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Friday, August 17, 2012

L'espiazione di Gesu' Cristo


L’espiazione di Gesù Cristo
In questo articolo verrà trattato l’argomento principe del Vangelo: “L’espiazione di Gesù Cristo, i suoi effetti e le sue implicazioni”. Permettetemi di chiarire che, nonostante tutti gli sforzi, non è possibile spiegare questo argomento in termini perfetti, sia per la vastità del tema sia, soprattutto, per l’incomprensione che la mente umana ha verso un qualcosa che solo un Dio poteva sopportare, comprendere ed accettare.
Questo concetto è ben chiarito da Cristo stesso nella scrittura contenuta in Dottrina e Alleanze 19, in cui specifica che noi uomini non possiamo comprendere ciò che Egli sopportò e provò. Il mio è il tentativo di raccogliere le scritture relative al pentimento ed all’espiazione, cercare di metterle in relazione fra di loro, per dare a me stesso ed agli eventuali lettori, quello che potrebbe essere un buon punto di vista. Accingendomi a parlare dell’aspetto più importante e basilare del vangelo, l’espiazione, lo faccio con grande senso di umiltà ed inadeguatezza.
Paolo scrisse che non si era prefisso altro che di parlare di Cristo e Lui crocifisso, per un semplice motivo, che parlando di Cristo avrebbe predicato il Suo Vangelo e parlando della sua crocifissione avrebbe spiegato come la grazia di Dio era intervenuta per salvare il genere umano: “Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il Suo Unigenito Figliolo per salvarlo.” E’ certo che l’uomo è stato salvato per grazia, questo intendeva Paolo quando parlava di questa dottrina, e chi potrebbe smentirlo: senza il Vangelo e senza l’espiazione l’uomo sarebbe condannato a morire e mai potrebbe risorgere. L’anziano Boyd K. Packer dichiarò, durante la conferenza dell’Aprile 1977:
“ La verità, gloriosa verità, proclama che vi è un mediatore, attraverso la sua misericordia ognuno di noi può essere salvato senza offendere la legge eterna della giustizia. Questa verità è la vera RADICE della dottrina cristiana. Voi potete sapere molto riguardo al Vangelo ed ai suoi rami, ma se solo conoscete i rami e questi rami non sono connessi alla radice, se sono staccati da questa radice, essi non hanno né sostanza né redenzione in loro.” Il profeta Joseph Smith parlò di risurrezione ed espiazione come degli elementi fondamentali della nostra religione ed affermò che tutte le altre dottrine sono solo “appendici” di tutto ciò. 3 Nefi 27:13-14 “Ecco, Io vi ho dato il mio Vangelo, ed ecco qual è il Vangelo che vi ho dato, che sono venuto al mondo per fare la volontà del Padre mio, perché mio Padre mi ha mandato. E mio padre mi mandò PERCHE’ FOSSI ELEVATO SULLA CROCE; e, dopo essere stato elevato sulla croce, AFFINCHE’ POTESSI ATTIRARE TUTTI GLI UOMINI A ME; poiché come Io sono stato innalzato dagli uomini, così gli uomini saranno innalzati dal Padre, per stare davanti a me, per essere giudicati dalle loro opere, siano esse buone o cattive.” DeA 76:40-41 “E questo è il Vangelo, la buona novella, che la voce dal cielo ci attestò. Che Egli venne nel mondo per essere crocifisso per il mondo e per portare i peccati del mondo e per santificare il mondo e per purificarlo da ogni ingiustizia. Lewis nel suo libro “Il grande miracolo” a pag 55 scrisse: “Se qualcuno togliesse i miracoli attribuiti al Buddismo, questi non avrebbe perduto niente riguardo ai suoi insegnamenti. Se tutti i miracoli fossero eliminati dall’Islamismo niente sarebbe alterato per quella religione, i suoi dogmi ed i suoi insegnamenti sarebbero gli stessi.” Poi fece questa efficace osservazione: “Ma voi non potete fare ciò con la cristianità, perché la cristianità si basa solo sulla storia di un grande miracolo, l’asserzione cristiana che Cristo si fece uomo, e discese nel soggiorno dei morti per risuscitare, se voi togliete questo miracolo la cristianità non ha più motivo di esistere.” L’espiazione è la nostra unica speranza per una vita che possa avere un significato. Perché dovremmo studiare l’espiazione? Se l’espiazione è il fondamento della nostra fede, allora dovrebbe essere il primo argomento da ben comprendere. John Taylor dichiarò: “Ci deve essere qualche ragione per cui Cristo DOVETTE soffrire per i peccati del mondo. In queste ragioni dovremmo focalizzare la nostra attenzione perché queste domande sono di una importanza vitale per la nostra crescita.” Lehi dichiarò in 2 Nefi 2:8 “Quanto dunque è importante il far conoscere queste cose agli abitanti della terra, perché essi sappiano che nessuna carne potrà dimorare alla presenza di Dio, SE NON PER I MERITI E LA GRAZIA DEL SANTO MESSIA. Giacobbe 4:12 “Ed ora miei diletti non vi stupite che io vi dica queste cose, perché infatti non parlerei dell’espiazione di Cristo e non cercherei di giungere ad una CONOSCENZA PERFETTA DI LUI, come pure alla conoscenza di una risurrezione e del mondo a venire.” Ovviamente fra le varie confessioni religiose questa dottrina è oggetto di