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Friday, August 17, 2012

Personalita' e carattere di Joseph Smith


Personalità e carattere di Joseph Smith
Facciamo ora una
descrizione della personalità e del carattere di Joseph.
Posso iniziare con il commento di Sidney B. Sperry che
forse è il pi? noto ebreo della chiesa. Egli studiò anni
fa con alcuni dei pi? famosi studiosi del mondo
all’università di Chicago e poi andò alla Brigham Young
University dove rimase per la sua intera carriera.
Una ragione è che
studiò lingue antiche per avere il vantaggio di leggere i
testi pi? antichi. All’inizio della sua vita diceva che
aspirava a conoscere le sacre scritture pi? di qualsiasi
altro studioso che mai fosse vissuto. Egli mi disse, e
questo è il punto, che era divenuto consapevole che nessun
uomo, in questa generazione, poteva conoscere le scritture
meglio del profeta. Ho iniziato con questo concetto perchÈ
è un sentimento che prova chi studia la vita di Joseph
Smith. Voi non potrete mai vederne il fondo. C’è sempre
qualcosa di pi? da scoprire. Voi potrete esserne molto
impressionati ed avere la sensazione di non avere altro da
imparare da lui, ma poi sorprendervi ulteriormente
scoprendo che c’è ancora molto da apprendere da lui. Ci
vuole profondità per comprendere la profondità, ed io
spesso mi stupisco e mi domando se qualcuno di noi
possiede la profondità necessaria per comprendere
pienamente quest’uomo. Wilford Woodruff faceva notare: "Le
persone non potevano sopportare il flusso di intelligenza
che Dio aveva riversato nella sua mente". Io ho pensato a
volte che il profeta, con la conoscenza che possedeva ed
il progresso che aveva fatto, non potesse rimanere con le
persone, tanto queste erano lente a comprendere le cose e
così immerse nelle loro tradizioni. I santi non potevano
comprendere il profeta, gli anziani non lo potevano, e
nemmeno gli Apostoli. Essi lo fecero verso la fine della
sua vita, ma la sua conoscenza era così vasta e la sua
comprensione così grande che loro non potevano
raggiungerlo. In questo capitolo io voglio focalizzare,
non tanto il suo carattere profetico ed i suoi doni,
quanto le sue caratteristiche di uomo, osservate da coloro
che lo sostennero.     
Noi sappiamo dai
registri che era alto poco pi? di 6 piedi. Lo zio del
profeta John Smith dichiarò "Il profeta era alto 6 piedi e
pesava 212 libbre, Hyrum era alto 5 piedi e 11 pollici."
Uno dei suoi
vantaggi durante tutta la sua vita fu di avere una
costituzione estremamente vigorosa e dinamica. Senza
quella non avrebbe potuto sopravvivere ai primi grandi
problemi della sua vita, a 7 od 8 anni di età una
infezione alle ossa, che nelle maggior parte  dei casi
richiedeva l’amputazione. Il dottore, su richiesta della
mamma, acconsentì ad eseguire un intervento meno drastico
e senza anestesia. Se si riesce ad immaginare di avere una
parte di osso di una gamba che deve essere asportata,
senza alcuna anestesia si può comprendere ciò che il
ragazzo può aver sofferto. Il Dottor Withlin, nella nostra
generazione, ha dimostrato che un dottore del collegio
medico di Darthmouth, nel New Hampshire, era l’unico
medico negli U.S.A. che sapeva come eseguire quell’operazione
ed ebbe la compassione e l’abilità per decidere di  farla.
Questa è solo una dimostrazione della forza e della
costituzione fisica di Joseph. Oltre a ciò sopportò tutto
ciò che gli si presentò ed era prematuramente vecchio a 38
anni. Mary Elisabeth Rollins disse successivamente che
Joseph le aveva confidato "Ho chiesto al Signore di
prendermi fuori dal mondo. Ho  sopportato tutto quello che
potevo."
La maschera
mortuaria applicata da george Cannon, un convertito
inglese, alla faccia del profeta (come anche ad Hyrum)
dopo il martirio, ci dà gli esatti lineamenti della fronte
del profeta e dei suoi capelli, nel 1844.
John Taylor,
successivamente portò queste maschere in Inghilterra, dove
il Signor Gahagan, che creava busti per il duca di
Wellington, per lord Nelson e per l’imperatore della
Russia, le usò per fare un busto autentico di Joseph e di
Hyrum. Il suo viso, come la statua della piazza del Tempio
a S.Lake City dimostra, è insolitamente grande. Ed inoltre
abbiamo il commento di chi ebbe contatti con lui e dei
suoi amici, che affermano fosse un uomo magnifico. La
parola bello ricorre e vi sono riferimenti, almeno nei
primissimi anni, circa il colore e l’abbondanza dei suoi
capelli. Iol suo viso era di una forma Tizianesca. Jane
Snider Richard, che l’incontrò quando aveva 37 anni a
Nauvoo, scrisse che "i suoi capelli erano di un marrone
lucente, aveva occhi blu e carnagione chiara". Paragonate
ciò con la dichiarazione di Wandle Mace che scrisse che il
profeta aveva "Carnagione chiara, occhi blu e capelli
lucenti ed una barba sottilissima." James Palmer annotò
"Non portò mai baffi." C’era qualcosa di trasparente nel
suo aspetto. Possedeva un paio di forti e robuste spalle e
da quelle, verso il basso, il suo corpo si snelliva. Elam
Chenery usò la frase "Non c’era alcuno scompenso nel suo
corpo." Possiamo paragonare ciò la descrizione di Palmer
"egli possedeva un petto largo, occhi intelligenti e
lineamenti fini." Un visitatore non mormone nel 1843 disse
"Joe Smith, il profeta mormone è un uomo di bella presenza
di 38 anni, capelli chiari, occhi chiari, niente di
sensazionale nel suo aspetto, ma possedeva uno
stupefacente grado di vanità". Era divenuto un pò
corpulento negli anni successivi, all’epoca di Nauvoo. Vi
furono pochi degli sport principali, nei quali non si sia
cimentato e molti in cui eccelse. Per esempio, lottava e
lottava effettivamente. Egli sconfisse il pi? forte
lottatore della contea di Davis, atterrandolo tre volte.
Edwin Holden disse che egli poteva giocare fino a che i
ragazzi si stancavano dei giochi e poi unirsi tutti
assieme per costruire una grande capanna. Egli lottava per
allenarsi: quando mandò Jacob Gates in missione gli disse
"Va ed adempi la tua missione, lotteremo quando tornerai."
