LA DOTTRINA DI GESU’ CRISTO
Vi sono dei punti chiave della dottrina di Gesù Cristo
che egli non solo volle mettere in chiaro, ma che desiderò fissare
in modo inequivocabile.
che egli non solo volle mettere in chiaro, ma che desiderò fissare
in modo inequivocabile.
Quali sono queste dottrine che non avrebbero dovuto
essere né fraintese né male interpretate?
Eccole:
essere né fraintese né male interpretate?
Eccole:
La sua relazione con Dio, il fatto di essere suo figlio
come noi siamo suoi figli. Il fatto che Dio è un
uomo glorificato, la sua missione personale e lo scopo
dell’espiazione, della risurrezione e dell’esaltazione.
come noi siamo suoi figli. Il fatto che Dio è un
uomo glorificato, la sua missione personale e lo scopo
dell’espiazione, della risurrezione e dell’esaltazione.
Ognuno di questi punti non solo è stato chiarito
nelle scritture ma in certi punti è stato fissato
in maniera da non poter essere rimosso.
nelle scritture ma in certi punti è stato fissato
in maniera da non poter essere rimosso.
Passiamo ad analizzare questi punti uno per volta.
La sua e la nostra relazione con Dio
Il profeta Joseph Smith insegnò nel sermone di
King Follet:
King Follet:
“Voglio chiedere a questa congregazione, a ogni
uomo, donna e bambino, di rispondere in cuor loro alla
domanda: Che specie di essere è Dio? Fatevi questa
domanda, pensateci bene e dite se qualcuno di voi ha
veduto, udito o comunicato con Lui. Questa e’ una domanda
che può occupare la vostra mente per un lungo
periodo di tempo.
uomo, donna e bambino, di rispondere in cuor loro alla
domanda: Che specie di essere è Dio? Fatevi questa
domanda, pensateci bene e dite se qualcuno di voi ha
veduto, udito o comunicato con Lui. Questa e’ una domanda
che può occupare la vostra mente per un lungo
periodo di tempo.
Ripeto di nuovo la domanda. Che specie di essere è Dio?
C’è qualcuno che lo sa? C’è qualcuno di
voi che l’ha veduto, sentito o che ha comunicato con
Lui? Questa è la domanda che probabilmente d’ora
innanzi occuperà la vostra mente. Le scritture
ci dicono che: "Questa è la vita eterna:
che conoscano te,
il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato: Gesù Cristo."
C’è qualcuno che lo sa? C’è qualcuno di
voi che l’ha veduto, sentito o che ha comunicato con
Lui? Questa è la domanda che probabilmente d’ora
innanzi occuperà la vostra mente. Le scritture
ci dicono che: "Questa è la vita eterna:
che conoscano te,
il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato: Gesù Cristo."
Se qualcuno non conosce Dio e chiede che specie di essere
Egli è, frugando diligentemente nel suo cuore,
se la dichiarazione di Gesù e degli apostoli è vera,
capirà di non avere la vita eterna, perché la
vita eterna non si può ottenere in base a nessun
altro principio.
Egli è, frugando diligentemente nel suo cuore,
se la dichiarazione di Gesù e degli apostoli è vera,
capirà di non avere la vita eterna, perché la
vita eterna non si può ottenere in base a nessun
altro principio.
Gabriele spiegò in maniera inequivocabile a Maria
che suo figlio sarebbe
stato chiamato Figliolo dell’Altissimo e quando lei chiese
come questo poteva avvenire, in maniera chiara l’angelo
dichiarò "La potenza dell’Altissimo ti coprirà dell’OMBRA
sua, PERCIO’ ANCORA IL SANTO CHE NASCERA’, SARA’ CHIAMATO
FIGLIOLO di Dio.” (leggere "fatherhood of
Jesus").
Non quindi figlio dello Spirito Santo, ma figlio di Dio.
che suo figlio sarebbe
stato chiamato Figliolo dell’Altissimo e quando lei chiese
come questo poteva avvenire, in maniera chiara l’angelo
dichiarò "La potenza dell’Altissimo ti coprirà dell’OMBRA
sua, PERCIO’ ANCORA IL SANTO CHE NASCERA’, SARA’ CHIAMATO
FIGLIOLO di Dio.” (leggere "fatherhood of
Jesus").
Non quindi figlio dello Spirito Santo, ma figlio di Dio.
Gesù ebbe questa consapevolezza fin dalla sua
adolescenza, la scrittura dice in Luca 2:40 "ed
il bambino cresceva e si fortificava, ESSENDO RIPIENO
di
sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.”
adolescenza, la scrittura dice in Luca 2:40 "ed
il bambino cresceva e si fortificava, ESSENDO RIPIENO
di
sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.”
