di spiegare la divinita’ di gesu’, un
Dio non ha necessita’ di alcuna genealogia.
Vediamo come finiscono tutti i Vangeli.
Matteo 28:18-20 e’ un Re che comanda e da istruzioni ai
suoi sudditi: guardate di osservare tutte le cose che vi
ho comandato.
Marco chiude invece cosi’:" E loro andarono e predicarono
dappertutto, ed il Signore lavorava con loro. Gesu’, il
servo.
Luca finisce in maniera diversa, essendo dottore prova la
risurrezione letterale del corpo di Cristo.
Giovanni invece finisce nel dare ancora una volta di piu’
la prova della divinita’ di gesu’ Cristo. "E vi sono mlte
altre cose che Gesu’ ece, le quali, se fossero scritte, il
mondo non potrebbe contenerle!
Comprendendo Matteo.
Come abbiamo detto Matteo ha lo scopo di convincere gli
ebrei della missione di Cristo.
L’apertura del libro e’ anche lo scopo. Gesu’ e’ il figlio
di Abramo e Davide.
L’alleanza di Dio con Davide, consisteva nella promessa di
un Re eterno 2 Samuele 7:8-13. L’alleanza con Abramo e’
che attraverso di lui tutte le famiglie della terra
sarebbero state benedette. Genesi 12:3. Il figlio di
davide era un Re, quello di Abramo un figlio da
sacrificare. Matteo apre con un re e finisce con l’offerta
di un sacrificio. Dall’inizio Gesu’ e’ associato con la
nazione giudaica. Matteo usa saggezza per non alienarsi le
simpatie dei giudei che potrebbero leggere la sua storia.
Lui cerca di convincerli che Egli e’ l’adempimento di ogni
profezia contenuta nelle loro scritture. Il loro Messia
promesso. Matteo cita abbondantemente dal vecchio
Testamento con questo scopo. 29 citazioni vengono date e
tredici volte dice che quell’evento che cita dice che
adempiva quanto predetto dai profeti. Matteo fa di ogni
pagina del suo Vangelo una giunzione con il testamento
ebraico cercando di far capire ai suoi connazionali che
Gesu’ era il predetto Messia. Matteo nel suo vangelo e
Paolo in Galati, cercano di spiegare ai giudei cristiani
che non stavano affatto cambiando religione o fede. ma
bensi’ che il Vangelo era il naturale adempimento della
loro vecchia Legge.
Una cosa interessante da rilevare e’ che la genealogia
contenuta in Matteo e’ la genealogia di Giuseppe, padre
putativo di Gesu’. quella contenuta in Luca e’ la
genealogia di Maria. Si puo’ facilmente vedere che
Giuseppe discendeva da Jeconia, vedi verso 11, mentre
Maria attraverso Nathan. In Geremia 22:30 vi e’ una
maledizione pronunciata contro Jeconia e se gesu’ fosse
stato figlio letterale di Giuseppe non avrebbe potuto
occupare il trono, ma Egli non era figlio letterale di
giuseppe, ma lo era di Maria che non aveva alcuna
maledizione nella sua linea fino a Davide.
Adesso guardiamo come Matteo ha tracciato questa storia di
un re attraverso il suo vangelo.
un nome di Re Matteo 1:23
Una posizione da Re 2:6
un annuncio da Re 3:3
una incoronazione di un Re 3:17
il rispetto dovuto ad un Re. 4:10
Una proclamazione da Re 5:2 7:29
Un amore da Re 20:28
La gloria di un Re 25:31,34
UN sacrificio reale 27:35,37
Una vittoria reale 28:6
Da notare anche che i tre re magi non cercarono un
Salvatore, ma specificatemente il Re dei Giudei.
Gli altri Vangeli non parlano di questo avvenimento
perche’ loro non sono interessati nel proporre Gesu’ sotto
questo profilo.
La nascita di gesu’ fu seguita da 12 anni di silenzio fino
a quando fu nel tempio con i dottori. Poi vi furono altri
18 anni di silenzio fino a quando intraprese la
proclamazione del Vangelo. So che i numeri sono simbolici.
Il dodici e la rappresentazione della guida divina sulla
terra e contiene il numero uno , Dio, con il due, i suoi
due testimoni. Questa e’ l’eta’ in cui viene conferito il
sacerdozio nella chiesa di Gesu’ Cristo, proprio perche’
simboleggia la guida divina conferita’ all’umanita’. I
diciotto anni di silenzio contengono il numero uno, Dio, e
l’otto che rappresenta un nuovo inizio o ciclo, infatti
Gesu’ stava proprio cominciando, con la guida di Dio la
nuova dispensazione e che avrebbe portato a termine il
tutto e’ indicato dalla somma 1+8 = 9 che e’ un multiplo
di tre che dimostra la perfezione del suo operato. Gesu’
si preparo’ per trenta anni, un periodo di tempo perfetto
di preparazione per predicare per 3 anni, un periodo
perfetto di predicazione.
La predicazione di Giovanni battista.
Ogni Re ha il suo araldo che lo precede e Giovanni era
l’araldo del re celeste. Quando fu battezzato la voce del
Padre lo incorono’ come suo erede.