Giocava anche a saltare il segno. In questo sport occorre
disegnare un segno sul suolo, poi saltare e segnare dove
si è ricaduti, poi sfidare qualcun altro a pareggiare o
migliorare il salto. Spesso dopo un’animata discussione
con i ministri su punti di dottrina, il profeta diceva
"gentiluomini, lasciamo da parte per un momento le
scritture ed io vi sfiderò a saltare ed a segnare il posto
con me." A Nauvoo sabato pomeriggio, era il tempo delle
gare, saltare il segno, l’alzata dei pali, lotta e lancio.
Egli alzava i pali: qui due uomini, uno di fronte
all’altro, ponevano piede contro piede e poi ciascuno
tentava di sollevare líaltro, il pi? forte rimaneva
attaccato al terreno. C’è un’altra versione di questo, in
cui faccia a faccia, uno tiene un palo, come un manico di
scopa, e poi spinge gi?. Il pi? forte dei due tiene e le
sue mani non mollano, le mani del pi? debole lasciano.
Nella storia della chiesa Joseph riporta "Una sera quando
alzavamo i pali io sollevai Justus A. Morse, l’uomo pi?
forte in Ramus, con una mano." Con i ragazzi spesso il
profeta giocava a baseball ed a diverse variazioni del
gioco degli anelli. Egli era noto per creare giochi a
premi, che includevano anche trofei. In pi? occasione,
specialmente dopo aver battuto uno sfidante, avrebbe detto
"Non devi dispiacerti per questo, quando sono con i
ragazzi faccio tutto il massimo del divertimento per
loro". Insomma era molto atletico.
Ora volgiamoci per
un momento alla sua mente. Era una mente rimarchevole.
Mamma Smith ricorda che era "molto meno incline ad una
lettura attenta dei libri di chiunque dei suoi figli, ma
si dedicava molto di pi? alla meditazione ed allo studio
profondo." Come maturò e il peso della sua chiamata lo
raggiunse, divenne un assiduo studioso e un forte lettore,
immerso nelle scritture, anche per obbedire allíordine
ricevuto di investigarle, parola per parola, linea su
linea e fare correzioni ispirate. Oltre a ciò egli studiò
le lingue antiche. A Kirtland mise su una scuola di
ebraico con Joshua Seixas come insegnante. Sei degli
studiosi non avevano imparato a fondo nemmeno l’inglese. I
verbali dicono che i due studenti emergenti in quella
scuola furono Joseph Smith ed Orson Pratt, nell’ordine.
Seixas era venuto a Kirtland da Hudson, Ohio, aveva
iniziato la sua scuola il 26 gennaio 1836 e líaveva tenuta
aperta per due mesi.
Ma in quel breve
periodo solo due membri della classe sapevano abbastanza
ebraico per poter parlare o discutere in ebraico la
fraseologia della Bibbia, Joseph Smith ed Orson Pratt.
Ebreo e latino furono insegnati per un periodo di sei
mesi. Lorenzo Barnes scrive "Io ottenni considerevoli
informazioni delle lingue ebraica e caldea, cosicchÈ
potevo leggere e tradurre abbastanza bene." Il profeta
lavorò sporadicamente in greco, latino e tedesco. Chi
riuscì meno fu Heber C. Kimball, e sebbene si descrisse
come ìun illetterato e non eruditoî divenne uno dei pi?
possenti e facondi missionari della storia moderna.  
Il profeta ne ebbe
molti doni intellettuali; per brevità ne considereremo
soltanto quattro. Al primo posto vi è la fantasia,
l’abilità di descrivere concrete immagini, nitidamente,
nelle loro possibilità e variazioni. Questa è la fonte
della creatività. Joseph ebbe una vivida abilità d
descrizione e, alcuni aggiungevano, una tendenza al
dramma. Egli affermava che noi dovremmo evitare "una
fantasiosa e fiorita immaginazione." Egli ne possedeva il
dono, ma non ne abusò. Dopo questo vi è l’abilità di
assimilare e comprendere i principi, le informazioni, la
verità e poi di esprimerli con accuratezza chiaramente, e
quando necessario in breve. Joseph Smith, quali che
fossero le sue tendenze e che egli avesse mostrato o meno
ciò a scuola, ebbe una brillante abilità concettuale, sia
di vedere che di comprendere come arrivare al cuore di un
problema e di esprimerlo in maniera che gli altri
potessero comprendere. Collegato a quella dote vi è
l’ammonimento che egli impartì mentre era per molti mesi
in isolamento a Liberty. Egli scrisse una lettera, parte
della quale si trova in DeA (ma la parte che non vi è
inclusa è ugualmente profonda).  L’intera lettera è
pubblicata nella storia della chiesa 3:289-305 e negli
insegnamenti 129-148. Egli dice "Le cose di Dio hanno un
significato profondo, e tempo, esperienza e attenzione,
ponderazione e pensieri solenni, possono solo trovarsi là.
La tua mente, oh uomo, se tu porterai un’anima alla
salvezza devi  distenderti così in alto da arrivare quasi
fino al cielo e scrutarvi dentro e contemplare il pi?
profondo abisso e la vasta espansione dell’eternità, tu
devi aver comunione con Dio." Questo rimarchevole
passaggio è nel contesto del suo dire che spesso le nostre
pi? importanti riunioni, classi o raduni sono stati vani
ed insignificanti e troppo spesso non concentrati sul
giusto bersaglio. Terzo la memoria, l’abilità di ricordare
ciò che si impara e tenerlo a mente per un uso successivo.