molte diversità, infatti le altre confessioni cristiane mancano del libro di Mormon che contiene i tasselli mancanti nella Bibbia. Comunque va fatto notare che l’espiazione non è un argomento che suscita grandi dibattiti fra le varie confessioni religiose, come invece avviene per la trinità, la fede e le opere, la predestinazione e così via. L’anziano Hugh b Nibley dà questa sua spiegazione: “Così freddo è stato il ricevimento del messaggio (espiazione) che attraverso i secoli, mentre si arroventavano dibattiti sull’evoluzione, sull’ateismo, sul sacramento, sulla controversia circa la Trinità e così via, non vi è quasi mai stato un vero dibattito sull’espiazione e sul suo significato. Perché questo? Perché la dottrina dell’espiazione è così complicata che non attira la religione mondiale.” Satana ha avuto successo nel distrarre l’attenzione della cristianità dalla dottrina che ci salva ed ha lasciato che i credenti approfondissero le loro ricerche principalmente sulle dottrine meno importanti. Si può comprendere l’espiazione senza comprendere bene la caduta, le sue cause ed implicazioni? Certamente no! Perché? Perché sono inseparabilmente connesse: Romani 5:12 “Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte, e così la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato…” Romani 5:13 “Poiché, fino alla legge, il peccato era nel mondo, ma il peccato nonè imputato quando non c’è legge.” Romani 5:14 “Eppure, la morte regnò, da Adamo fino a Mosè, anche su quelli che non avevano peccato con una trasgressione simile a quella di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.” Romani 5:15 “Però, la grazia non è come la trasgressione. Perché se per la trasgressione di uno solo, molti sono morti, a maggior ragione la grazia di Dio e il dono della grazia proveniente da un solo uomo, Gesù Cristo, sono stati riversati abbondantemente su molti.” Romani 5:16 “Riguardo al dono non avviene quello che è avvenuto nel caso dell’uno che ha peccato; perché dopo una sola trasgressione il giudizio è diventato condanna, mentre il dono diventa giustificazione dopo molte trasgressioni.” Romani 5:17 “Infatti, se per la trasgressione di uno solo la morte ha regnato a causa di quell’uno, tanto più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia, regneranno nella vita per mezzo di quell’uno che è Gesù Cristo.” Romani 5:18 “Dunque, come con una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini, così pur come tutti gli uomini muoiono in Adamo, così tutti gli uomini risuscitano in Cristo.” In questo parallelo vi è un grande indizio per meglio comprendere la dottrina dell’espiazione. Adamo non aveva peccato, Eva aveva trasgredito, essendo stata ingannata, e non possedeva ancora la conoscenza del bene e del male. 1 Timoteo 2:14 “E Adamo non fu sedotto; ma la donna, essendo stata sedotta, cadde in trasgressione.” 1 Timoteo 2:15 “Tuttavia sarà salvata partorendo figli, se persevererà nella fede, nell’amore e nella santificazione con modestia.” 2 nefi 2:22 “Ed ora sappiate che se Adamo non avesse trasgredito, non sarebbe caduto, bensì sarebbe rimasto nel giardino di Eden. E tutto quanto era stato creato sarebbe rimasto nelle stesse condizioni in cui era, subito dopo la creazione; e cioè sarebbe rimasto immutato per sempre e senza fine.” 2 Nefi 2:25 “Adamo trasgredì perché gli uomini fossero; e gli uomini sono per poter conoscere la gioia.” Adamo fece questa scelta perché volle essere fedele al primo comandamento che aveva ricevuto da Dio “Siate fecondi e riempite la terra” Genesi 2:18 “Poi Dio il SIGNORE disse: «Non è bene che l’uomo sia solo; io gli farò un aiuto che sia adatto a lui».” Genesi 2:22“Dio il SIGNORE, con la costola che aveva tolta all’uomo, formò una donna e la condusse all’uomo.” Genesi 2:23 “L’uomo disse: «Questa, finalmente, è ossa delle mie ossa e carne della mia carne. Ella sarà chiamata donna perché è stata tratta dall’uomo».” Genesi 2:24 “Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una stessa carne.” Genesi 2:25 “L’uomo e sua moglie erano entrambi nudi e non ne avevano vergogna.” Da questi versi è chiaro che ad Adamo fu spiegato cosa era una “moglie”, come noi spieghiamo ai nostri figli che un giorno si sposeranno. Sicuramente loro non comprenderanno il pieno significato, ma certamente comprendono qualcosa e poi anche questo verso è interessante “Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una stessa carne.” A quel tempo l’unico Padre che Adamo ed Eva avevano era il loro padre celeste, quindi la caduta era prefigurata ed anche una madre celeste è prefigurata in questa frase. E’ interessante perché è proprio nelle parole di Adamo che vengono espressi questi concetti, quindi è chiaro che egli ne capì il principio, non vi è bisogno della conoscenza del bene e del male per questo. Anche gli animali per un puro e semplice istinto comprendono questo principio. Comunque il genere umano doveva pagare per una legge violata, anche questa fu una conseguenza