Come ogni Re ebbe il suo speciale "gabinetto" i dodici ed
i settanta. Il Regno dei cieli e’ una frase precipua di
Matteo, la parola regno si trova 55 volte nel libro di
Matteo perche’ e’ il vangelo del Re. L’espressione "regno
dei cieli" e’ citata 35 volte e non si trova negli altri
vangeli. Delle 15 parabole riportate da Matteo, ben dodici
e questo numero la dice lunga sul loro contenuto,
cominciano con la frase "Il regno dei cieli e’ come". I
giudei comprendevano perfettamente il termine"Regno dei
cieli"
Una cosa interessante e’ che Gesu’ dopo che i Giudei
rigettarono il suo messaggio fa un cambiamento nei suoi
insegnamenti. Egli comincia a menzionare la "chiesa"
invece del Regno dei cieli. Matteo 16:18
Visto che i Giudei non ascoltavano il suo messaggio, che
era diretto primariamente a loro, egli comincio’ a
costruire un nuovo edificio, un nuovo corpo di persone, i
suoi seguaci che avrebbero incluso ebrei e gentili.
La domenica delle Palme si seppe che Gesu’ sarebbe entrato
nella citta’ quel giorno, fu accolto come un re e la cosa
piu’ importante e’ che Gesu’ per la prima volta permise un
fatto del genere. La fine stava per arrivare ed Egli
voleva e doveva essere offerto come Messia anche se
reietto.
Marco.
Questo era il Vangelo per i Romani, pensate che a
quell’epoca i Romani erano dappertutto il mondo
conosciuto, non una piccola entita’, bensi’ la grande
comunita monidale. per fare un esempio Paolo pur essendo
ebreo era cittadino romano. Romani non erano solo le
persone nate a Roma, bensi’ coloro che nascevano nei
confini dell’impero potevano acquistare questa
cittadinanza. Paolo spiega nel suo vangelo che con i Greci
si faceva greco. Non che Paolo tendesse a mentire nei suoi
propositi, bensi’ faceva intendere che presentava il suo
messaggio ad un greco in maniera diversa da come lo
avrebbe presentato ad un altro popolo. Questa e’ una delle
chiave per un buon servizio missionario: comprendere il
retroterra di una persona per meglio aiutarla a
comprendere perfettamente il Vangelo dal suo punto di
vista.
Marco non aveva interesse a presentare Cristo nello stesso
modo di Matteo, il suo messaggio era diretto ad un altro
tipo di persona.
Lo scopo di marco era di Marco 10:45
Marco non aveva bisogno di citare dichiarazioni o profezie
del Vecchio testamento riguardanti Gesu’, i Romani non
erano interesati nelle parole, bensi’ nei fatti. Marco
prova questo mostrando le opere del Cristo. I romani erano
gli americani della loro epoca ed amavano il senso comune,
le cose pratiche. Marco propino’ loro queste cose.
Praticamente il pensiero, di base, di un Romano era:"Io
non so niente delle vostre scritture, e non mi interessano
le vostre nozioni, ma mi piacerebbe sapere una storia
chiara della vita di questo uomo Gesu’, di cui tanto si
parla. Dimmi cosa fece e fammelo vedere proprio come era."
Marco e’ il vangelo piu’ breve e conciso, scritto per le
persone pratiche. Matteo ha 28 capitoli (2 secondo
testimone per un secondo inizio), abbonda in parabole e
dipinge il Cristo come figlio di davide con regale
dignita’ ed autorita’.
Marco ha 16 capitoli ( la somma e’ sette, completo, 1 Dio
e 6 incompleto, perche’ il Vangelo in se stesso e’
completo ma il sei determina che ve ne devono essere
altri) Marco da 4 parabole.
L’abilita’ di un artista puo’ essere nel lasciare fuori
cio’ che non serve. Un amatore butta dentro tutto. Nella
stretta armonia di presentare Gesu’ come servo noi notiamo
queste omissioni.
Non vi e’ niente della nascita miracolosa, non vi e’
nessun riferimento alla sua nascita, questo e’
significativo: nessuno e’ interessato nella nascita di un
servo. Non si parla dei tre magi, un servo non riceve
omaggio alcuno. Non vi e’ alcun riferimento alla visita
nel tempio, ai gentili interessano i fatti concreti non la
sua relazione con la legge ebraica.
Non vi e’ il sermone sul monte o meglio della costituzione
del re riguardo il suo Vangelo. Matteo ha tre capitoli
perche’ e’ la costituzione del re. Marco che descrive un
servo non accenna a niente di tutto cio’.
In Marco abbiamo solo una citazione dai profeti Marco 1:2
e questo solo per introdurre il motivo principale che
Marco cerchera’ di inculcare nei suoi ascoltatori: la
necessita’ di un cambiamento di vita che deve protare al
battesimo.
Mai viene usato un titolo regale per Cristo se non per
deriderlo, come si fa con i servi. Matteo chiama Cristo
Emanuele "Dio con noi", gli altri evangelisti lo chiamao
"Signore". Marco lo chiama "Maestro" e’ completamente
umano e piu’ facilmente digeribile per i suoi lettori.
Matteo scrive"Signore salvaci, stiamo per morire" dello
stesso incidente marco dice:"Maestro non ti interessa che
stiamo per morire?"
Non vi e’ alcuna citazione in Marco che la sua opera sia
finita. In Giovanni 19:30 e’ scritto" E’ finito". In Marco
non vi e’ questa dichiarazione, un servo non puo’ decidere
quando il suo lavoro e’ finito.