Apparentemente Joseph doveva imparare dalla ripetizione,
proprio come tutti noi, perchÈ nel 1823 Moroni venne e
ripetÈ tre volte lo stesso messaggio, e la quarta volta
includendo le citazioni delle scritture. Quindi il profeta
le udì ripetutamente ed abbastanza chiaramente per
riconoscere le differenze rispetto alla King James Version
della Bibbia. Egli riporta che vi erano piccole
differenze; differenze nelle citazioni di Malachia, ma che
i versetti in Atti 3:22 e 23 furono citati esattamente
come "si trovano nel nostro nuovo Testamento". Aveva
memorizzato ognuno di questi versetti e poteva riconoscere
"le piccole differenze come le udiva o come le ricordava
esattamente come gli erano state dette e successivamente
lette e rilette nella Bibbia, e annotava le differenze. In
ogni modo possedeva una memoria precisa. Quattro volte
aveva dovuto udire il messaggio, molti possono pensare che
una visita di un tale essere celeste fosse sufficiente. Al
contrario, Joseph ascoltò e ricordò. Una conoscenza
dell’affermazione di Joseph che poteva "Leggere un
passaggio di scrittura tre volte ed un anno dopo citarlo
verbalmente ed aprire il libro nella parte citata." Noi
troviamo questa evidenza circa la sua notevole memoria
quasi alla fine della sua vita, quando fece scrivere da
William Clayton e da suo fratello Hyrum mentre egli
dettava la rivelazione che noi ora chiamiamo DeA 132. E’
una lunga rivelazione costituita da 66 versetti, molti dei
quali molto lunghi. Il versetto 19 per esempio, è composto
da pi? di 200 parole. Alcuni di questi versetti descrivono
le condizioni dell’alleanza eterna in tali termini che un
avvocato potrebbe usarli, dopo avervi riflettuto per
giorni, per ogni possibile situazione analoga, sfumatura
ed eventualità, affinchÈ non possa esservi alcuna
scappatoia. Per esempio "tutte le alleanze,
contratti, legami, obbligazioni, giuramenti, esecuzioni,
associazioni, connessioni, aspettative  che non sono
fatte" costituiscono il soggetto della sentenza. Poi c’è
il verbo e quindi un lungo complemento oggetto. Aver
scritto ciò dopo aver pazientemente consultato un
dizionario, sarebbe già un grosso successo. Joseph lo
aveva dettato direttamente ed apparentemente senza
correzioni. Ciò è abbastanza sorprendente. Ma poi
apprendiamo da William Clayton che il profeta dichiarò che
"Egli conosceva la rivelazione perfettamente e avrebbe
potuto riscriverla se fosse stato necessario in qualunque
momento. Joseph F.Smith, fra le altre cose, asserisce che
Joseph dal 1831 sapeva che la poligamia sarebbe stata
introdotta nei tempi moderni. Il 12 Luglio 1843 egli fu
incoraggiato da Hyrum a metterla per iscritto. Joseph
disse che la conosceva dall’inizio alla fine, egli poi la
dettò parola per parola a Clayton com’è contenuta adesso
in DeA. Dopo che ciò fu fatto Joseph disse "E’ abbastanza
per il momento, ma io ho molto di pi? da dare." Ora questo
è sbalorditivo! Egli aveva così chiaramente in mente il
centro essenziale di quella coinvolgente rivelazione che
confidava pienamente di poterla tenere a mente per ben 10
anni. Egli intendeva forse dire che poteva dettarla nelle
parole esatte, e se è così fu davvero benedetto in ciò al
di là della normale abilità umana. Ma penso che volesse
soltanto dire che il contenuto gli era chiaro e non
sarebbe andato perso se lo scritto fosse stato perduto.
Questo dimostra una notevole memoria. Quarto punto
l’abilità di essere di semplice comprensione, e quello è
un dono. Non di mente semplice, ma di comprensione
semplice, avendo l’abilità di ridurre idee complesse alla
loro essenza. Allo stesso tempo è un dono essere capace di
vedere ciò che altre menti non vedono, riconoscere
implicazioni, sfumature, ampliamenti di idee che vanno
oltre la normale percezione. Qui ancora una volta Joseph
fu speciale.
Minerva Wide
Hickman scrisse "La mente del profeta era chiara come
cristallo" Egli rendeva chiaro ciò che era difficile. B.
Well scrisse "Era oltre la mia comprensione." Mercy b.
Thompson scrisse "L’ho visto nel liceo e l’ho udito
biasimare i fratelli per ottenere maggiore vivacità e pi?
calore nel dibattito ed ho udito le sue magistrali
spiegazioni su domande difficili e profonde"
A lui ogni cosa
sembrava semplice e facile da comprendere e quindi poteva
renderla chiara per gli altri come nessuno altro poteva
fare." Jededia M. Grant disse "PerchÈ Joseph poteva
prendere il pi? saggio degli anziani che aveva sempre
viaggiato e predicato e circoscrivere i suoi stessi
pensieri? Semplicemente perchÈ aveva lo Spirito Santo!"
Come per la qualità dell’opera scritta da Joseph Smith,
Arthur Henry King, un convertito alla chiesa e rinomato
professore inglese, ha detto che nel suo giudizio sul
racconto del profeta, incluso nella storia di Joseph Smith
(vedi Perla di Gran Prezzo) che racchiude il suo racconto
della Prima Visione e la visita dellíangelo Moroni, è fra
la prosa pi? sublime nella letteratura mondiale. Lo stesso
studioso ha anche detto che qualcuno può mettere a
confronto quello scritto, con quello pi? ornato, ma in
molti aspetti pi? superficiale, di Oliver Cowdery. Joseph
descrive i suoi sentimenti durante il processo di
traduzione e durante l’apparizione di Giovanni Battista,
come descritta alla fine del racconto di nella Perla di
Gran Prezzo. Nel paragone dei due stili Arthur King
osserva che quello di Joseph è superiore.
Nel mettere a
confronto lo stile letterario di Joseph con il fiorito
stile giornalistico di Cowdery, King continua "Mi sono
chiesto talvolta, perchÈ non abbiamo una grande
letteratura adesso? Ma voi sapete che non la abbiamo.
Noi ci possiamo
prendere in giro ed altri popoli possono fare altrettanto
dicendo che abbiamo oggi una grande letteratura, in realtà
non l’abbiamo.
Vi furono Omero,
Virgilio, Dante, Shakespeare e Goethe, e sembra che là ci
siamo fermati. Sembra che non vi sia stata alcuna
personalità di spicco dopo di loro, ma io vi dico che ve
ne fu una : Joseph Smith. Noi non abbiamo bisogno di
scusarci per il linguaggio o la struttura o la forma del
Libro di Mormon: è fra i pi? grandi libri del mondo. E
sarà preservato con quei libri che sono chiamati canonici.