naturale; quando violi una legge, anche se involontariamente, rompi un equilibrio naturale e le conseguenze sono inevitabili. Le scritture insegnano che il peccato introdusse la morte e Dio sapendo ciò mise un angelo a guardia dell’albero della vita. Vi sono due ragioni per questo. La parola di Dio si deve sempre avverare. Genesi 3:22 “Poi Dio il SIGNORE disse: «Ecco, l’uomo è diventato come uno di noi, quanto alla conoscenza del bene e del male. Guardiamo che egli non stenda la mano e prenda anche del frutto dell’albero della vita, ne mangi e viva per sempre».” Dalle parole della Bibbia può sembrare una punizione ma invece fu un grande atto di amore (leggere Alma 42:2-10 e Alma 12:26-27) Il vero ed unico colpevole era Satana che fu l’unico ad essere maledetto. Adamo ed Eva subirono solo ciò che era stato profetizzato da Dio, una conseguenza inevitabile: la morte. Anche se ingannata, Eva aveva prodotto una reazione a catena che non poteva più essere fermata, Adamo dovette prendere il frutto per non restare solo e praticamente questo fatto lo aveva portato, consapevolmente, a fare una scelta meditata. Non aveva ancora la conoscenza del bene e del male, ma possedeva la scintilla divina, l’intelligenza, in quanto progenie divina. Ecco perché, a mio avviso, si parla sempre della caduta di Adamo, più che di una caduta di Eva, lei era stata ingannata, ma lui aveva dovuto fare una scelta, accollarsi una responsabilità. L’uomo a quel punto aveva cambiato binario, Eva era stata raggirata, Adamo con consapevolezza aveva violato una legge, l’unica ricevuta sino ad allora, ed Adamo anche se lo aveva fatto con lo scopo di essere fedele al primo comandamento ricevuto, doveva subire con Eva il castigo che questo comportava. La scrittura insegna che il peccato introdusse la morte e Dio sapendo questo sbarrò la strada dell’albero della vita: “Affinché l’uomo non vivesse in eterno nei suoi peccati.” Sarebbe stata una tragedia questo stato, significava l’esclusione eterna dalla presenza di Dio, in quanto Egli non può tollerare il peccato con il minimo grado di indulgenza e che niente di impuro può dimorare nel regno di Dio. Poi il fatto che l’uomo sarebbe vissuto in eterno con i suoi peccati, dato che il peccato genera la morte spirituale, avrebbe anche significato una morte da cui non vi sarebbe mai stata una redenzione, e l’uomo sarebbe vissuto in eterno in un limbo da cui non sarebbe mai potuto uscire, quindi sbarrare la strada all’albero della vita era un atto di amore con cui Dio metteva l’uomo in una condizione in cui avrebbe avuto una possibilità di riscatto. Ovviamente era necessaria la caduta per divenire più simili a Dio, l’uomo in quanto progenie di Dio aveva l’intelligenza ma non ancora la conoscenza del bene e del male, il cheè diverso. Sappiamo dalle scritture che questa conoscenza del bene e del male è la luce di Cristo, da altri chiamata anche coscienza, il che è molto diverso dall’intelligenza. In pratica l’uomo con la caduta acquisiva quello che molti chiamano coscienza e che le scritture chiamano “luce di Cristo”. Vedremo che una volta usciti dal giardino Dio diede loro delle leggi, infatti non si può provare una coscienza senza delle leggi. Nel giardino, a parte l’ordine di non mangiare il frutto e di crescere e moltiplicarsi, non vi era un codice di leggi come lo intendiamo noi. Non essendovi la conoscenza del bene e del male l’uomo poteva agire solo per istinto, Dio ha spiegato che chi non conosce la legge non è sotto la legge e che chi non ha intelletto non è sotto la legge. Poiché Adamo ed Eva non avevano questa conoscenza Dio stava spiegando loro le conseguenze di tali azioni, ma come un padre che parla a suo figlio di 3 o 4 anni non può aspettarsi la piena comprensione dei consigli che dà ma solo ubbidienza cieca, non può essere così con chi ha la conoscenza del bene e del male. Lo stesso genitore si aspetta che i suoi figli maturi obbediscano perché capiscono i motivi delle cose, e per questo il dono del libero arbitrio, connesso con la conoscenza del bene e del male, è così basilare. Infatti l’uomo non potrebbe essere provato né tentato se non avesse queste due caratteristiche: il libero arbitrio e la conoscenza. In pratica nel giardino l’uomo poteva conoscere nel senso di intendere, ma aveva bisogno della luce di Cristo. In pratica l’uomo, prendendo il frutto, prendeva coscienza che solo attraverso la luce di Cristo, o coscienza, poteva riconoscere la differenza fra il bene ed il male. Nella vita, seguendo questa luce divina concessa ad ognuno, il genere umano può perseguire la giustizia e conoscere la verità. Una volta conosciuta la verità, un altro dono viene aggiunto: il dono dello Spirito Santo. Praticamente, ogni volta che l’uomo si accolla delle responsabilità, Dio provvede i mezzi perché l’uomo possa adempierle. Concludendo questo scenario Adamo, il capo della famiglia umana, decise con razionalità di prendere il frutto, quindi il genere umano prese vita perché Adamo