Non vi e’ introduzione in Marco. Gli altri Vangeli hanno
lunghe introduzioni, non in Marco. Marco dice
semplicemente "Vangelo di Gesu’ Cristo" ed aggiunge
semplicemente figlio di Dio ma come vedremo era per
stuzzicare l’interesse dei suoi lettori.
La parola Vangelo e’ usata 12 volte in tutti i Vangeli e
ben otto di queste volte solo nel vangelo di Marco. Il
servo aveva delle buone notizie.
Se date un’occhiata alla parola che apre dodici dei sedici
capitoli vedrete la breve "e". Il suo servizio era
completo e senza interruzioni. Il Vangelo di Marco e’ un
concentrato per la sua brevita’, gli orpelli tanto cari ai
Giudei mancano i gentili amavano la praticita’ e la
brevita’.
Matteo ha 14 parabole, Marco solo 4 e come il suo numero
ci dichiara sono parabole "terrene": il seminatore, il
seme che cresce in segreto (solo di Marco), il seme di
mostarda, ed il fattore infingardo. In Matteo abbiamo
tante parabole, i giudei amavano far lavorare la mente. In
matteo al posto delle parabole abbiamo molti miracoli, le
opere del servo. Venti miracoli sono dati in grandi
dettagli da Marco.
E’ interessante notare che Gesu’ non abbia mai chiamato
persone oziose al suo ministerio. Ha sempre chiamato
persone occupate a seguirlo.
E’ solo nel vangelo di Marco che e’ detto che Gesu’ era un
falegname.
Marco ci dice dei suoi tormenti, che pianse, che si
meravigliava, che amava, che si arrabbiava, che i suoi
sentimenti pur essendo perfetti avevano i tratti umani.
Marco riporta la dichiarazione che il sabato era fatto per
l’uomo e non viceversa 2:27
Vi sono 35 miracoli in tutti i vangeli (3+5=8) solo uno e’
riportato da tutti(Marco 6:32-44).
Marco non menziona che nel getsemani Cristo avrebbe potuto
chiamare dodici (1+2=3) legioni di angeli. Un servo non ha
legioni. Nessuna promessa e’ fatta al ladro sulla croce.
Solo un re e’ intitolato per queste cose e Marco non e’
interessato a mostrare questo lato del Cristo ai suoi
interlocutori.
Luca
Lo scrittore del terzo vangelo era il dottor Luca, il
compagno di Paolo. Nativo della Siria, apparentemente un
classico gentile (colossesi 4:14). Se questo e’ vero Luca
e’ l’unico gentile che scrisse un vangelo e’ questo
sarebbe in armonia con i numeri: 3 Vangeli di discendenza
ebraica sono perfetti per essere rappresentati, ma siccome
la buona notizia e’ per tutto il mondo il quarto (
rappresenta il mondo) ed e’ scritto da un gentile che
rappresenta tutte le posterita terrene non discendenti dal
popolo eletto.
E’ facile capire che Luca era un uomo molto educato del
suo tempo, un profondo osservatore.
Il Vangelo di Luca era diretto ai Greci. A parte i romani
ed i Giudei i greci anche erano una popolazione molto
importante dell’epoca. Essi avevano influenzato con i loro
filosofi, e purtroppo avrebbere ancora influenzato la
futura cristianita’, molti popoli. I romani erano
affascinati dal pensiero greco e ne adottarono una gran
parte. E’ interessante a questo proposito notare che molti
degli dei Romani avevano il loro corrispondente nelle
divinita’ greche.
Luca possedeva una cultura molto vasta, amava la bellezza
della’rte, la retorica e la filosofia. Luca fu uno
strumento perfetto per questo scopo.
L’ispirazione non distrugge l’abilita’ indivuduale bensi’
la completa, ogni profeta’ e’ stato ispirato a scrivere
secondo la sua abilita’.
Luca scrive a Teofilo ( sarebbe interessante scoprire il
significato di questo nome che ha la radice Theo). E’
pensato che costui fosse un cristiano influente in Grecia.
Matteo presenta il Cristo come Re.
Marco lo presenta come servo di geova ai romani.
Luca lo presenta come uomo perfetto ai greci.
Questo e’ il vangelo per i peccatori, infatti dimostra
l’amore di Dio che si fa uomo per salvare l’umanita’
peccatrice.
In Luca vediamo la divinita’manifesta nella carne. Luca
manifesta Gesu’ come uomo, con tutte le sue simpatie,
sentimenti e crescenti poteri, un Salvatore che e’
perfetto per ognuno di noi.
Come dottore Luca ci presenta con la piu’ grande dovizia
di particolari la nascita miracolosa del salvatore. Cristo
il salvatore di questo universo veniva al mondo nella
maniera solita di ogni uomo, sua madre ebbe le stesse
sofferenze e gli stessi problemi di tutte le altre. Cristo
era un piccolo come tutti gli altri soggetto a tutte le
infermita’, fisiche e spirituali. Secondo Luca egli crebbe
come tutti noi in sapienza e potere, passo dopo passo e
non per virtu’ divina, bensi’ per applicazione e
sacrificio. Gesu’ fu soggetto a suo padre e sua madre come
ognuno di noi 2:51.
Come uomo pianse la sorte di Gerusalemme, pregava in
ginocchio come ogni umile uomo e conobbe la sofferenza
fisica e spirituale, sia nel giardino che sulla croce.