Vi sono trasparenza, chiarezza, luce nei suoi pi?
spirituali elementi che non trovo altrove. Eí un
capolavoro. Joseph Smith non lo produsse e non avrebbe
potuto produrlo. Per anni è stato detto che nessuno che
fosse vissuto nell’Ovest di New York o nessuno che ne
avesse avuto il tempo avrebbe potuto cimentarsi per farne
una imitazione. Hugh Nibley, divenendo un po’ impaziente
con quelle affermazioni poco sensate, una volta ebbe una
classe di studiosi, tutti della zona della Palestina od
ancora pi? a Est. All’apertura del corso disse "Io sto per
proporvi una sessione di compito scritto; per la fine del
semestre mi piacerebbe che ognuno di voi avesse scritto
522 pagine con le seguenti caratteristiche. E poi a grandi
linee disse ciò che il Libro di Mormon conteneva. Ma
líesercizio non fu sviluppato da alcuno. Nessun uomo e
nessuna  associazione di uomini potrebbe aver scritto quel
libro eccetto che sotto la divina ispirazione. Ora voglio
offrirvi un altro punto di riflessione secondo la mia
prospettiva. Prendete DeA 93, e lascio fuori molte altre
sezioni di cui potrebbe essere detto lo stesso. Nel mio
ponderato giudizio (ed io ho letto gli scritti di alcuni
filosofi del mondo) questa sezione è superiore nel
contenuto a Timaeus di Platone. Platone può meritare o
meno la reputazione di essere il pi? grande filosofo del
mondo occidentale, come è stato ripetuto attraverso molte
generazioni, ma io dico che Joseph Smith come strumento
atto a ricevere la parola di Dio era pi? profondo di
Platone. Il Timaeus, uno degli ultimi dialoghi di Platone,
si occupa di cosmologia, la relazione della mente con
líanima e dell’anima con il corpo. Ciò presuppone
complesse teorie della natura della verità e dell’universo
in astratto. La sezione 93 di DeA fu ricevuta nel Maggio
1833 quando Joseph aveva 27 anni. Essa definisce l’inizio,
l’interrelazione di verità, luce, intelligenza, libertà,
elemento, gioia, comprensione. Ogni sentenza, ogni parola
è in armonia con il suo significato. Ogni frase scioglie
molti nodi gordiani. Per esempio, come può qualcosa venire
dal niente? Risposta "L’universo non fu creato dal nulla,
gli elementi sono eterni" come può Cristo essere
assolutamente umano o assolutamente divino? Risposta "Non
lo fu allo stesso tempo.î Cristo non ebbe la pienezza dal
principio, ma continuò fino a che ebbe la pienezza.î Se
l’uomo è integralmente la creazione di Dio, come può
essere egli qualcosa o fare qualcosa che non sia stato
divinamente preordinato?  
Risposta "L’uomo
non è totalmente una creazione di Dio" "L’intelligenza non
fu creata nÈ fatta, nÈ invero può esserlo. Ecco qui sta il
libero arbitrio dell’uomo" Come può l’uomo essere una
creazione divina ed essere totalmente depravato? Risposta
"Ogni spirito dell’uomo era innocente al principio.
Essendo stati redenti da Dio dalla caduta, gli uomini
ritornano nel loro stato infantile, innocenti davanti a
Dio.î Qual è la relazione fra essere ed essere? Risposta
ìLa verità è la conoscenza delle cose e non come Platone
sosteneva.î
"La verità è la
conoscenza delle cose, come sono, come furono e come
saranno" Come può lo spirito essere collegato alla
materia? Risposta "Gli elementi sono il tabernacolo di
Dio" PerchÈ l’uomo doveva ottenere un corpo? Risposta
"Spirito ed elemento, inseparabilmente connessi, ricevono
una pienezza di gioia.î
Se noi siamo al
principio predisposti a luce e verità, perchÈ le persone
sbagliano ed abusano della luce? Risposta "Le persone sono
libere, possono essere persuase solo se lo vogliono, non
possono essere obbligate." La tesi di Socrate che la
conoscenza è virt? (che se tu conosci realmente il bene lo
cercherai e lo farai) appare sbagliata. E’ attraverso la
disubbidienza ed a causa delle tradizioni dei padri che la
luce viene tolta al genere umano.
Ora volgiamoci al
suo temperamento, alle sue disposizioni. All’inizio del
racconto che egli fece della sua vita disse che "aveva un
temperamento allegro fin dalla nascita." Molti si unirono
alla chiesa, alcuni da paesi stranieri, altri dagli Stati
Uniti, molti erano conservatori, altri puritani, altri
ancora erano Quaccheri e Battisti. Questi mettevano a
confronto Joseph Smith a suo fratello Hyrum e rimarcavano
che Hyrum assomigliava di pi? a ciò che essi pensavano
dovesse essere un profeta. Lui era pi? serio, pi? sobrio,
pi? posato. Rachel R.Grant, con molti altri osserva che "Joseph
era sempre così allegro e felice, era differente sotto
questo aspetto dal fratello Hyrum, il quale era molto pi?
posato, pi? serio". A causa di questa spontaneità, egli
qualche volta doveva avvertire le persone che questo suo
modo di fare non doveva essere preso come frivolo od
irresponsabile. "i santi non devono pensare che poichÈ
sono gioviale con loro e giocherellone, non sia
consapevole di ciò che sto facendo. L’iniquità di
qualsiasi tipo non può essere tollerata nella chiesa e ciò
non accadrà dove sono io, perchÈ sono determinato a
guidarla nel giusto" Il profeta, seguiva la sobrietà
richiesta nelle giuste circostanze, ma negli incontri
amichevoli era molto incline a ridere, a socializzare, ad
animare la gioia dell’avvenimento ed a renderlo piacevole.
Questo fu abbastanza inquietante per alcuni che
abbandonarono la chiesa. Per esempio, una famiglia visitò
il profeta quando stava al piano superiore a tradurre un
lavoro serio e noioso, poi scese gi? e cominciò a
rotolarsi sul pavimento ed a saltare con i suoi figli pi?
piccoli. Questa famiglia si scandalizzò e lasciò la
chiesa. Non solo egli aveva quel temperamento, ma gli era
difficile sopportare attitudini diverse, specialmente
quando nascevano da false tradizioni. In una occasione
alcuni ministri vennero a lui con l’intento di metterlo
alla prova con un’analisi delle scritture, secondo la loro
presunta conoscenza. Cercarono di chiuderlo in angolo, ma
ogni volta lui aveva le risposte, ed anche delle domande,
cui loro non riuscivano a rispondere. Infine si convinsero
che sarebbe stato meglio rinunciare. Come si avvicinarono
alla porta, il profeta li precedette. Egli uscì, fece un
segno sul suolo e saltò. "Ora signori" disse "non mi avete
battuto con le scritture, vediamo se potete battermi a
questo." Essi se ne andarono infuriati. Un giorno un uomo
che aveva sviluppato un certo falsetto (ventriloquo),
venne a trovare Joseph. Nella nostra generazione non siamo
familiari con questo fenomeno, ma nel predicare al
pubblico senza sistemi di diffusione, in quei giorni
alcuni metodisti, nel ruolo di esortatori, alzavano le
loro voci e venivano uditi ad un miglio di distanza. A
volte pregavano in tal modo. Un uomo con quel tono di voce
venne e disse con una sorta di sprezzante riverenza "E’
possibile che io non ammiri un profeta?" "Si" replicò il
profeta "Io non lo so, ma tu lo fai, non ti piacerebbe
lottare con me?" L’uomo fu scioccato. In una occasione un
uomo di quella stessa risma, Joshua Holman, un predicatore
metodista, era fuori con alcuni altri uomini, a tagliare
legna da ardere per il profeta, quando furono tutti
invitati a cena a casa sua.