ed Eva si resero conto di essere ignudi e colui che ne era a capo si assunse la propria responsabilità nello scegliere. Di conseguenza la luce di Cristo entrò in loro, affinché l’uomo, non solo vedesse la differenza fra il bene ed il male, ma potesse anche scegliere da se stesso il bene, se avesse ascoltato la sua coscienza. In questo modo al momento del giudizio l’uomo avrà un perfetto giudizio, perché non solo durante la sua vita avrà avuto la conoscenza del bene e del male, ma anche avrà potuto essere influenzato da Cristo o da Satana per poter scegliere. La scrittura che afferma che noi siamo attratti o dall’uno o dall’altro, dimostra che nasciamo in un perfetto stato di equilibrio ma poi è ciascuno di noi sceglie chi ascoltare ed è questo che farà la differenza nell’ultimo capitolo di questa grande saga alla quale l’umana famiglia sta partecipando. E’ interessante notare che Satana nella preesistenza si chiamava Lucifero, che significa “portatore di Luce”, fu infatti lui che convinse la donna a prendere la “luce di cristo”. Lucifero in effetti fu il portatore della luce di Cristo al genere umano. Pensava di sabotare il piano di salvezza ed invece aperse egli stesso la porta che conduce alla divinità. La conoscenza del bene e del male crea le premesse per la conoscenza divina, che è fatta dell’armonioso sapere della Verità assoluta che Dio ha promesso. In DeA quando Adamo ed Eva vivevano nel giardino di eden erano soggetti a quattro condizioni di base, due positive e due negative. Erano immortali, non avevano malattie né dolori né morte, e come seconda nota positiva camminavano e parlavano con Dio. Le due negative erano che non avevano conoscenza e che non potevano avere figli. (2 Nefi 2:22-23) Chiaramente il giardino di eden era solo un passaggio, non certo la loro destinazione finale, se tutto fosse rimasto immutato non avrebbe potuto esservi nessun progresso, ed a parte l’albero della conoscenza del bene e del male non vi erano tentazioni. Lehi spiego’ questo in 2 Nefi 2:12 Nel tempio, e questo lo posso dire, il Padre afferma “Se l’uomo cederà alla tentazione (questo implica che l’uomo non avrebbe preso il frutto di sua iniziativa ma sarebbe stato invitato a farlo con un inganno) provvederemo un Salvatore per lui, come stabilito nel principio.” Quel “Se” sta ad indicare che Dio aveva sicuramente un piano alternativo. A Joseph Smith fu detto, nel caso delle 116 pagine smarrite, che se non avesse modificato il suo modo di agire un altro sarebbe stato chiamato al suo posto. Dio sa come le cose vanno a finire ma proprio per la sua innata giustizia non lascia niente al caso. (2 Nefi 2:24) “Ma ecco, tutto è stato fatto secondo la saggezza di Colui CHE CONOSCE OGNI COSA.” Ho introdotto l’argomento della caduta perché l’espiazione avvenne per rettificare, o meglio per rimettere le cose a posto, niente caduta niente espiazione; con la caduta era necessario un qualcosa che rimettesse le cose a posto, questo non significa che l’espiazione dovesse riportare alle condizioni originali, non avrebbe avuto senso, ma riportare l’uomo alla presenza di Dio CON LA CONOSCENZA ED IL POTERE DI DARE LA VITA, ecco la differenza. L’espiazione non rimette le cose nello stato originale bensì rimette le cose a posto nel suo stato avanzato. L’uomo non avrebbe mai potuto divenire un vero figlio di Dio senza la conoscenza ed il potere di generare la vita, ma una volta acquisiti questi poteri non deve perderli ma essere in grado, tramite l’espiazione di Cristo e l’obbedienza al vangelo, di tornare al padre grazie al suo libero arbitrio, cioè la sua libera volontà di accettare il Vangelo e le sue ordinanze. Quindi l’espiazione non riporta le cose all’origine bensì restaura ciò che fu perduto, non perdendo ciò che è stato acquisito, questa è la vera conquista, un vero passo avanti, se infatti l’espiazione avesse rimesso le cose nel suo stato primitivo, dove sarebbe stato il progresso? Perché in Alma 34:14 si parla di una espiazione “infinita ed eterna?” Nel libro Dal titolo “l’infinita espiazione” di Tad R. Callister vi sono alcune diverse interessanti considerazioni che trascrivo per l’uso comune. Pagina 67 “Perché l’espiazione richiedeva un potere infinito. Richiedeva il potere di resuscitare i morti, il potere di sconfiggere la morte spirituale ed il potere di esaltare una persona comune allo stato esaltato di Dio. Tale potere poteva essere esercitato solo da un essere che era infinito, cioè un essere che possedesse tutte le divine virtù in misura illimitata e che quindi era un Dio.” “ Nella sua grande preghiera il salvatore affermò:” Tu mi hai dato il potere su tutte le carni” (Giovanni 17:2). Certamente Satana ha anch’egli un certo potere per il momento, ma quando la fine verrà il Salvatore metterà ogni cosa sotto i propri piedi nel senso che sottoporrà ogni cosa al suo volere.” (pagina 68) Nel mondo della fisica, vi e’ una legge della termodinamica nota come entropia. Essa suggerisce che l’universo, lasciato