Luca e’ il vangelo delle persone messe in disparte dagli
altri. Il buon Samaritano, il pubblicano e cosi’ via. E’
il vangelo che nella sua umanita’ accomuna il femminile al
maschile, infatti l’umanita’ non e’ maschile bensi’
ambedue. abbiamo la relazione fra Elisabetta e Maria, la
compassione di Gesu’ per la donna di nain e la sua
profonda compassione per l’adultera emolti altri casi 7:46
8:3 8:42 9:38 10:38-42 11:27 23:27
Solo Luca ci dice che pianse su Gerusalemme o del sangue
che verso’ nel Getsemani. Il Vangelo di Luca e’ poetico.
Si apre con il cantico "Gloria a Dio" si chiude con il
cantico "ringraziate e benedite Dio". I cristiani hanno
cominciato a cantare inni probabilmente con Luca.
Il "Magnificat" di Maria 1:46-55
Il cantico di Zaccaria 1:68-79
il canto degli angeli 2:8-14
Luca parla delle preghiere del Signore piu’ di ogni altro
evangelista. La preghiera e’ la dipendenza umana da Dio.
Giovanni.
Lo scopo di Giovanni era di provare che Gesu’ era il
promesso Messia per i giudei ed il figlio di Dio per i
gentili. La parola chiave di questo Vangelo e’ "credere".
questa parola si trova 98 (perfezione per credere nel
nuovo ciclo) volte in questo libro. Il tema principale di
questo libro e’ di dimostrare che il bimbo di betlemme
altri non era che il letterale figlio del Padre. Tutte le
cose erano state fatte da Cristo nella preesistenza, ma
ora la parola era stata fatta carne.
Nessuna genealogia e’ necessaria per Colui che gia’
viveva, nessun resoconto della sua nascita, Egli gia’
viveva. Cio’ che preme a Giovanni e’ di assicurarsi che il
lettore capisca che Gesu’ e’ letteralmente il figlio del
Padre, la parola Unigenito e’ la prova di cio’. L’unico
nato direttamente dal padre. Ognuno di noi e’ figlio di
Dio tramite Adamo (notare la genealogia di Gesu’ Luca
3:38) ma solo uno e’ Unigenito, cioe generato direttamente
come Luca spiega luca 1:35.
Giovanni pone enfasi su cio’ 1:34
Natanaele 1:49 nelle parole del Cristo 3:16
Per ben 35 volte (3+5=8) parla di Dio come "Mio Padre" e
per ben 84 volte (8+4=12) dichiaro’ di essere il Figliol
dell’Uomo.
5:25
9:37
11:27
17:1
Il libro di Giovanni e’ stato scritto per provare che
Gesu’ era letteralemnte il figlio di Dio. Giovanni ci da
sette (completo) testimonianze di cio’
1:34 Giovanni battista.
1:49 Natanaele.
6:69 Pietro.
11:27 Marta.
20:31 Giovanni
9:37 al cieco fu chiesto se credeva nel figlio di Dio e
Lui assenti’
10:36 Cristo stesso.
Sette miracoli.
Acqua tramutata in vino 2:1-11
la guarigione del figlio del nobiluomo 4:46-54
la guarigione dell’uomo a betsaida 5:1-47
sfamo la moltitudine di 5000 persone 6:1-14
cammino’ sull’acqua 6:15-21
La guarigione del cieco 9:1-41
la resurrezione di Lazzaro 11:1-57
in questo libro vi sono sette dichiarazioni di essere il
grande "Io Sono" del vecchio Testamento e quindi un’altra
prova della sua divinita’.
Io sono "Il pane della vita 6:35
Io sono "La luce del mondo" 8:12
prima di Abramo "Io sono" 8:58
Io sono "il buon Pastore" 10:11
Io sono "la resurrezione e la vita 11:25
Io sono "la via, la verita’ e la vita" 14:6
Io sono "il vero vino" 15:1
se dopo ogni "Io sono" mettiamo i due punti avremmo che
Egli stava definendo se stesso in maniera ancor piu’
specifica.
Giovanni non comincia da Betlemme, il suo scopo e’ di
proclamare il figlio di Dio e di dimostrarne la sua
divinita’. Cosi’ Giovanni inizia come Genesi:"nel
principio"
Anche la testimonianza che porta Giovanni Battista e’
diversa da quella degli altri Vangeli. Qui Giovanni
battista parla di Lui come dell’Agnello di Dio, mentre in
Matteo viene data enfasi alla venuta del "Regno" ed in
Luca enfasi al pentimento.
Atti.
scritto da Luca e’ praticamente il passaggio di consegne
fra Gesu’ e lo Spirito Santo.
Lo Spirito Santo e’ menzionato 70 volte in questo libro,
chi conosce il significato dei numeri sicuramente non si
stupira’ di questa "coincidenza". La parola testimone e’
usata circa trenta volte.
Il libro si apre con la predicazione del Vangelo a
gerusalemme, la metropoli degli ebrei, il popolo eletto e
termina con la predicazione del Vangelo a Roma, la vera
metropoli del mondo gentile per eccellenza.
In Atti 1 fino a 12 troviamo Pietro che predica il
pentimento agli ebrei dal capitolo 13 al 28 troviamo Paolo
che porta testimonianza ai gentili con la parola chiave
"credere". I primi avevano bisogno di ravvedersi sul
Messia i secondi di comprenderlo e di accettarlo.