Quando il profeta
chiese a Joshua di benedire il cibo, costui fece una lunga
e forte preghiera che conteneva espressioni inadeguate. Il
profeta non lo interruppe, ma quando l’uomo ebbe terminato
disse semplicemente "Fratello Joshua, non lasciare mai pi?
che io ti chieda una benedizione." Poi spiegò le
incoerenze. George Albert Smith parlando di un altro
incidente simile dice che Joseph disse all’uomo "Che egli
non avrebbe dovuto dare il via ad un tale spirito e
ragliare così come una grancassa." "Io faccio molte cose
per distruggere la superstizione" disse. Il significato di
questa dichiarazione è che "ciò che molte persone chiamano
peccato non è peccato." Un’altra volta il profeta dovette
insegnare che ciò che molte persone chiamavano giusto non
era giusto e che ciò che molti ritenevano accetto a Dio,
non lo era. Egli una volta sbalordì una congregazione a
Nauvoo col descrivere un sermone di due ore come
"farisaico, non edificante ed ipocrita." L’uomo, William
Clarck accettò la reprimenda e rimase attivo nella chiesa.
Un’altra volta disse "Sebbene io sbagli, non faccio gli
errori di cui vengo accusato." Joseph aveva il senso
dell’umorismo. Talvolta egli scherzava con i fratelli
anche in circostanze serie. Un esempio è la volta di
quando un rapporto parlava di un uomo che aveva venduto
sua moglie per un orologio da taschino. Cavalcando il suo
cavallo Jpseph arrivò da Daniel D. McArthur mentre stava
spaccando la legna. Il profeta lo salutò e poi gli disse
"Non sei tu il giovane che vendette sua moglie per un
orologio da tasca l’altro giorno?" In un’altra occasione,
con intento serio ma tono scherzoso, il profeta, vestito
in abiti dimessi, prese un cavallo e cavalcò per
incontrarsi con un gruppo di convertiti che era appena
arrivato dall’Inghilterra. Egli fermò uno di loro che si
stava dirigendo verso la città. "Sei un mormone?" chiese
"Si signore" disse Edwin Rushton "Che cosa sai circa il
vecchio Joe Smith?" "So che Joseph Smith è un profeta di
Dio" "Io credo che tu stia cercando un uomo anziano con
una lunga barba grigia, che cosa penseresti se ti dicessi
che io sono Joseph Smith?" "Se tu sei Joseph Smith, io so
che tu sei un profeta di Dio" "Io sono Joseph Smith" disse
il profeta, questa volta con tono gentile. "Sono venuto
per incontrare questo popolo vestito in modo dimesso e
parlando così per vedere se la loro fede è forte
abbastanza per affrontare le cose che devono incontrare
sul loro cammino. Se così non fosse dovrebbero tornarsene
subito indietro." Edwin Rushton aveva 17 anni quando
raggiunse Nauvoo il 13 Aprile 1842. Potrebbe sembrare che
il profeta spendesse metà del suo tempo tentando di
convincere le persone che avevano scarsa fede, che Dio era
davvero con lui e con loro. "Io dicevo loro, che ero solo
un uomo e che non dovevano aspettarsi che fossi perfetto,
se loro si aspettavano la mia perfezione, io avrei dovuto
attendermi la loro." In un’altra occasione disse "Penso di
essere soggetto alle passioni come tutti gli uomini, come
i profeti antichi e che sono nella necessità di portare le
infermità di tutti." Spese l’altra metà del suo tempo
avvertendo i santi che un profeta è un profeta solo quando
agisce come tale, il che significa quando è ispirato da
Dio. Per il resto del tempo è un semplice mortale, ha
opinioni, commette errori, e, in generale, deve mettere le
gambe nei pantaloni come fanno tutti gli altri uomini. Era
difficile comprendere questa considerazione. Alcuni
pensavano che fosse troppo umano, altri troppo profeta. Ma
tutti erravano. George A. Smith, un cugino del profeta,
aveva una circonferenza vistosa. Egli pesava quasi 300
libbre. Un giorno essi stavano discutendo con William
Phelp líeditore. Questi aveva la pessima abitudine di
usare il linguaggio in maniera offensiva, e nei suoi
editoriali egli non si tratteneva dallíoffendere chiunque.
George Albert Smith pensava che, nella sua conversazione
con il profeta, Phelp avesse un certo zelo letterario ed
egli    era preoccupato di pagare Phelp per la stampa un
giornale che contenesse delle offese. A ciò si dice che
Joseph rise di cuore e disse che facevo la cosa giusta.
Poi Joseph mi abbracciò e disse "George io ti amo come mia
moglie" George fu mosso quasi alle lacrime e disse "Io
spero, fratello Joseph, che la mia intera vita, e le mie
azioni, proveranno sempre i miei sentimenti ed il profondo
affetto verso di te." In un’altra occasione egli dette a
George questo serio consiglio. "Non essere mai
scoraggiato, se io fossi immerso nella miniera pi?
profonda della Nuova Scozia, con le montagne rocciose
sulle mie spalle, io  aspetterei, eserciterei la fede,
troverei il coraggio e salirei sulla vetta." C’è la
domanda successiva, e cioè se in tutte le sue attitudini
il profeta dimostrasse appropriata umiltà, e che la stessa
cosa egli insegnasse con le sue parole, cioè compassione,
pazienza e perdono. Venne riferito che diceva "Che egli
aveva un sottile diavolo che si occupava di lui e poteva
tenerlo a freno soltanto col rimanere umile." Nessuna
vanteria, nessuna minaccia, nessuna vanagloria. Noi non
abbiamo potere sull’avversario ed i suoi eserciti, salvo
tramite il potere di Cristo e non abbiamo tale potere a
meno che non siamo umili e ricettivi. Che cos’è l’umiltà?