a se stesso, si muoverebbe verso uno stato di disordine. Stephen W. Hawking, il noto matematico, descrive questa legge nei seguenti termini: “E’ materia di comune esperienza che il disordine tenderà ad aumentare se le cose sono lasciate a se stesse. (basta che uno smetta di fare le riparazioni necessarie ad una macchina o alla propria casa per rendersene conto). La spiegazione che di solito viene data al perché le cose non si rimettano a posto da sole è perché essa e’ impedita dalla seconda legge della termodinamica. Questa sostiene che in un qualsiasi chiuso sistema di disordine, o entropia, esso sempre aumenta nel tempo. Questo disordine, o condizione di confusione, procederebbe ininterrottamente a meno che non intervenga una intelligente e poderosa forza nell’universo che possa in qualche modo rimettere le cose nel loro corso naturale. John Taylor parlò di ciò come di una forza intelligente: “Queste leggi (che governano l’universo) sono sotto la sorveglianza ed il controllo del Grande Legislatore, che controlla e dirige tutte le cose. Se non fosse il caso, tutti i mondi agirebbero in confusione selvaggia ed il sistema si autodistruggerebbe.” Certamente la creazione fu una meravigliosa dimostrazione di questi poteri che governano. L’espiazione è stata un’altra manifestazione simile. Le scritture si riferiscono all’espiazione come ad un potere. Con la possibile eccezione della parola “amore”. Sembra che essa sia la singola parola più ripetuta per cercare di descrivere il processo dell’espiazione. Tale potere proveniva dalla natura infinita del Salvatore; proprio come la felicità non può essere acquisita in maniera indipendente dall’obbedienza alle leggi di Dio, così il potere non può essere acquisito in modo permanente senza sviluppare le divine virtù. Non è possibile avere l’uno senza le altre. Essi sono connessi inseparabilmente. Alma parla di una restaurazione di tutte le cose, riferendosi al potere dell’espiazione. Come abbiamo appena visto l’espiazione è un potere che permette di organizzare e restaurare. Uno dei motivi per cui la morte di Cristo era necessaria era perché Egli era l’unico in grado di sconfiggerla: ” Morte dov’è il tuo dardo?” Gesù inghiottì il pungiglione della morte, era l’unico che avesse questo potere di riorganizzare ciò che era andato perduto, in virtù della sua vita indissolubile (potere) e dei suoi attributi divini: “Io ho potestà di deporre la mia vita e di riprenderla poi” ma doveva deporla spontaneamente, dopo essersi fatto carico dei peccati del mondo (confusione e disorganizzazione). Sapeva che morire e resuscitare non sarebbe bastato, a meno che non avesse purificato la creazione dai peccati dell’umanità. Isaia 54 spiega questo con chiarezza. Satana, cercando di togliere il libero arbitrio, toglieva questo fardello. Cristo, nel dare il suo libero arbitrio (Padre non la mia volontà sia fatta, ma la tua) si faceva carico di tutto il fardello e lo purificò tramite il suo sangue. Sempre dallo stesso libro a pagina 70 “L’espiazione fu entrambe le cose: un esercizio di potere ed un’acquisizione di potere. Una delle ironie della vita è che noi acquisiamo amore nella misura in cui lo doniamo. Noi aumentiamo la nostra conoscenza nella stessa misura in cui dispensiamo quella che possediamo e così è con certi poteri. Come esercitiamo potere nella rettitudine, così acquistiamo maggior potere e viceversa. Apocalisse 5:12 “Degno è l’Agnello che è stato immolato PER RICEVERE POTERE”. Notare che il riferimento è al futuro. L’Agnello di Dio sembra aver ricevuto più potere dopo essere stato immolato. Le scritture rendono chiaro che il Salvatore non avrebbe resuscitato l’uomo se prima non fosse stato sacrificato. Paolo spiega ciò in Ebrei 2:14 “Attraverso la morte Egli poté distruggere colui che aveva il potere sulla morte, cioè il diavolo.” Anche Alma spiega in 7:12 “Egli prenderà la morte su di sé, affinché possa sciogliere i legami della morte”. Il Salvatore stesso rafforzò questo concetto in Giovanni 12:24. L’espiazione viene spesso fraintesa a causa della sua natura. L’espiazione è veramente “la grazia di Dio”, perché il genere umano era decaduto, ma Satana, come spiegato, era il vero ed unico colpevole di ciò che il genere umano sta pagando. La parola “grazia” in questo caso viene definita così dai dizionari: totale libertà concessa da una autorità più alta per la penalità. Nel nostro caso è un pò differente, poiché il genere umano non era colpevole (in quanto ingannato e senza conoscenza), e pertanto questa grazia gli era in qualche modo dovuta. Doveva scontare una pena per una legge violata, ma non era giusto che ne pagasse le conseguenze eternamente, ma solo temporaneamente, proprio perché la parola di Dio doveva avverarsi. Io non credo nella grazia prefigurata dai protestanti. Le scritture riferiscono che gli uomini si devono pentire anche dopo il battesimo, se il genere umano fosse salvato dalla semplice grazia allora che bisogno ci sarebbe di