E’ interessante anche notare che il primo sermone di
Pietro porto’ 3000 persone ad essere battezzate. E’ il
libro che parla di come le missioni furono organizzate ed
il prezzo pagato dai martiri per la predicazione del
vangelo.
Abbiamo 21 epistole di Paolo, anche qui vi e’ materia per
gli amanti dei numeri. Molte furono scritte da
Gerusalemme, mentre altre da Roma. Da Roma scrisse ad
Efeso, una a i Colossesi, una a Filemone ed una ai
Filippesi.
La prima epistola scritta dall’apostolo dei gentili e’
chiaramente rivolta ai gentili per eccellenza, i romani.
Molti pensano ai giudei romani, ma cio’ contrasterebbe con
la precipua chiamata di Paolo che era stato messo a parte
come apostolo dei gentili, quindi Paolo puo’ anche aver
predicato il suo Vangelo, talvolta, a qualche ebreo, non
va dimenticato che la sua specifica chiamata era per i
Gentili. Vi e’ infatti un’altra erronea tradizione che
Pietro abbia fondato la chiesa a Roma. Pietro aveva la
specifica chiamata di evangelizzare i Giudei Galati 2:9.
Non sappiamo chi fu il fondatore della chiesa a Roma e non
ha una grande importanza, sappiamo comunque che ne Paolo
(scrivendo ai romani da Gerusalemme, prima di andarvi,
abbiamo la prova che non fu lui) e neppure Pietro potevano
avere impiantato la chiesa a Roma.
Questa e’ lepistola preferita dai protestanti infatti
Paolo parla della salvezza per grazia anche se alla fine
della sua spiegazione dice chiaramente Romani 5:21
cosi’ anche la grazia regni, MEDIANTE LA GIUSTIZIA, a vita
eterna, per mezzo di gesu’ Cristo, nostro Signore.
1 e 2 Corinzi
Se leggiamo atti 18 troviamo chome il Vangelo raggiunse
questa citta’.
Paolo, un uomo allora di circa 50 anni entrava in questa
metropoli del mondo antico come un artigiano che
fabbricava tende. Diciamo quasi come un costruttore di
case del nostro tempo. In un anno e mezzo fu capace di
impiantare la cristianita’ andando ogni sabato a predicare
nelle sinagoghe che erano piene di ebrei e greci
convertiti all’ebraismo. La prima lettera a questa chiesa
da parte di Paolo e’ dovuta al fatto che la filosofia
greca dei membri stava prendendo il sopravvento sulla
teologia cristiana. Un senso di auto ammirazione e auto
indilgenza era entrato in loro. Il pericolo per loro non
veniva da fuori la chiesa ma proprio dal di dentro. Le
divisioni dei loro punti di vista aveva fatto della
chiesaa quasi un partito politico con molte divisioni in
esso. Praticamente il baricentro che doveva essere il
Cristo non esisteva piu’ e cosi’ la chiesa scivolava a
destra e a manca.
Paolo puntualizza che il ministro cristiano non e’ il capo
di una scuola o di una setta rivale, come erano soliti
essere i filosofi greci. Il ministro cristiano deve essere
un servitore di Dio non un Maestro che avesse discepoli.
Paolo spiega che la liberta’ non significa essere senza
regole, ma che la liberta’ degli uomini finisce dove
comincia la liberta’ altrui. La resurrezione era un altro
soggetto che i Corinzi non erano riusciti a digerire cosi’
Paolo rispiega il tutto.
Cristo era morto per i nostri peccati come le scritture
avevano profetizzato 15:3
Era stato sepolto 15:4
Era risuscitato il terzo giorno come le scritture dicevano
15:4
molti ne erano stati testimoni 15:5,6
fortunatamente I Corinzi praticavano il battesimo per i
morti cosi, Paolo pose loro 
la domanda: Altrimenti che faran quelli
che son battezzati per i morti? Se i morti non risuscitano
affatt, perche’ dunque son essi battezzati per loro? 15:29
Ottima domanda! Che senso ha se non credevano nella
resurrezione.
Non credere nella resurrezione significherebbe che stiamo
adorando un Cristo morto. Non avremmo alcuna "buona
notizia" perche’ la morte fu introdotta dal peccato e non
poteva essere sconfitta se non con una resurrezione. La
resurrezione di Cristo e’ la prova che la morte e l’Ades
devono rendere i loro ostaggi e questo non sarebbe potuto
avvenire senza un cambiamento nelle leggi che erano state
cambiate con la caduta dell’uomo se non per mezzo di una
espiazione infinita ed eterna. Se un uomo sta per affogare
e qualcuno si tuffa per salvarlo, se quest’ultimo perisce
nelle acque non ha salvato nessuno e muore anche lui.
Gesu’ con la sua resurrezione ha mostrato la sua vittoria
e gli altri che hanno camminato per le strade di
gerusalemme dopo la sua resurrezione sono la prova piu’
lampante che anche gli altri hanno usufruito di questa
vittoria.
La seconda lettera ai Corinzi dimostra che Paolo era
preoccupato di come avrebbero ricevuto la sua prima
missiva, infatti mando’ Tito e forse Timoteo per
constatare di persona come andavano le cose. Ricevette
rassicurazioni che tutto era stato ricevuto bene, ma anche
alcune provocazioni di alcuni che questionavano le sue
motivazioni e forse anche il suo apostolato, forse perche’
egli non faceva parte del quorum originale dei primi 12.