Nel proseguimento dello stesso capitolo si ha la conferma
che Gesù aveva già questa conoscenza. Infatti
quando fu rimproverato dai genitori rispose candidamente "Non
sapevate ch’io dovea trovarmi nella casa del Padre mio?”
che Gesù aveva già questa conoscenza. Infatti
quando fu rimproverato dai genitori rispose candidamente "Non
sapevate ch’io dovea trovarmi nella casa del Padre mio?”
Nessuno prima di lui aveva osato riferirsi a Dio come
Padre, non solo ma egli insegnò anche ai suoi
discepoli ad usare questo stesso termine: “Quando
pregate, pregate così "caro Padre…..”
Padre, non solo ma egli insegnò anche ai suoi
discepoli ad usare questo stesso termine: “Quando
pregate, pregate così "caro Padre…..”
Che Dio avrebbe generato un figlio è dichiarato
chiaramente in Salmi 2:7,12
e dalla sua stessa voce al battesimo di Gesù ed
in altre occasioni. Che noi fossimo anche figli di Dio
e Dei in embrione è citato in una scrittura, l’unica
in cui Gesù dice qualcosa che non dice in nessun’altra
occasione e cioè che la scrittura non può essere
annullata. Perché usa questa espressione? Semplice:
ciò che dice deve essere inteso per ciò che
prova Giovanni (10:34-36), quindi da ciò è chiaro
che l’uomo può divenire un Dio, perché è un
Dio in embrione.
chiaramente in Salmi 2:7,12
e dalla sua stessa voce al battesimo di Gesù ed
in altre occasioni. Che noi fossimo anche figli di Dio
e Dei in embrione è citato in una scrittura, l’unica
in cui Gesù dice qualcosa che non dice in nessun’altra
occasione e cioè che la scrittura non può essere
annullata. Perché usa questa espressione? Semplice:
ciò che dice deve essere inteso per ciò che
prova Giovanni (10:34-36), quindi da ciò è chiaro
che l’uomo può divenire un Dio, perché è un
Dio in embrione.
Ma Dio è veramente un Uomo glorificato? Anche
qui Gesù non ha usato mezzi
termini per fissare questo concetto. Si è sempre
riferito a se stesso come al Figliol dell’uomo, eppure
sarebbe stato più semplice riferirsi a sé stesso
come al figliol di Dio, invece voleva che fosse ben chiaro
questo principio, specie quando disse di essere l’immagine
dell’invisibile Iddio.
(Invisibile perché per vedere Dio vi devono essere
delle ragioni specifiche. Se Dio si manifestasse, la
fede non avrebbe ragione di essere, ma senza fede è impossibile
piacerGli).
qui Gesù non ha usato mezzi
termini per fissare questo concetto. Si è sempre
riferito a se stesso come al Figliol dell’uomo, eppure
sarebbe stato più semplice riferirsi a sé stesso
come al figliol di Dio, invece voleva che fosse ben chiaro
questo principio, specie quando disse di essere l’immagine
dell’invisibile Iddio.
(Invisibile perché per vedere Dio vi devono essere
delle ragioni specifiche. Se Dio si manifestasse, la
fede non avrebbe ragione di essere, ma senza fede è impossibile
piacerGli).
E ancora aveva affermato: “Chi ha visto me ha
veduto il Padre.”
D’altronde se Dio ha fatto l’uomo a sua immagine e somiglianza
vi sarà pure una ragione, ed inoltre tutte le
volte che i profeti lo hanno visto e lo hanno descritto,
ne hanno parlato come di un uomo,.
veduto il Padre.”
D’altronde se Dio ha fatto l’uomo a sua immagine e somiglianza
vi sarà pure una ragione, ed inoltre tutte le
volte che i profeti lo hanno visto e lo hanno descritto,
ne hanno parlato come di un uomo,.
Quindi il primo punto che Gesù ha affermato con
forza è stato quello di mettere in chiaro la sua
diretta relazione con Dio definendosi "figliol dell’uomo." Ed
ha anche affermato con la stessa forza la nostra relazione
con Dio e la nostra possibilità’ di divenire come
Dio, infatti la scrittura non può essere annullata.
Di conseguenza anche il secondo punto è chiarito
in maniera inequivocabile: Dio e’ un uomo esaltato.
forza è stato quello di mettere in chiaro la sua
diretta relazione con Dio definendosi "figliol dell’uomo." Ed
ha anche affermato con la stessa forza la nostra relazione
con Dio e la nostra possibilità’ di divenire come
Dio, infatti la scrittura non può essere annullata.
Di conseguenza anche il secondo punto è chiarito
in maniera inequivocabile: Dio e’ un uomo esaltato.