pentirsi? Le scritture fanno molti riferimenti ad ordinanze e pratiche del vangelo, che bisogno vi sarebbe di tutto ciò se si venisse salvati dalla grazia divina? Molti protestanti infatti affermano ed amano insegnare che dopo che uno ha accettato Cristo viene salvato anche senza bisogno del battesimo, però si fanno battezzare. Le scritture sono piene di riferimenti a comandamenti ed alla necessità di osservarli, ma se si è salvati dalla grazia perché gli uomini dovrebbero sentirne la necessità? Infatti i protestanti affermano che essi li osservano solo per dimostrare amore verso Dio. Le scritture sostengono che vi sarà un giudizio finale per TUTTI gli uomini, ma perché i credenti dovrebbero essere inclusi in tale giudizio? Non sono forse già salvati dalla grazia? Ed appare giusto che un credente che ha commesso dei peccati abbia un giudizio migliore di uno che non ha creduto ma che ha osservato sani principi durante la sua vita? Non è forse scritto che a chi molto ha ricevuto molto sarà ridomandato? Il nostro terzo articolo di fede recita “Noi crediamo che attraverso l’espiazione di Gesù Cristo, tutto il genere umano può essere salvato, tramite l’obbedienza alle leggi ed alle ordinanze del Vangelo.” “ Come tutti muoiono in Adamo, così TUTTI risuscitano in Cristo.” Qui si sta parlando di una salvezza universale, l’immortalità è garantita ad OGNUNO ed è un dono universale. L’esaltazione individuale e’ un altro discorso. “Nella casa del padre mio vi sono molte dimore, ALTRIMENTI DIREI CHE VADO A PREPARAVI UN POSTO” (Apocalisse 20:11-12) La Bibbia spiega chiaramente che certe cose devono essere fatte allo scopo che la grazia divina e la misericordia possano attivarsi nelle vite dei credenti. Ebrei 5:9 “E, reso perfetto, divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono, autore di salvezza eterna”. Per quelli che gli UBBIDISCONO. PER CONTINUARE SU QUESTO ARGOMENTO VI CONSIGLIO DI LEGGERE l’articolo www.mormoni.com/Credenze_controverse/fede_e_opere.htm” Parliamo allora un momento delle alleanze e poi del pentimento, che sono gli strumenti necessari per far funzionare l’espiazione. La più bella definizione che Cristo ha dato di sé stesso è: Io sono la Via, la Verità e la Vita. In queste tre definizioni è racchiuso tutto il Suo Ministero. Se leggiamo Giovanni 10 apprendiamo che Egli è la porta dell’ovile e chi sale da un’altra porta è un ladro e un brigante. Essendo Egli la Via dovremmo cercare di battere la sua stessa via nella nostra vita. Cerchiamo di analizzare la Via che Egli intraprese. La prima cosa che fece dopo essere stato nel deserto per fortificarsi spiritualmente, fu quella di andare dalla debita autorità (Giovanni il Battista) per essere battezzato. Il fatto che Egli fosse immune dal peccato, e quindi esente dalla necessità di essere battezzato come Giovanni stesso spiegò, dimostra quanto dura sia la via da battere, perché “Dobbiamo adempiere ogni giustizia.” Queste sue parole dimostrano il suo desiderio di fare la volontà del Padre in ogni occasione e se Egli dovette essere battezzato per adempiere la giustizia divina, come può l’uomo pensare di poterne essere esente, ed aspettarsi di essere salvato solo per grazia? Non si entra nel regno dei cieli se non si è nati di acqua e di spirito. Questo non è un insegnamento filosofico di qualche grande pensatore, ma la dichiarazione del Salvatore, non proprio un’inezia. Egli ubbidì a tutte le leggi del creato, Egli fu ed è l’esempio perfetto di ubbidienza, perché dovremmo pensare di non dover battere la sua stessa via? Solo perché è scritto che l’uomo non può essere perfetto? Ma Cristo stesso dette il comandamento “siate perfetti come è perfetto il Vostro Padre celeste!” Il giovane ricco disse che ciò che Cristo gli chiedeva era impossibile e Cristo disse, niente e’ impossibile a Dio. Questa affermazione non era buttata là per caso, l’uomo non può essere perfetto come Cristo perché Egli mai commise un peccato, ma fortunatamente Dio, attraverso Cristo, ha fornito un mezzo, che io chiamo la vera grazia di Dio, il regalo del pentimento. E’ vero che l’uomo non può essere perfetto come Cristo ma è pur vero che l’uomo può lavare le sue vesti nel sangue dell’Agnello e questo è il pentimento. Se una persona commette un peccato, ad esempio: dice una bugia, è vero che ha peccato, ma se va dalla persona cvui ha detto il falso e confessa il suo torto dicendo la verità, non ha forse rimesso le cose al posto giusto? E se riceve il perdono dall’uomo non riceverà forse anche quello di Dio? Allora ecco perché il pentimento è la vera grazia di Dio, essa permette all’uomo di rimediare ai suoi errori e facendo così può vivere una vita perfetta, pur non essendo allo stesso livello di quella di Cristo che mai dovette utilizzare il pentimento. Il pentimento non avrebbe alcun potere se non vi fosse stata l’espiazione di Cristo che è il mezzo necessario per utilizzare questo importante principio. Il pentimento è come la cimosa per una lavagna, cancella