Sotto queste circostanze paolo scrisse la sua seconda
lettera, in cui esprime gioia per come era stata ricevuta
la sua prima epistola ma nache difende la sua chiamata
apostolica con estremo vigore. Eglia ci parla della sua
vita personale in questa epistola piu’ di ogni altra.
La sua fuga da Damasco in un paniere 11:32-33
La sua esperienza del terzo cielo 12:1-4
la spina nella sua carne 12:7
le sue sofferenze 11:23-27
Non aveva mai parlato di queste cose se non ne fosse stato
costretto.
Il ministerio di Paolo era un ministerio trionfante ma
anche pieno di sofferenze amare. Come ogni battaglia della
vita il trionfo avviene sempre tramite sofferenza, diciamo
che la vittoria molte volte ha un costo elevato. Una
caratteristica peculiare di Paolo e’ che era sempre
ottimista dato che sapeva che le afflizioni qui sono
gloria dopo 2 Corinzi 4:17-18
" Il pessimista vede difficolta’ in ogni opportunita’"
"L’ottimista vede un opportunita’ in ogni difficolta’"
Paolo viveva con l’occhio diretto sul futuro, non sul
presente.
Galati
Questa epistola e’ famosa per la frase:" Quand’anche un
angelo dal cielo vi annunziasse un Vangelo diverso da
quello che v’abbiamo annunziato, sia egli anatema."
Paolo voleva essere sicuro di non essere frainteso in cio’
che predicava.
Durante il secondo viaggio missionario Atti 16:6 si trovo’
portato in Galazia da una malattia 4:13. Sebbene malato
predico’ Gesu’ e lui crocifisso 3:1 ed ebbe successo 1:6.
Probabilmente quando Paolo se ne ando’ altri subentrarono
nell’insegnamento, Giudeo cristiani o cristiani mal
informati. Questi asserivano che la circoncinsione e la
legge dovevano essee ancora praticati e che secondo loro
Paolo non era un vero apostolo.
Anche qui Paolo rivendica la sua autorita’ apostolica e
rimette le cose a posto. E’ stato detto giustamente che il
giudaismo e’ stato la culla della cristianita’ ma avrebbe
anche potuto esserne la bara se i cristiani fossero
rimasti attaccati alle tradizioni ed alla legge.
In questa epistola non vi e’ spazio per i ringraziamenti,
invece parla di "io mi meraviglio". Infatti il Vangelo
diverso a cui si riferiva in quel momento era quello di un
ritorno alla legge per quello Paolo spiega il figlio della
libera ed il figlio della schiava. Un Vangelo mescolato
alla legge non salva, Paolo infatti non dice che loro
stavano rinnegando il vangelo, ma PERVERTENDOLO.
Paolo spiega la sua chiamata e la sua educazione
evangelica 1:12
Paolo ebbe il suo training in Arabia per tre anni, egli
era stato insegnato dallo spirito. Lui era stato con gli
apostoli Pietro e Giacomo 15 giorni dopo i tre anni in
Arabia, non poteva aver imparato tutto in quei pochi
giorni.
Che lui fosse autorizzato in un campo specifico in cui lui
solo avesse la piena autorita’ e’ dimostrato dal suo
diverbio con Pietro 2:11-21. Non stava mancano di rispetto
al capo degli apostoli, stava solo dicendo che per quanto
riguarda i gentili aveva ricevuto autorita’ ed
ispirazione. 2:6-9
E’ interessante notare che Paolo spiega quali siano i
frutti dello spirito ed elenca ben nove di questi. Tre
sono doni ricevuti da Dio: Amore, gioia e pace tre sono
doni per gli altri: longanimita’, bonta’, benignita’ e tre
infine sono per noi stessi fedelta’, dolcezza, temperanza.
tre per tre nove un triangolo perfetto.
Efesini
In Efesini il capolavoro terreno di Dio: la chiesa, viene
definito.
e nella parte finale l’armatura di Dio per difenderne il
capolavoro.
Interessante anche e’ il fatto che in questa epistola
vengono menzionate chiaramente le famiglie in cielo 3:14
Filippesi
Questa e’ la prima chiesa fondata in Europa. Paolo fu
chiamato la’ da una visione ed un grido. atti 16:9
Sembra che Paolo scrisse questa epistola mentre era in
catene, ma la sua lettera dimostra che era completamente
libero nello spirito. Un’atmosfera di gioa permea la
lettera anche se scritta in catene.
Paolo menziona il nome del Salvatore 40 volte e sappiamo
benissimo che questo numero indica prova e maturita’.
Paolo in quel momento aveva ambedue, prova fisica e
maturita’ spirituale.
Alcune delle cose piu’ pure e spirituali della vita
cristiana si trovano in questa lettera. Gioia nel vivere,
gioia nel servizio. Gioia nella fratellanza, gioia nella
ricompensa. In pratica Paolo insegna di non essere
ansioso, di pregare per ogni cosa e di essere grato per
qualsiasi cosa.
Colossesi
Efesini e Colossesi furno scritte quasi nello stesso
periodo e nello stesso posto: il carcere Romano.
L’eresie avevano trovato spazio nella chiesa a Colosse.
Adorazione di angeli 2:18 cerimoniali giudaici 2:16-21
Questa chiesa era stata fondata probabilmente da Epafra
1:7 Filemone ne era un membro.