La
missione e l’espiazione di Gesù Cristo
missione e l’espiazione di Gesù Cristo
Giovanni
18:37 Questo introduce il secondo punto cruciale
18:37 Questo introduce il secondo punto cruciale
Egli era l’agnello preordinato prima della fondazione
del mondo. Non mi occuperò ora delle implicazioni
derivanti dalla caduta e procedo con i "paletti" Dopo
averci quindi rassicurati sulla nostra provenienza e
sul nostro "futuro" Egli fissò chiaramente
Il motivo per cui Egli era venuto (Isaiah 61:1-3)
del mondo. Non mi occuperò ora delle implicazioni
derivanti dalla caduta e procedo con i "paletti" Dopo
averci quindi rassicurati sulla nostra provenienza e
sul nostro "futuro" Egli fissò chiaramente
Il motivo per cui Egli era venuto (Isaiah 61:1-3)
Gesù fissò questo punto in Luca 4:16-21.
La sua espiazione avrebbe prodotto il perdono dei peccati,
gratuito quello del peccato di Adamo, provocato dalla
caduta di cui nessuno di noi è responsabile,
ma soggetto al pentimento quello relativo ai nostri
peccati personali, per poter lavare le nostre vesti
nel sangue dell’Agnello.
Gesù per dimostrare e stabilire questo principio
ricorse all’autorità che deteneva; l’autorità di
rimettere i peccati e l’autorità’ sulla
morte, infatti era necessario dimostrare all’umanità che
Egli possedeva questo potere e questa
Autorità. Altrimenti chi avrebbe potuto credere
nella salvezza, intesa come perdono e riscatto dalla
caduta, e nella risurrezione, se non avesse potuto vedere
qualcosa che ne attestasse la potestà?
La sua espiazione avrebbe prodotto il perdono dei peccati,
gratuito quello del peccato di Adamo, provocato dalla
caduta di cui nessuno di noi è responsabile,
ma soggetto al pentimento quello relativo ai nostri
peccati personali, per poter lavare le nostre vesti
nel sangue dell’Agnello.
Gesù per dimostrare e stabilire questo principio
ricorse all’autorità che deteneva; l’autorità di
rimettere i peccati e l’autorità’ sulla
morte, infatti era necessario dimostrare all’umanità che
Egli possedeva questo potere e questa
Autorità. Altrimenti chi avrebbe potuto credere
nella salvezza, intesa come perdono e riscatto dalla
caduta, e nella risurrezione, se non avesse potuto vedere
qualcosa che ne attestasse la potestà?
Matteo 9:1-8, Luca 5:17-25. Quando operò la resurrezione
di Lazzaro disse ancor prima di fare il miracolo (Giovanni
11:41-45).
Alla sua resurrezione non solo apparve ma volle che fossero
toccate le sue ferite a dimostrazione che la resurrezione
non era un sogno ma una realtà’ e che questa non
solo sarebbe stata mediante un corpo ma proprio nel nostro
corpo. Su questi punti non dovevano esservi e non vi
sono fraintendimenti. Per puntualizzare come sarebbe
avvenuta la salvezza maledì invece di benedire,
unico caso nelle scritture, proprio per enfatizzare che
la salvezza dalla caduta è gratuita ma che l’esaltazione
nel regno del Padre va guadagnata con le opere.
di Lazzaro disse ancor prima di fare il miracolo (Giovanni
11:41-45).
Alla sua resurrezione non solo apparve ma volle che fossero
toccate le sue ferite a dimostrazione che la resurrezione
non era un sogno ma una realtà’ e che questa non
solo sarebbe stata mediante un corpo ma proprio nel nostro
corpo. Su questi punti non dovevano esservi e non vi
sono fraintendimenti. Per puntualizzare come sarebbe
avvenuta la salvezza maledì invece di benedire,
unico caso nelle scritture, proprio per enfatizzare che
la salvezza dalla caduta è gratuita ma che l’esaltazione
nel regno del Padre va guadagnata con le opere.
Al giovane ricco spiegò che l’osservanza dei
comandamenti portava alla vita eterna perché quella
era stata la sua domanda, ma senza il progresso personale
non vi può essere premio. Chi ha un talento dovrebbe
produrne di maggiori perché non gli venga tolto
anche quello in suo possesso, ma è evidente che
per fissare questo punto avrebbe dovuto imprimere questo
concetto con una iperbole spirituale tanto da colpire
i cuori. Colui che aveva sempre benedetto ed usato il
suo potere per sanare e benedire, maledì il fico
che aveva solo foglie e non frutti e specificò,
come Giovanni Battista, che coloro che non portano buoni
frutti sono tagliati e gettati nel fuoco.
(Matteo 21:18).
comandamenti portava alla vita eterna perché quella
era stata la sua domanda, ma senza il progresso personale
non vi può essere premio. Chi ha un talento dovrebbe
produrne di maggiori perché non gli venga tolto
anche quello in suo possesso, ma è evidente che
per fissare questo punto avrebbe dovuto imprimere questo
concetto con una iperbole spirituale tanto da colpire
i cuori. Colui che aveva sempre benedetto ed usato il
suo potere per sanare e benedire, maledì il fico
che aveva solo foglie e non frutti e specificò,
come Giovanni Battista, che coloro che non portano buoni
frutti sono tagliati e gettati nel fuoco.
(Matteo 21:18).
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