Vi sono migliaia di definizioni, ma significa almeno il
riconoscimento di dipendere da Dio, e riconoscere quando e
dove non si è autosufficienti. Joseph, a sentire coloro
che lo conoscevano meglio, in quel senso era umile. Qui
non stiamo parlando di audacia, che egli possedeva, perchÈ
non è l’opposto dellíumiltà. Noi stiamo dicendo che Joseph
non manifestava il debilitante orgoglio che distrugge
l’umiltà. Quella è la testimonianza lasciata da alcuni che
lo conobbero meglio. Elisa R. Snow, che aveva udito del
profeta ed alcune brutte cose su di lui, si trovò ad
essere a casa il giorno in cui il profeta era stato
chiamato a trovare la sua famiglia. "Nell’inverno del 1830
1831 Joseph Smith fu invitato da mio padreî lei scrisse di
quellíincontro "Come si sedette io scrutavo il suo viso
così profondamente come potevo senza attirare la sua
attenzione e decisi che quello era un viso onesto.î Pi?
tardi, dopo l’unione alla chiesa, essa fu spesso nella sua
casa come una baby sitter a Kirtland. Dapprima lo ammirò
nel suo ministero pubblico, lo vide come un profeta, ma
non come quando lo vide nella sua casa, in ginocchio in
preghiera e nelle relazioni con i suoi figli, e ciò la
indusse all’ammirazione nel suo cuore. Egli era, lei dice,
umile come un bimbo. E’ possibile, se non probabile, che
le seguenti righe scritte da Elisa R. Snow fossero
dedicate al profeta. "E quando vidi la tua troneggiante
anima salire sui venti della devozione, quando vidi
arrivare tra i tuoi polsi in quantità il disprezzo per le
cose sciocche, io ti amai per la tua sicura bontà e per la
tua allegria, e posso da parte mia, con la mia famiglia e
gli amici, confidare nel tuo nobile e generoso cuore."
Elisa scrisse di lui "Sebbene la sua grande mente
comprendesse il grande piano di salvezza e risolvesse il
problema mistico del destino dell’uomo, sebbene avesse in
suo possesso chiavi che aprivano il passato ed il futuro
con la successione delle eternità, nelle sue preghiere era
umile come un piccolo fanciullo.î
Era il profeta un
uomo emotivo? In tutti i sensi degni di quella parola la
risposta è si. Le lacrime apparivano facilmente nei suoi
occhi e questo accadde in varie situazioni, vi è per
esempio l’occasione in cui Parley P.Pratt, ritornato a
Nauvoo per nave dopo avere svolto una lunga missione, il
profeta scese per salutarlo e pianse. Quando Parley potÈ
sciogliersi dall’abbraccio disse "Fratello Joseph, se ti
senti così male per il nostro arrivo, penso che dovremmo
tornare indietro.î Joseph rispose "Fratello Parley, tu sei
venuto a casa, portando i tuoi cari con te" e tante
lacrime scendevano dai suoi occhi. Willard Richard scrisse
che in questa occasione Joseph appariva intenerito in
dolcezza quando incontrò sorella Pratt (che era stata in
Inghilterra con Parley) e la sua piccola figlia di soli
tre giorni "Egli piangeva agli addii, le lacrime
scorrevano veloci il giorno che disse arrivederci alla sua
famiglia prima di recarsi alla prigione di Richmond. Il
signore stesso riconosceva questo cuore dolce quando disse
in una  rivelazione parlando di Joseph "La sua preghiera
ho udito, ed il suo amore per Sion ho visto e farò in modo
che non abbia a soffrire ancora per lei." Egli parlava di
se stesso come di un "albero solitario." Egli aveva
imparato nel Vermont che quegli aceri che stanno soli
dovevano sviluppare prima profonde radici, se non avessero
fatto ciò, l’inevitabile scoppiare delle bufere invernali
li abbatterebbero. Ci furono volte, nonostante tutto il
suo senso sociale, che si sentì profondamente solitario.
"O se avessi il linguaggio di un Arcangelo per esprimere
il mio sentimento una volta ai miei amici." Disse "Ma io
non lího mai sperato" "Voi non mi conoscete" disse nel suo
discorso di King Follett "voi non avete mai conosciuto il
mio cuore" e poi questa frase rimarchevole "Io non accuso
nessuno per non credere alla mia storia, se non ne avessi
fatto l’esperienza non vi crederei nemmeno io." In quella
solitudine, egli dovette tenere nel suo proprio seno
(quelle erano parole sue) certe profonde esperienze che il
Signore gli aveva fatto vivere con il comandamento di non
condividerle con altri. "La ragione" disse una volta "è
che non abbiamo i segreti datici dal Signore per darli ai
nostri nemici" poi aggiunse "Io posso tenere un segreto
fino al giorno del giudizio." E così fece.
Come uomo dolce ed
emotivo, che tipo di vita familiare ebbe il profeta?
Dopo l’annuncio
della sua prima visione ed il lavoro che ebbe fino alla
sua morte, è miracoloso che avesse così tanto tempo da
dedicare alla famiglia. Egli ed Emma ebbero nove figli, di
cui quattro morirono alla nascita ed uno a 14 mesi. Nel
suo dolore per la perdita dei gemelli, Emma convinse il
profeta a portare a casa due gemelli, un bimbo ed una
bimba, la cui madre era morta nella stessa settimana. Emma
li allevò. Il ragazzo morì a 11 mesi a causa
dell’esposizione che sofferse la notte in cui il profeta
fu linciato in Hiram, Ohio. La ragazza raggiunse la
maturità ma non accettò mai il messaggio del Vangelo. Emma
non fu solo una rimarchevole donna ma, eccettuate le
difficoltà che le vennero dal matrimonio plurimo, lei fu
anche una nobile e gloriosa sostenitrice di tutto ciò che
fece il profeta, come mamma Smith indicava "Io non ho mai
visto una donna, nella mia vita, sopportare ogni specie di
fatica e di tribolazione, di mese in mese, di anno in
anno, con l’infaticabile coraggio, lo zelo e la pazienza
con cui lei lo aveva fatto, perchÈ io so ciò che ha dovuto
sopportare. Eí stata scossa dall’oceano dell’incertezza,
ha mostrato il suo petto alle bufere della persecuzione e
sopportato l’ira degli uomini e dei demoni che avrebbero
abbattuto qualsiasi donna."