Epafra era andato a Roma a riportare i problem suddetti e
Paolo scrisse questa lettera per aiutare a risolvere il
tutto.
Tessalonicesi
La seconda venuta del messia e’ il tema dominante di
queste due epistole. La seconda venuta e’ la speranza
della chiesa ed e’ menzionata in ogni chiusura di ogni
capitolo. Questo veniva fatto da Paolo per far loro capire
che la loro speranza doveva essere una certezza, non una
chimera, ma una realta’. Queste epistole sono scritte da
cuore a cuore, Paolo voleva essere sicuro che il loro
cuore non doveva tremare in questa speranza. Piuttosto
ognuno dei fratelli avrebbe dovuto stare n guardia
nell’attesa. Paolo spiega anche che benche’ questo ritorno
fosse atteso dovevano avvenire delle cose e che pertanto i
santi dell’epoca non avrebbero dovuto essere ansiosi al
riguardo.
In pratica Paolo dice loro di convertirsi al Vangelo
servendo il Dio vivente e di aspettare il suo ritorno con
serenita’. In pratica in queste epistole Paolo spiega cio’
che il Signore aveva in serbo per il futuro piu’ che
spiegare cio’ che aveva fatto nel passato. Paolo da molti
dettagli su come avverra’ il ritorno del Salvatore e come
le persone lo vivranno.
Un dato interessante numerico da far rilevare e’ che la
seconda venuta di gesu’ Cristo e’ menzionata 318 volte nei
260 capitoli del nuovo testamento 318 3 la perfezione 1
Dio ed 8 nuovo ciclo la cui somma da 12 la guida terrena
in Dio 260 la cui somma da otto e’ composta da 2 i
testimoni e il 6 che non e’ completo. L’otto rappresenta
il nuovo ciclo o millennio che sta per arrivare. Il 2 la
seconda testimonianza o venuta del salvatore e 6 perche’
il ciclo non e’ ancora completo infatti manca il millennio
per completare i 7 giorni o millenni della storia
temporale terrena ( temporale la dice lunga sul futuro
della terra ).
Timoteo
queste come Tito e Filemone sono epitole pastorali,
dirette cioe’ ad un vescovo per essere aiutato nei suoi
doveri.
Nella sua prima epistola Paolo mette in guardia Timoteo
riguardo la dottrina, nella sua seconda lo mette in
guardia riguardo la sua testimonianza. Paolo fa capire di
essere consapevole di essere alla fine del suo mandato. Il
suo arresto doveva essere stato improvviso ed inatteso,
infatti chiede a Timoteo di avere cure delle cose che
erano rimaste 4:13. Questi furono gli ultimi scritti e che
ne doveva essere consapevole e’ dimostrato da 4;6-8 e che
menziona ben 23 persone quasi a voler ricordare ognuno. Il
suo cuore batte in ogni verso ed il lettore puo’ sentirlo
palpitare non certo di paura, bensi’ dai ricordi
struggenti. I consigli che da a Timoteo e Tito sono quelli
che solo un padre amorevole da ai suoi figli e Timoteo e’
spesso chiato figlio da Paolo in quanto probabilmente lo
aveva convertito e battezzato.
Tito era il vescovo di Creta. Tito era un gentile
convertito da Paolo.
Filemone parla di uno schiavo, Onesimo. Paolo non chiede
la’bolizione della schiavitu’, pero’ spiega come la
schiavitu’ non possa essere un frutto della cristianita’.
Va ricordato che secondo dati storici nel 300 a.c. 21.000
ateniesi avevano 400.000 schiavi, per qunto riguarda i
romani basta considerare che solo a Roma vivevano circa
3.000.000 di persone quindi gli schiavi sarebbero dovuti
essere in proporzione.
Ebrei.
Sebbene quasi tutti siano concordi che l’utore di questa
epistola sia Paolo non se ne ha la certezza. Essendo
questa epistola diretta agli ebrei ha uno scopo ben
preciso: dimostrare la grandezza e la missione del Cristo.
Piu’ grande dei profeti 1:1-3
Piu’ grande degli angeli 1:4 2:18
Piu’ grande di Mose’ 3:1-19
Piu’ grande di Giosue’ 4:1-16
piu’ grande di Aaronne 5:1-10
Lo scopo di questi paragone e’ evidente mostrare la
superiorita’ del Vangelo agli ebrei e rafforzare le
convinzioni dei cristiani vacillanti.
Va considerato anche un altro fattore molto importante, lo
scrittore vuole correggere l’erronea idea che il giudeo
cristiano avesse perso qualcosa nella sua conversione. La
cristianita’ non significa aver rinunciato a qualcosa ma
bensi’ nell’aver ricevuto qualcosa di piu’.Gli ebrei non
avevano mai posseduto il sacerdozio di melchisedec, ma
solo quello Levitico, ma Cristo non solo lo possedette ma
lo condivise per fare dei ccristiani un REAL sacerdozio.
Giacomo.
Il libro dei fatti. Giacomo il fratello del Signore non
rivendico’ la salvezza per sola grazia ma ando’ ben in la
nello spiegare che la fede senza le opere e’ morta. Il
libro di Giacomo e’ un avvertimento che il Vangelo e’
Azione, che la Fede e’ azione 1:22
Da tener presente che questo Giacomo era il fratello del
Signore che durante la sua vita non aveva accettato la sua
chiamata ma che fu convertito solo dopo la sua
risurrezione.