il ricordo dell’errore, ed avendo rimediato all’errore esso non esiste più. Certo, va compreso che il pentimento non è affatto solo un dolore interiore, il vero pentimento è la riparazione al 100% del torto fatto. Infatti il peccato di assassinio viene giudicato dalle scritture come un peccato imperdonabile. Quale riparazione infatti può essere fatta? Giuda si suicidò nel tentativo di riscattarsi, e certamente fece un altro grave errore, ma egli sapeva che l’uccisione non consente pentimento, poiché non si può restituire la vita all’ucciso. Vi sono comunque altre risorse a cui l’uomo può attingere per aspirare a vivere una vita migliore o più perfetta. Avete mai letto che Gesù progredì di grazia in grazia e che l’uomo può fare altrettanto? Come possono essere intese queste scritture? Gesù spiegò questo in DeA 93:20: “Se voi osserverete i miei comandamenti, voi riceverete della Sua pienezza, e sarete glorificati in me come Io lo sono nel Padre, quindi, Io vi dico voi riceverete grazia per grazia.” Come questa grazia viene trasferita su di noi? Come Dio trasmette queste divine qualità ad un semplice mortale? Questo mezzo è definito dalle scritture: esso è lo “Spirito Santo”. L’anziano Parley P. Pratt lo spiega in questi termini: “Il dono dello Spirito Santo, ravviva tutte le facoltà intellettuali, le aumenta, le allarga, le espande e purifica tutte le passioni naturali e le adatta per il dono della saggezza al loro uso più consono. Ispira virtù, gentilezza, tenerezza e carità. Sviluppa la bellezza nella persona, rinvigorisce tutte le facoltà dell’uomo fisico ed intellettuale. Rafforza e dà tono ai nervi. In breve, è come se fosse midollo nelle ossa e gioia per il cuore, luce per gli occhi, musica per le orecchie e vita per l’intero essere. Abbiamo la promessa che quando entriamo in alleanza con Dio riceviamo il perdono dei nostri peccati e molti pensano che ciò avvenga nelle acque del battesimo. Ciò è parzialmente vero, perché la reale purificazione avviene quando riceviamo lo Spirito Santo; infatti Egli ha il potere di purificare il nostro sangue. (Mose 6:59-60) Joseph Smith spiegò: “Vi sono due Consolatori. Uno è lo Spirito Santo, lo stesso che fu concesso ai giorni della pentecoste, e che tutti i santi ricevono dopo la fede, il pentimento ed il battesimo. Questo primo consolatore o Spirito Santo non è altro che “intelligenza pura”. Serve ad espandere la mente, illuminare l’intelletto e rafforzarlo nel conservare la vera conoscenza. Su di un uomo che è del seme letterale di Abrahamo ha un effetto più grande che su quello di un gentile. Sebbene ciò non sia visibile ad occhio nudo quando lo Spirito Santo scende su di un ebreo, questi è calmo e sereno e la sua anima ed il suo corpo sono toccati dal puro spirito di intelligenza, mentre l’effetto dello Spirito Santo su di un gentile, E’ DI PURIFICARE IL VECCHIO SANGUE E DI RENDERLO COME QUELLO DEL SEME DI ABRAHAMO. L’uomo che non e’ discendente del seme di Abrahamo deve rinascere come nuova creazione dello Spirito Santo. In tale caso vi può essere un più poderoso e visibile effetto sul corpo di un gentile piuttosto che su un israelita, mentre l’israelita potrebbe essere in vantaggio sul gentile nell’intelligenza pura. Perché il sangue viene purificato? Perché viene fatta un’alleanza e Dio non giudica mai ciò che è fatto nell’ignoranza. Quando accettiamo Cristo come Salvatore noi riconosciamo i nostri precedenti peccati (pentimento) e promettiamo di essere Obbedienti, così Dio ci rimette in perfetto equilibrio, rendendoci puri come bambini, dei quali è il regno dei cieli. Questa è la “Nuova creatura”, questo è il significato di “nascere di nuovo”, di essere rinnovati nel corpo e nello spirito. Certamente se gli uomini rompono le alleanze allora accade ciò che Pietro spiega (2 Pietro 2:20) “Se infatti, dopo aver fuggito le corruzioni del mondo mediante la conoscenza del Signore e Salvatore Gesù Cristo, si lasciano di nuovo avviluppare in quelle e vincere, la loro condizione ultima diventa peggiore della prima.” (2 Pietro 2:21) “Perché sarebbe stato meglio per loro non aver conosciuto la via della giustizia, che, dopo averla conosciuta, voltar le spalle al santo comandamento che era stato dato loro.” (2 Pietro 2:22) “È avvenuto di loro quel che dice con verità il proverbio: “Il cane è tornato al suo vomito”, e: «La scrofa lavata è tornata a rotolarsi nel fango».” Quando Pietro parla di “corruzioni” del mondo questi sono i peccati che non solo causano la morte ma anche malattie per noi e per tutto il creato. (1 Corinzi 11:27) “Perciò, chiunque mangerà il pane o berrà dal calice del Signore indegnamente, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore.” (1 Corinzi 11:28) “Ora ciascuno esamini sé stesso, e così mangi del pane e beva dal calice,” (1 Corinzi 11:29) “poiché chi mangia e beve, mangia e beve un giudizio contro sé stesso, se non discerne il corpo del Signore.” (1 Corinzi 11:30) “Per questo motivo molti fra voi sono infermi