La vita familiare
del profeta includeva preghiere tre volte al giorno,
mattina, pomeriggio e sera ìTre volte al giorno egli
teneva l’adorazione familiare e questi preziosi periodi
dedicati al sacro servizio familiare, sembravano veramente
un pregustare la felicità celeste." In questa abitudine il
profeta seguiva il suo proprio ammonimento "Voi vi dovete
rendere simili a quegli uomini Che, come Daniele pregavano
tre volte al giorno rivolti verso la casa di Dio." William
H.Walker descrisse il suo arrivo alla porta principale
della Mansion House, una sera avvertendo il canto della
famiglia del profeta. "Io non avevo mai udito tale dolce e
celestiale musica, e fui ugualmente impressionato dalla
preghiera offerta dal profeta." Quindi questo includeva
anche la sua guida nel Canto. La "Famiglia" era sempre pi?
grande, perchÈ visitatori, emigranti che necessitavano di
una momentanea, erano spesso suoi ospiti. Alcuni sostavano
alcune settimane o altri, come il Dottor Bernhisel per tre
anni. Ad Emma fu richiesto di comporre una selezione di
inni e molti degli inni scelti da lei si trovano ancora
oggi nei nostri libri. Il profeta aiutò Emma nelle
faccende domestiche e dei figli, costruì il camino,
portava la legna e l’acqua e così via. Fu criticato pi? di
una volta per questo, alcuni uomini pensavano che questi
lavori lo sminuissero. Con gentile rimprovero li consigliò
di fare
altrettanto. Il
profeta era molto ordinato. La sua ascia era sempre pulita
e riposta al suo posto dopo l’uso. Il suo magazzino di
legna sempre in ordine. Fino alla sua morte fu un fattore
che produceva da solo molto del cibo e delle altre cose di
cui la famiglia abbisognava. Abbiamo una fugace
impressione della sua abilità nel dormire, da Lorin Farr,
che la osservò nei giorni della persecuzione nel Missouri
anche sotto pressione, e certo egli era soggetto a quel
tipo di pressione che porta alla peggiore fatica, egli
poteva sedersi alla base di un albero e quasi
istantaneamente cadere nel sonno, ma istantaneamente
poteva tornare alla piena e consapevole attività. Questo
può avere a che fare con una chiara coscienza e
l’assicurazione che Dio ti è vicino. Lorin Farr dice del
profeta "C’era un’altra cosa a suo riguardo. Quando andava
a letto dormiva. Non era agitato: era molto attento
durante tutto il giorno, ma quando aveva finito la sua
opera giornaliera egli riusciva ad estraniarsi ed allora
era pronto per il giorno successivo per altre cose." Egli
evitava, ma non poteva evitarle completamente, le tediose
banalità della vita. Non gli piacevano le funzioni di
impiegato. Egli era poco entusiasta del comandamento che
venne dato lo stesso giorno che fu organizzata la chiesa:
la tenuta di un registro giornaliero di tutti gli
avvenimenti pi? importanti. Ma vi si attenne. Ebbe degli
scrivani che lo aiutarono. Fu paziente con loro e loro con
lui. In un momento di relax un giorno il profeta si
rivolse al suo segretario Howard Coray e disse ìFratello
Coray avrei desiderato che tu fossi pi? robusto. Mi
sarebbe piaciuto lottare con te. Il fratello Coray rispose
"Puoi farlo ugualmente" Il profeta stese la mano per
prenderlo e lottando gli ruppe una gamba. Tutto
dispiaciuto lo portò a casa, lo mise a letto e gli curò e
bendò la gamba. Fratello Coray pi? tardi disse ìFratello
Joseph, quando Giacobbe lottò con l’Angelo e fu azzoppato,
l’Angelo lo benedisse. Ora penso di avere anch’io  diritto
ad una benedizione.î Joseph e suo padre lo benedissero e
la sua gamba guarì con una velocità impressionante. Joseph
pesava oltre 200 libbre, Coray, di 12 anni pi? giovane, ne
pesava 130.
Joseph chiese a
suo padre di dare a Coray la benedizione patriarcale. Egli
stesso promise "Tu troverai presto una compagna che andrà
bene con la tua condizione, essa ti si stringerà come le
corde della morte e tu avrai una bellissima famiglia."
Coray pi? tardi sposò Martha Knowlton ed ebbero 7 maschi e
5 femmine. A Robert B.Thompson, suo segretario, il profeta
disse "Tu sei stato così fedele e senza cedimenti in
questo lavoro, che hai bisogno di un pò di riposo." Lo
consigliò di uscire e di concedersi una sosta, ma Thompson
era un uomo serio e disse "non posso farloî Joseph rispose
"Devi farlo, se non lo farai morirai." Uno dei dispiaceri
della vita di Joseph fu che questo segretario ebbe una
morte prematura ed egli dovette parlare al suo funerale.
ìR.B.Thompson, disse Huntigton, non si rese mai colpevole
di cose inappropriate come di andare a far baldoria. Egli
mori entro due settimane dalla predizione del profeta.
Joseph imparò a riposarsi e quando andava a farlo
commentava "Se un uomo ha un arco e lo tiene costantemente
teso, questi perderà presto la sua elasticità.
L’arco deve stare
anche nella posizione di riposo." In un’altra occasione
osservò "Quando un uomo è continuamente in attività,
diviene forte ed ottiene potere e conoscenza, ma quando si
rilassa per una stagione perde molto del suo potere e
della sua conoscenza." Qualcuno che lo vide con il capo
chino, pensieroso, gli disse "Fratello Joseph, perchÈ non
alzi la testa e ci parli come un uomo?" La risposta del
profeta fu "Guarda a quei campi di grano." L’uomo guardò
il campo di grano maturo e vide che le spighe pi? pesanti,
quelle piene di grano, pendevano gi?. Il profeta stava
dicendo che la sua mente aveva un carico pesante. Questo
ebbe luogo nel 1841 a causa di Henry Sherwoods a Nauvoo.
Ma fortunatamente egli poteva scaricarla. Due altri indizi
della sua vita familiare: quando veniva maltrattato era
incline a offrire l’ospitalità della sua casa. Questo
coinvolgeva Emma ed il suo talento nel cucinare. Spesso
invitava persone con un piccolo avvertimento "Se non
volete abbracciare la nostra religione, accettate la
nostra ospitalità." Vi furono volte che la credenza era
vuota. Un giorno avevano solo una piccola porzione di
grano. 
Da questo tirarono
fuori un dolce ed il profeta offrì la benedizione di quel
poco cibo come segue "Signore ti ringraziamo per questo
dolce e ti chiediamo di mandarci qualcosa di meglio amen."
Prima che il pranzo fosse servito, qualcuno bussò alla
porta ed era un uomo con un prosciutto ed altre cosa, il
profeta esultò e disse ad Emma "Sapevo che il Signore
avrebbe esaudito la mia preghiera" Egli divideva e
condivideva tutto quanto possedeva. Ora un piccolo
confronto: noi abbiamo la testimonianza di Peter Burnett,
una volta governatore della California, che aveva
conosciuto il profeta nel periodo del Missouri.