Pietro
Le due epistole furono scritte probabilmente verso la fine
della sua vita circa il 67 d.c. Si trovava a Babilonia
sull’Eufrate 5:13 dove una chiesa cristiana era stata
fondata. Questa lettera fu mandata tramite Sila 5:12
Pietro come viene dipinto dai vangeli e’ enormemente
diverso da quello che si capisce dai suoi scritti
personali. nei vangeli lo vediamo come l’impulsivo,
l’anima senza pace, talvolta senza paura, talvolta codardo
tanto da rinnegare il Signore. nelle sue epistole lo
vediamo paziente, amabile, tranquillo con un coraggio
straordinario. La tradizione racconta che egli richiese
personalmente di essere crocifisso a testa in giu’ perche’
non si riteneva degno di morire come il suo salvatore era
morto. Certamente i due quadri possono combaciare, ognuno
di noi attraverso la maturita’ e gli anni cambia i propri
atteggiamenti e da non sottovalutare poi gli effetti
purificatri dello Spirito santo. Queste epistole furono
scirtte al tempo in cui la persecuzione romana stava per
divenire piu’ atroce. La prima lettera era per consolare,
la seconda per avvertire. La prima cercava di consolare ed
incoraggiare chi stava soffrendo, la seconda per avvertire
loro che il pericolo poteva essere dentro la chiesa.
Giovanni e Giuda le loro epistole.
Le epistole di giovanni furono scritte dopo il suo Vangelo
circa nell’anno 90d.c. E’ interesante notare che non
indirizza le sue lettere a nessuna chiesa in particolare e
vi e’ una ragione: a quel tempo era l’unico apostolo
rimasto vivo e sicuramente deteneva l’autorita’ che Pietro
deteneva quindi le sue epistole non erano dirette a
nessuna chiesa in particolare, bensi a tutta la chiesa in
generale. Come capo della chiesa in quel particolare
momento troviamo che le sue epistole sono un modello da
essere preso ad esempio da i membri della chiesa.
Giovanni parla di 7 prove che il cristiano deve dimostrare
per camminare con Dio.
1" camminare nella luce.
2 ammettere di essere un peccatore, cioe’ praticare il
pentimento.
3 obbedire alla volonta’ di Dio
4 imitare Cristo.
5 Amare gli altri
6 vincere il mondo
7 provare che Cristo e’ vincitore nella sua vita.
La sua seconda epistola e’ diretta ad una donna e questo
e’ l’unico libro della Bibbia diretta ad una donna
Giuda era un’altro fratello del Signore che sicuramente si
era convertito dopo la sua risurrezione in quanto prima
della sua morte il salvatore non si fidava dei suoi
fratelli.
Rivelazione.
Questo libro e’ l’unico libro del nuovo testamento scritto
unicamente con lo scopo della profezia. Vi sono circa 300
simboli in questo libro e questo la dice lunga
sull’importanza di cercare di scoprirne il significato di
ognuno. Molti trascurano i simboli ed i numeri pensando
che possano essere strumenti di confusione, ma non e’
cosi’ solo chi non conosce il significato puo’ essere
confuso. Il simbolismo e’ il linguaggio che solo lo
spirito puo’ discernere. Troviamo la parola "Agnello"
riferita a Cristo 26 volte (otto). E’ stato detto che il
sangue purificatore di Cristo scorre attraverso l’intera
Bibbia come una corda rossa. E’ anche stato detto che la
seconda venuta del Cristo scorre attraverso tutta la
Bibbia come una corda di color oro. Noi siamo salvati e
purificati dal suo sangue e siamo in attesa, spasmodica,
del suo ritorno come trionfatore.
Questo libro e’ la migliore fine dopo il migliore inizio
che e’ nella Genesi. Tutto quello che era cominciato nel
libro degli inizi: la Genesi trova l’adempimento naturale
in Rivelazione. In Genesi il cielo e la terra furono
creati, in Rivelazione troviamo che un nuovo cielo ed una
nuova terra saranno, ma non piu’ il sole e ne’ il tempo
saranno parte di questa nuova creazione. In Genesi vi e’
un giardino, in rivelazione una citta’ santa. In Genesi
c’e’ il matrimonio di Adamo con Eva, in rivelazione il
matrimonio di Cristo con la chiesa, in pratica tutto il
genere umano che avra’ accettato il Vangelo potra’
partecipare al matrimonio, o vita eterna che scaturisce
dal sacrificio di Cristo. In genesi vi e’ l’apparizione di
Satana e la sua ingannevole vittoria, in rivelazione e
abbiamo la sua sconfitta che ne determina la scomparsa.
Rivelazione e’ l’ultimo atto del dramma celeste, ne
riassume i tempi e ne contiene l’atto finale. Gesu’ Cristo
ne’ e’ l’attore principale ed eroe unico. Essendo l’atto
finale e completo il suo simbolo e’ il sette.
E’ scritto per sette chiese
sono aperti sette suggelli
vi sono sette trombe
sette segni
sette ultime piaghe
sette giudizi
sette cose nuove.
Le ultime parole del Cristo sono:"Si vengo tosto!"
e le nostre dovrebbero essere:’ e chi ne dubita!" http://www.youtube.com/user/docbible/videos

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