e malati, e parecchi muoiono.” Non dobbiamo dimenticare che madre terra, anche se innocente (DeA 88:25) dovette essere battezzata perché (Genesi 6:11) or la terra era corrotta davanti a Dio; la terra era piena di violenza.” (Genesi 6:12) “Dio guardò la terra; ed ecco, era corrotta, poiché tutti erano diventati corrotti sulla terra.” Così anche lei, pur innocente e pur essendo perfetta nel suo stato dovette essere battezzata, come anche Gesù era innocente e perfetto. Le ordinanze vanno rispettate. Vi è una grande connessione fra l’umanità e nostra madre terra: anche oggi gli uomini stanno causandole grandi problemi di inquinamento. Per quella ragione Dio attese di darle il dono dello Spirito Santo e lo ha invece riservato al momento in cui inizierà il millennio per purificarla di nuovo e renderla una nuova creazione. A quel punto, essendovi solo i giusti a vivere il millennio, essa veramente potrà riposarsi e rigenerarsi in attesa di ricevere la sua gloria paradisiaca. Cosa sono i doni dello spirito? I doni dello spirito sono i tratti divini trasmessi all’uomo e come li acquisiamo diveniamo partecipi della natura divina. Ognuno di questi doni è la manifestazione di qualche qualità celeste. L’anziano Pratt prosegue affermando: “E’ un errore pensare che questi doni fossero dati per convincere i non credenti, Paolo dice espressamente che questi doni, che furono dati dal nostro Signore dopo la sua ascensione, erano intesi per altri scopi. Questi, insieme con numerosi altri doni, furono dati, non semplicemente per stabilire la verità della Cristianità, ma come Paolo dice: “Per il perfezionamento dei santi, per l’opera del ministero, per l’edificazione del corpo di Cristo.” I doni dello spirito sono discussi in 1 Corinzi 12-14, DeA 46 e Moroni 10. Evidentemente il messaggio che essi contengono è di tale importanza che Dio stesso lo ripete in tutte le opere canoniche. E’ interessante notare che Paolo comincia in questo modo: “Ora riguardo i doni spirituali, fratelli, non voglio che voi siate ignoranti. Come possiamo acquisire i doni dello spirito? (1 Corinzi 12:31). “Desiderate ardentemente i migliori doni.” In altre parole non siate soddisfatti di un solo dono (perché ogni membro della Chiesa almeno uno lo possiede naturalmente). L’anziano Bruce R. Mc Conkie scrisse: “Ci si aspetta che le persone fedeli ricerchino i doni dello spirito con tutto il loro cuore.” Moroni 10 è il messaggio conclusivo di Moroni ed è rivolto a coloro che erano lontani nel tempo per lui, la nostra generazione, “ma ecco Cristo vi ha mostrato a me e conosco le vostre opere.” (Mormon 8:35) Con questa visione egli ci dà il suo saluto conclusivo: quali furono i suoi consigli finali? (Moroni 10:30,32-33) “E vorrei ancora esortarvi a venire a Cristo, ad impadronirvi di ogni buon DONO. Si venite a Cristo, e siate perfetti in Lui e rinnegate ogni impurità ed amate Dio con tutta la vostra forza, mente e facoltà, allora per la sua grazia potete essere perfetti in Cristo. Ed ancora, se per la grazia di Cristo siete PERFETTI in Cristo, e non negate la sua potenza, allora sarete purificati in Cristo per la grazia di Dio, mediante il sangue versato di cristo; ed è questa l’alleanza del Padre PER LA REMISSIONE DEI VOSTRI PECCATI, affinché possiate divenire santi ed immacolati.” Questa dissertazione finale di Moroni definisce la relazione fra grazia, doni e divinità. La grazia che scorre dal sacrificio espiatorio apre il cancello alla strada divina, i doni dello spirito sono il veicolo e la divinità è la destinazione. Per grazia di Dio riceviamo questi doni e con questa acquisizione si possono sviluppare le qualità divine. Che fosse possibile cercare la perfezione lo dimostra Cristo stesso con le parole in Luca 6:40. Se Egli era il figlio primogenito e nostro fratello maggiore bisogna pensare che siamo altrettanti figli di Dio, con quasi lo stesso potenziale, la differenza fra noi e Cristo in questa vita è che Egli ebbe un padre divino nella sua natura carnale. Fu questo che dette a Lui il potere di dare la sua vita e di riprenderla poi. Noi abbiamo avuto un padre carnale ma siamo comunque progenie divina perché lo spirito che abita nei nostri corpi fu generato nei luoghi celesti dallo stesso Padre di Gesù. Mi piace l’idea che il nostro Padre celeste ci abbia dato un corpo spirituale, il nostro padre terreno ci ha forniti di un corpo materiale, anche se questo è di provenienza divina, infatti il primo uomo fu formato da Dio stesso e gli fu immesso lo spirito celeste come la scrittura dichiara. Infine Cristo ci ha dato la possibilità di ottenere un corpo risorto che sarà uguale identico al suo come Paolo spiega in 1 Corinzi 15:42. Per questo si può dire con tranquillità: “Il cardine della storia umana è fissato allo stipite della porta della stalla di Betlemme. Il limite è fissato dalla nostra fede e non certo dal potere di Dio: Io posso ogni cosa in Colui che mi fortifica.

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