Egli gli riconobbe
il dono del leader, un uomo che istintivamente richiama
rispetto ed ammirazione. Peter H. Burnett agiva come
avvocato difensore per i mormoni durante il periodo del
Missouri. Egli pi? tardi scrisse di Joseph "Egli era molto
pi? di un uomo normale. Possedeva la pi? indomita
perseveranza, era un buon giudice di uomini ed era portato
al comando ed egli comandava. Le sue opinioni erano così
singolari ed acute ed i suoi modi erano così meritori ed
apparentemente così candidi che tu non potevi non esserne
interessato. C’era un tipo di familiarità che piaceva. Era
molto cortese nel discutere, pronto a comprendere come
poteva contraddire e non si opponeva bruscamente, ma aveva
molto rispetto dei sentimenti altrui. Egli possedeva la
capacità di discutere un soggetto sotto diversi aspetti e
di proporre molte opinioni originali, anche su materie
ordinarie. Le sue spiegazioni erano opera sua. Aveva
grande influenza sugli altri. Come prova di ciò riferisco
che un martedì, proprio prima che io partissi per tornare
a Liberty, lo vidi fra la folla, mentre conversava
liberamente con chiunque e sembrava essere perfettamente a
suo agio. Nel breve spazio di cinque giorni egli si era
comportato con così grande intelligenza da addolcire i
suoi nemici, e poteva andare senza protezione fra loro
senza il minimo pericolo. Fra i mormoni ebbe molta pi?
influenza di Sidney Rigdon. Quest’ultimo era un uomo di
un’educazione scolastica superiore, un parlatore eloquente
che aveva maniere fini e dignitose, ma non possedeva
l’intelletto dello Smith e mancava della sua volontà
determinata." Seguono i commenti di un altro avvocato,
Joseph Kelting "Joseph era un uomo potente e non prendeva
niente in prestito da nessuno. (Nei modi)egli era
originale ed ispirato nelle sue discussioni." Stephen
a.Douglas, che dibatteva con Lincoln, ed aspirava alla
presidenza degli U.S.A., ebbe molte cose speciali da dire
di Joseph durante il periodo dell’Illinois. Egli disse che
Joseph aveva una mente indipendente. Disse a questo
riguardo "Joseph è l’unico uomo indipendente che io abbia
mai visto. Noi pensiamo sempre a quale effetto le nostre
azioni avranno sui nostri parenti o amici, ma egli fa ciò
che pensa sia giusto senza curarsi di ciò che le persone
pensano o dicono di lui." Alessandro Doniphan era il
Generale che si rifiutò di uccidere i fratelli Smith come
ordinato nella piazza di Far West e che scrisse al
generale Lucas "Ti riterrò responsabile davanti ad un
tribunale terreno" James W. Woods, l’ultimo avvocato del
profeta, era con lui la mattina del 27 Giugno 1844. Egli
osservò che si poteva vedere la forza di Joseph Smith nei
suoi modi e nella sua dignità, ma aggiunse che si poteva
vedere osservando il suo  viso che non era un uomo
cattivo. La citazione esatta dice "Io non penso che Joe
Smith fosse di cuore cattivo o malvagio, e voi potevate
vedere dalla sua faccia un brav’uomo." Daniel H.Wells che
udì due volte parlare Joseph in Nauvoo, era un giudice di
pace del 19? secolo. Egli lo udì parlare del principio che
ogni figlio di Adamo, prima o poi, in questa vita od in
quella a venire, udrà il Vangelo di Ges? Cristo nella sua
purezza e pienezza, ed avrà possibilità adeguate per
accettarlo, e quelli che l’accettano e lo vivono,
includendo gli spiriti di coloro che lo avrebbero
accettato sulla terra se lo avessero potuto,  avranno il
diritto e l’accesso a tutte le ordinanze che possono
essere eseguite solo in questa vita. Come? Per procura.
Questíuomo, formato nella legge ed impressionato
dallíesattezza degli insegnamenti del profeta disse "Io ho
conosciuto molti legali in tutta la mia vita. Ma Joseph
Smith era il miglior legale CHE IO ABBIA MAI CONOSCIUTO IN
TUTTA LA MIA VITA." Come riportato da Jesse N. Smith nel
suo giornale Wells aveva un’educazione legale superiore
per il suo tempo. Noi abbiamo un commento di Brigham Young
sulla differenza fra Joseph ed Hyrum, ed oltre agli ovvii
commenti è uno degli effetti che l’abilità di Joseph,
includendo la sua larghezza di vedute, era superiore a
quella di Hyrum. Brigham Young faceva rilevare "La sua (di
Hyrum) integrità era dell’ordine pi? elevato ma la sua
abilità non era uguale a quella di Joseph. Hyrum era un
uomo positivo, Joseph un uomo comparativo, che considerava
ogni cosa a seconda delle circostanze ed ogni persona
secondo l’intrinseca dignità. Una implicazione di ciò era
che Joseph era pi? sensibile alle continue impressioni e
rivelazioni che riceveva da Dio. Ciò è vero, egli non fu
mai rigidamente confinato a ciò che gli era stato dato, e
non era influenzato da ciò che ancora doveva essere dato.
Inoltre c’è la tendenza, nel proclamare l’integrità, a
irrigidirsi sulle tradizioni passate e a divenire
refrattario alla nuova rivelazione. Il profeta tendeva a
giudicare gli uomini con la stessa larghezza, egli cioè
riteneva che non tutti i casi sono uguali, che ogni
individuo ha le sue proprie specifiche differenze, e che
deve essere portato in armonia con il Signore nei modi che
riconoscano queste differenze. Ancora una volta questo
mostra una mente che non solo era aperta e ricettiva, e
non solo ricettiva ma anche obbediente, anche quando la
risposta richiesta sembrava andare contro le precedenti
tradizioni e pensieri. "Per divenire un erede riunito con
l’eredita del Figlio" disse Joseph nel 1843 "uno deve
abbandonare tutte le sue false tradizioni" Questo era un
elemento essenziale per il rivelatore della nostra
dispensazione. Infine, in Joseph Smith abbiamo un uomo che
fisicamente, intellettualmente, emotivamente e
spiritualmente era come una moltitudine umana vivente.
Egli era molti uomini in uno. Molti dei suoi doni furono
bilanciati da altri ed in tutti egli fu un superbo
strumento con cui il Signore potÈ realizzare l’opera della
dispensazione della pienezza dei tempi.

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